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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Febbraio 2005
 
   
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  I RISULTATI DELLA PETIZIONE PER LA DIFESA E LO SVILUPPO DEL TESSILE-ABBIGLIAMENTO-MODA MADE IN ITALY IN ITALIA RACCOLTE, IN MENO DI UN MESE, CIRCA 100.000 FIRME  
   
   Milano, 15 febbraio 2005 – Tito Burgi, Presidente Associazione Tessile Italiana, Valeria Fedeli, Segretaria Generale Filtea-cgil, Giorgio Giardini, Presidente Federazione Tessilvari, Pasquale Rossetti, Segretario Generale Uilta-uil, Sergio Spiller, Segretario Generale Aggiunto Femca-cisl, Paolo Zegna, Presidente Sistema Moda Italia, hanno presentato, in un incontro svoltosi al Circolo della Stampa di Milano, i risultati della raccolta di firme a sostegno della petizione congiuntamente lanciata a difesa del settore e le iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione nei confronti delle Istituzioni nazionali ed europee in occasione del Textile day del 21 febbraio prossimo. Nell’incontro sono state spiegate le ragioni della mobilitazione, le preoccupazioni, le aspettative e gli impegni a difesa di un settore che, unanimemente, viene ritenuto strategico per il futuro industriale del Paese e che nel 2004, in Italia, ha fatturato complessivamente oltre 43 miliardi di euro, con circa 570 mila addetti occupati in 68.000 imprese e contribuisce per oltre 1/3 all’attivo della bilancia commericale italiana. Lunedì 21 febbraio le rappresentanze locali, nazionali ed europee del settore tessile-abbigliamento-moda presenteranno, ai molteplici organi istituzionali interessati, la raccolta di firme che, in meno di un mese, in Italia, ha visto l’adesione di oltre 100.000 persone, oltre all’adesione della totalità degli organismi dirigenti delle associazioni imprenditoriali e sindacali territoriali. A Roma, nella tarda mattinata del 21, è già programmato un incontro con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Nell’incontro verrà rilanciata la necessità di attivare un tavolo di confronto sui problemi del settore, già evidenziati nel documento di politica industriale sottoscritto congiuntamente lo scorso ottobre dalle Associazioni imprenditoriali e dai Sindacati del settore e trasmesso alla Presidenza del Consiglio. Smi, Ati e Tessilvari, assieme ad Euratex, l’organizzazione degli imprenditori tessili europei, e in accordo con le organizzazioni sindacali italiane ed europee di settore, con una petizione indirizzata alle Autorità comunitarie, ed in particolare al Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e al Commissario al Commercio, Peter Mandelson, sollecitano la rapida approvazione di misure proattive di tipo commerciale, industriale, sociale e regionale a sostegno dell’industria europea del tessile-abbigliamento-moda. La priorità, che la mobilitazione del settore si è data, è quella di affermare regole leali di concorrenza, a difesa della capacità creativa e di innovazione che sono il vero valore aggiunto della produzione italiana, più difficilmente imitabile rispetto ad altri fattori della produzione, perché è il frutto di un’accumulazione culturale di secoli finalizzata al bello e al buon gusto. A ciò è associato l’obiettivo di far passare, presso la Commissione Europea, come elemento determinante, la marchiatura d’origine dei prodotti. “Le informazioni che provengono dalle aziende tessili-abbigliamento-moda italiane – ha sostenuto Tito Burgi, Presidente dell’Associazione Tessile Italiana (Ati) - ci segnalano una situazione di preoccupazione ed incertezza. La debolezza del dollaro, e delle valute ad esso collegate, e la forza dell’euro accentuano le difficoltà determinate dall’intensificazione della competizione internazionale e dalla stagnazione che caratterizza alcuni dei più importanti mercati europei ed, in particolare, del mercato domestico. Si evidenziano andamenti diversi, soprattutto, a livello di singole imprese e tra specifici comparti. Va detto, comunque, nel 2004 non si è recuperato il terreno perduto nel biennio 2002-2003. Noi, consideriamo, perciò, strategico poter garantire al consumatore europeo, al pari dei consumatori di tutto il mondo, il diritto di conoscere la provenienza del prodotto che compra e l’equità del prezzo a lui richiesto”. “Gli organi rappresentativi europei – ha commentato Paolo Zegna, Presidente di Sistema Moda Italia (Smi) - hanno recentemente assunto prime, però non trascurabili, decisioni nei confronti delle nostre ragioni. Mi riferisco, ad esempio, alle modifiche approvate a livello europeo dal Consiglio Europeo Affari Generali e Relazioni Esterne dell'Unione Europea (Cagre) riguardanti l'adozione di un sistema di sorveglianza preventiva per le importazioni nella Comunità dei prodotti originari della Cina per tutto l'anno 2005. Monitoraggio che, ad un mese dal suo avvio, ci ha già segnalato l’esplosione di richieste di licenze per i 30 prodotti che erano, fino al 2004, soggetti a quote. Si tratta, come dicevo, di primi segnali di attenzione delle istituzioni nazionali e comunitarie, frutto soprattutto della nostra mobilitazione che non deve, perciò, proprio per questo, fermarsi e farsi, al contrario, ancor più articolata ed incisiva”. “La crescita irregolare della concorrenza – ha detto Giorgio Giardini, Presidente Federazione Tessilvari -, unita alla stagnazione dei consumi porta ad un netto ridimensionamento della nostra produzione, uno sfaldamento del know how del made in Italy a monte, alla fonte del sistema. Per le piccole aziende alle prese con un sistema bancario chiuso, l’incontro con il Governo e l’Ue deve portare a strumenti di sostegno agli investimenti necessari per subire l’onda d’urto e contro fattori di rischio ormai enormi”.  
     
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