|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Giovedì 17 Febbraio 2005
|
|
|
|
|
|
Pagina1 |
|
|
LE ACCIAIERIE DI TERNI NUOVAMENTE SOTTO I RIFLETTORI |
|
|
|
|
|
Bruxelles, 17 febbraio 2005 - La brusca interruzione delle trattative con il governo italiano, le istituzioni umbre e i sindacati ha portato la Thyssenkrupp-ast a chiudere il reparto magnetico e a mettere in cassa integrazione a zero ore, per due anni, 360 addetti delle Acciaierie di Terni. Il blocco dei cancelli dello stabilimento da parte dei dipendenti ha poi indotto la proprietà a annunciare la cassa integrazione per altri 460 addetti degli impianti di Torino e le ferie forzate per alcuni operai delle Fucine, sempre a Terni. La decisione di chiudere il reparto è motivata, secondo il gruppo siderurgico, dalle ingenti perdite registrate negli ultimi due anni. La situazione delle Acciaierie di Terni sarà affrontata in una dichiarazione della Commissione che aprirà un dibattito in Plenaria e porterà, probabilmente, all'adozione di una risoluzione del Parlamento in proposito. Giova ricordare che, esattamente un anno fa, con l'annuncio da parte del gruppo tedesco dell'intenzione di chiudere il reparto magnetico delle Acciaierie di Terni, il Parlamento europeo aveva adottato una risoluzione comune con la quale giudicava necessario «garantire il mantenimento di un settore siderurgico forte e moderno nell'Ue, in grado di soddisfare le esigenze di sviluppo duraturo e di creazione di posti di lavoro». In quell'occasione, nell'esprimere solidarietà ai lavoratori interessati e alle loro famiglie, i deputati ricordavano alla Commissione che rientra nelle sue competenze, dopo l'estinzione della Ceca, trattare le conseguenze economiche e sociali dell'evoluzione della siderurgia europea. L'esecutivo e gli Stati membri erano quindi invitati ad adottare una strategia più determinata di fronte alle ristrutturazioni industriali e al loro impatto sociale. Il Parlamento sosteneva inoltre che tutte le sovvenzioni accordate nel quadro dei fondi pubblici, compresi i fondi Strutturali, dovevano essere subordinate ad accordi sull'occupazione, lo sviluppo locale e gli investimenti destinati a modernizzare la produzione.
|
|
|
|
|
|
<<BACK
|
|
|
|
|
|
|
|