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Notiziario Marketpress di
Giovedì 17 Febbraio 2005
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FARA: CALO ORDINATIVI INDUSTRIALI 2000-2004 MENO 7,9% |
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Roma, 17 febbraio 2005 - «Il Ministro Siniscalco ha dichiarato che i recenti dati sulla stasi dell’economia italiana resi noti dall’Istat, sono deludenti ed inaspettati. Purtroppo – afferma il Presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara – essi non sono affatto inaspettati per l’Eurispes, che ne aveva già anticipato l’andamento già nei mesi passati e soprattutto con il Rapporto Italia 2005 presentato a fine gennaio, quando era stata pubblicata una analisi di lungo periodo sul trend della produzione industriale italiana. Il calo della produzione industriale – prosegue Fara – è generalizzato (l’indice generale degli ordinativi totali segna, nel periodo 2000-2004, una flessione di 7,9 punti) ed ha investito sia i settori a basso come quelli ad alto valore aggiunto: nel dettaglio, si sono registrati sensibili diminuzioni nei settori pelli e calzature (-15,6 punti), apparecchi elettrici e di precisione (-20,7), mezzi di trasporto (-22,6), mobili (-6,3). Il dato più allarmante è quello dell’andamento della produzione industriale che, destagionalizzato, e cioè confrontato a pari numero di giornate lavorative, mostra un calo dello 0,4%. Si tratta di dati ancora provvisori che potranno essere corretti ai primi di marzo, ma risulta chiaro che l’economa italiana è ferma e anche la maglia nera all’interno dell’Europa, dove gli altri grandi Paesi, anche quelli in difficoltà come la Francia e Germania, hanno comunque mostrato una crescita del reddito intorno al 2%, e comunque migliore di quella dell’anno passato. La perdita di competitività del nostro sistema è sicuramente la causa della recessione che ha colpito l’Italia, alla quale va aggiunto il crollo dei consumi seguito alla perdita del potere di acquisto dei ceti medi. La piccola e media impresa che per anni ha rappresentato il settore trainante della nostra economia e quello che negli anni precedenti aveva saputo resistere ed assorbire gli effetti della recessione, non sembra oggi – conlude il Presidente dell’Eurispes – più in grado di continuare a sopportare gli effetti del crescere della pressione internazionale, aggravato dall’assenza di un progetto industriale a livello di sistema Paese».
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