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Notiziario Marketpress di
Venerdì 18 Febbraio 2005
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MESSAGGIO DALLA BIT: RESTITUIAMO FIDUCIA AL SUD EST ASIATICO. IL SOTTOSEGRETARIO BONIVER: “CON UN VIAGGIO SI POSSONO AIUTARE I PAESI COLPITI DALLO TSUNAMI”
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“Oggi (sabato 12 febbraio 2005, n.d.r.) vogliamo lanciare un messaggio politico e economico, oltre a dare un segno tangibile della solidarietà, ed è per tale motivo che abbiamo promosso questo incontro. Ci rivolgiamo a tutta l’Italia e a coloro che vogliono fare una vacanza: andate se possibile a visitare quei posti che, nonostante tutto, sono ancora un paradiso”. E’ l’appello di Margherita Boniver, sottosegretario agli Affari Esteri, lanciato durante la ‘Conferenza ministeriale per promuovere il rilancio del turismo nei paesi colpiti dallo tsunami’ alla Bit di Milano. L’incontro, promosso dal ministro degli Affari Esteri, Gianfranco Fini, è servito a fare il punto sulla situazione del sud Est Asiatico colpito dal terremoto e dallo tsunami lo scorso 26 dicembre. “Dopo una prima fase di emergenza –ha spiegato la Boniver– siamo entrati nella seconda. Ora è venuto il momento di continuare con gli aiuti, iniziati il 27 dicembre. Per la parte istituzionale sono stati raccolti 70 milioni di euro, poi la generosità degli italiani ha fatto il resto, con 43 milioni, che verranno affidati alla Protezione Civile”. Alla conferenza, svoltasi nei padiglioni di Fiera Milano, hanno partecipato i ministri degli esteri di alcuni dei paesi colpiti, tra cui Sri Lanka, Malaysia, India, Seychelles, Indonesia, Thaylandia e Maldive. Tutti hanno posto l’accento sul problema dei danni al settore turistico delle zone colpite (le vittime sono state 300 mila) chiedendo una maggiore fiducia da parte italiana e, in generale, europea. “Bisogna combattere soprattutto il forte effetto psicologico causato dallo tsunami”, ha detto Alessandro Cevese, vice direttore generale per l’Asia, ministero degli Affari esteri. Dal punto di vista macroeconomico lo tsunami causerà nel prossimo triennio danni per circa 8 miliardi di dollari. Cinque di questi sono già arrivati tramite le donazioni, ma le economie dei paesi colpiti stanno dimostrando grande capacità nell’opera di ricostruzione. Va avanti anche il progetto di costruzione di un sistema di allarme tsunami, che dovrebbe scongiurare catastrofi future. Quello che manca è ancora la fiducia da parte degli operatori turistici; per questo motivo molti dei ministri intervenuti hanno chiesto aiuto al Governo italiano per favorire il turismo verso il Sud Est Asiatico anche attraverso campagne promozionali sui media. SINTESI DEGLI INTERVENTI DEI MINISTRI E DEI RAPPRESENTANTI GOVERNATIVI - “Siamo stati risparmiati perché il nostro paese si trova dietro l’isola di Sumatra –ha detto Leo Toyad, ministro del turismo della Malaysia– ma molti viaggi sono stati annullati, diversi servizi cancellati e c’è stata una riduzione delle prenotazioni. Oggi la situazione, se non percepita adeguatamente dall’industria internazionale potrebbe portare a una gravissima crisi. Mi auguro comunque che molti italiani scelgano la Malaysia, perché c’è bisogno del supporto di tutti per non sospendere queste destinazioni. Nel frattempo –ha proseguito– si sta sviluppando il sistema di Early warning che ci proteggerà dai rischi di maremoti futuri. Così cerchiamo di recuperare la fiducia”. Un messaggio agli italiani è venuto anche dal ministro del Turismo delle Maldive, Musthafaa Lutfee: “Le Maldive e l’industria del turismo sono pronti a darvi il benvenuto e vi stanno aspettando con un sorriso e, per noi, il migliore aiuto è farci una visita organizzando le vostre vacanze”. Dopo lo tsunami del 26 dicembre scorso sono 12 mila senza tetto e su 87 resort 21 sono ancora chiusi. Tra i turisti le vittime sono state 3 su 17 mila presenze. “Il prezzo della ricostruzione delle infrastrutture –ha detto Lutfee– si aggira intorno ai 100 milioni di dollari Usa, mentre il danno all’industria è di 230 milioni di dollari”. Ma l’occhio va alla ricostruzione: “E’ passato un mese e mezzo e si deve uscire dalla confusione. Bisogna far sapere che l’industria delle Maldive sta prendendo nuovamente un verso positivo. L’80% dei posti letto nei resort funziona e la bellezza delle Maldive è mistica come sempre. Sfortunatamente il numero dei turisti è la metà rispetto a quello solito in questo periodo”. Un grave danno economico, se si pensa che 33% del pil delle Maldive è collegato al turismo, con 20 mila addetti su una popolazione di 200 mila abitanti. “L’obiettivo –ha detto Lutfee– è avere l’80% dell’industria turistica funzionante entro il marzo 2005. I segnali sono comunque promettenti e c’è un amento di arrivi. Attualmente i turisti sono 9mila, oltre il 60%. Bisogna fare molto –ha concluso –per riportare il tusirmo ai livelli del pre tsunami”. “Dopo le devastazioni e 40 mila decessi, ora c’è voglia di tornare alla normalità –ha detto il ministro del Turismo dello Sri Lanka, Anura Bandaranaike– i danni dello tsunami sono tra i 100 e 130 milioni di dollari Usa, con 10 mila persone rimaste senza lavoro”. Non manca, però la fiducia nel recupero che “è più veloce delle attese, anche perché non ci sono stati morti per le epidemie”. Un sistema turistico, quello delle coste dello Sri Lanka, in cui lavora l’8-9% della popolazione e che vedrà un rapido recupero anche grazie allo sviluppo del sistema di allarme anti maremoto. “E’ la catastrofe peggiore negli ultimi 100 anni –ha detto Prapas Limpabandhu, vice ministro del Regno di Thaylandia– ma stiamo recuperando. L’incidente del 26 dicembre ha avuto un impatto solo nei settori che generano più reddito in tutto il paese. Solo un tratto della nostra costa è rimasto coinvolto. Le 6 province interessate dal maremoto rappresentano una fetta di mercato di 2,5 miliardi di dollari. Le perdite hanno riguardato soprattutto le proprietà”. Secondo gli studi di impatto dello tsunami, il paese ha registrato 5000 morti e 6000 dispersi, molte spiagge sono state danneggiate e circa il 20% dei coralli sui fondali marini sono stati danneggiati. “La perdita nel campo del turismo –ha detto Limpabandhu– è di 750 milioni di dollari Usa e la stima del traffico turistico perso è di 1 miliardo di dollari, circa il 40% in meno del normale. Ci auguriamo che nel giro di qualche mese i risvolti psicologici sul turismo internazionale siano venuti meno. Circa 1000 resort sono tornati alla normalità ma manca ancora il turismo e per questo è importante il supporto del governo italiano. Bisogna garantire che la situazione sia riportata al più presto al normale e la Thaylandia –ha concluso– è pronta ad accogliere tutti coloro che la vorranno visitare”. “Per il risanamento a lungo termine dello tsunami serviranno 4,5 mld di dollari Usa –ha spiegato Djafar Husein, incaricato d’affari per l’Indonesia in Italia– e attualmente sono molti i piani industriali di collaborazione tra Italia e Indonesia”. Nell’ultimo periodo gli arrivi dall’Italia sono diminuiti, questo perché “non è ben percepita la vera situazione del nostro Paese. Bisogna incoraggiare il turismo –ha detto Husein– perché più soldi velocizzerebbero anche il processo di ricostruzione e, da parte del Governo indonesiano, per questo chiediamo al governo italiano di favorire il turismo verso il nostro Paese, anche attraverso il lancio di campagne promozionali sui media”. “L’India è stata molto colpita dallo tsunami –ha detto nel suo intervento Ravi Thapar, console Generale per l’India a Milano– il disastro ha causato una perdita psicologica di fiducia, sicurezza e stabilità. E’ proprio questo il sentimento che va affrontato in questo processo di ricostruzione. Quello che si chiede non è solo aiuto economico, ma l’impegno per ripristinare il turismo nei paesi colpiti. Solo con turismo si creerà la fiducia. In particolare –ha detto Thapar– vorrei tranquillizzare i turisti, perché le più belle spiagge indiane e tutti i templi del sud dell’India sono aperti. Ora è tutto sotto controllo e addirittura abbiamo inviato medici e forniture ai paesi limitrofi come contributo di solidarietà. Abbiamo bisogno di guardare diversamente al futuro, adottando precauzioni contro eventuali catastrofi simili a quella del 26 dicembre”. Anche da parte di Utaong Thun, rappresentante del governo di Myanmar, è venuto un invito forte a visitare il Paese, che è rimasto “intatto: vi aspettiamo in questi luoghi –ha detto– per vedere le antiche pagode e la nostra terra dorata. Quello di cui abbiamo bisogno sono misure pratiche di intervento”. Secondo i dati comunicati dalla Banca Asiatica di Sviluppo, i fondi disponibili per la prima assistenza ammontano a circa 600 milioni di dollari, di cui 175 stanziati immediatamente, mentre è in corso il finanziamento per il sistema di Early Warning. Le previsioni dei danni complessivi per il triennio ammontano a 8 miliardi di dollari, cinque dei quali sono arrivati tramite le donazioni. In generale, sono stati lievi i danni a livello economico globale, infatti si calcola che il contraccolpo sull’economia dell’area del Sud Est Asiatico è dello 0,1-0,2%. Neppure i mercati finanziari internazionali hanno reagito negativamente allo tsunami. La ripresa, secondo la Banca Asiatica di Sviluppo, sarà rapida per alcuni motivi: tutti i paesi asiatici hanno dimostrato grande capacità di affrontare le crisi e ciò si è visto nel caso della Sars e dell’influenza aviaria; buone amministrazioni e una buona governance stanno facendo recuperare la fiducia generale; il debito non aumenterà in modo sensibile, perché la maggior parte degli impegni economico finanziari sono costituiti da concessioni; l’inflazione ha subìto un lieve aumento in alcuni paesi, ma dall’altro lato si osservano gestioni finanziarie prudenti; sul fronte dell’assistenza all’emergenza sono molti i posti di lavoro da distribuire e, nonostante i danni immediati, l’impatto della ricostruzione sarà complessivamente positivo, con un tempo maggiore per i settori della pesca e dell’agricoltura. Infine, ci saranno i fondi per i sistemi di allarme precoce e garantiranno maggiore protezione per il futuro contro i maremoti
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