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Notiziario Marketpress di
Lunedì 21 Febbraio 2005
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INDAGINE CONGIUNTURALE UNIONCAMERE SULLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE INDUSTRIALI DA 1 A 500 DIPENDENTI? NEL IV TRIMESTRE 2004 PRODUZIONE IN AFFANNO MA PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI ANCORA POSITIVE |
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Roma, 21 febbraio 2005 – Il 2004 si chiude con segnali nel complesso poco incoraggianti per le piccole e medie imprese manifatturiere italiane: produzione e fatturato mostrano andamenti ancora negativi; frenano le esportazioni italiane, che nel semestre centrale avevano invece sostenuto cenni di ripresa economica. Ma l’orientamento all’innovazione e alla crescita occupazionale lasciano intravedere la strada che alcune imprese hanno già iniziato a percorrere per superare le difficoltà attuali. E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale del Centro studi di Unioncamere, relativa all’andamento nel Iv trimestre dell’anno e alle previsioni per il I trimestre 2005 delle piccole e medie imprese industriali con 1-500 dipendenti. Produzione e fatturato nel Iv trimestre 2004 Ancora in calo, nel Iv trimestre 2004 rispetto all’analogo periodo del 2003, la produzione ed il fatturato delle imprese manifatturiere (rispettivamente –1,2% e –0,9%). A determinare l’andamento negativo sono state le imprese con 1-9 dipendenti (-2,8% la produzione, -2,5% il fatturato) e quelle con 10-49 dipendenti (-1,9% la produzione e – 1,6% il fatturato). Sostanziale stabilità, invece, mostrano le aziende di più grandi dimensioni (0,0% la produzione e +0,3% il fatturato). A livello territoriale, sotto la media nazionale si colloca il Mezzogiorno (-2,0% la produzione e –1,9% il fatturato) e il Nord-ovest (-1,7% e –1,2%). Centro (-1,1% e –0,8%) e Nord-est (-0,2% e –1,2%) registrano invece flessioni più contenute. A livello settoriale, il tessile, abbigliamento, cuoio e calzature segna la flessione più sensibile (-4,6% e –4,5%). Ordinativi Nel Iv trimestre 2004 rispetto al Iv trimestre 2003, gli ordinativi delle imprese manifatturiere registrano un decremento pari al –1,3%. Più evidente la flessione delle piccole imprese fino a 10 dipendenti (-3,1%) e di quelle con 10-49 dipendenti (-2,0%). Le imprese maggiori si pongono invece in situazione di sostanziale stabilità (-0,1%). Da segnalare, comunque, la tenuta del portafoglio ordini. Le imprese manifatturiere, infatti, dichiarano di aver assicurata la produzione mediamente per 3,2 mesi. Export Battuta d’arresto nell’ultimo trimestre 2004 per l’export made in Italy. La stabilità registrata nel periodo rispetto all’analogo trimestre del 2003 è spiegata dal decremento registrato dalle imprese minori (-1,9% quelle fino a 10 dipendenti e –0,4% quelle da 10 a 49 dipendenti). Le aziende con oltre 50 dipendenti mettono a segno solo un +0,2% medio. Differenziati gli andamenti territoriali, con il Nord-est (+1,9%) ed il Centro (+1,4%) che continuano ad incrementare le quote di commercio estero, trainate prevalentemente dalla imprese con 10-49 dipendenti (per le quali il dato medio sale rispettivamente al +3,8% e +2,2%). Prossimo alla media è l’andamento del Mezzogiorno (-0,3%, con le imprese di dimensioni minori che, però, presentano un andamento fortemente negativo). In calo più evidente, invece, le industrie del Nord-ovest (-1,9%). A livello settoriale, positivo è l’andamento delle industrie della carta stampa ed editoria (+3,6%) e di quelle alimentari e delle bevande (+3,5%). All’estremo opposto si collocano, invece, le industrie del trattamento minerali non metalliferi (-3,0%) e le Altre industrie manifatturiere (-2,7%). L’artigianato Un Iv trimestre in flessione rispetto allo scorso anno per il comparto artigiano, con diminuzioni nella produzione (-1,2 %), nel fatturato (-1,6%) e negli ordinativi (-2,3%). Più contenuto, invece, il decremento dell’export rispetto ai precedenti trimestri: -0,5% il dato trimestrale rispetto al –2,0% del Iii trimestre 2004. Le difficoltà congiunturali si riflettono anche sulle previsioni: è pari a –7 il saldo tra attese di incremento e di decremento della produzione e a –9 quello del fatturato. Le prospettive per il 2005: positive per investimenti e occupazione Decisamente caute si mostrano le imprese riguardo all’andamento del I trimestre 2005. Pari a +3 è il saldo tra attese di crescita e previsioni di diminuzione della produzione, a 0, invece, quello relativo al fatturato. Più ottimiste si dimostrano le imprese di maggiori dimensioni (+12 e +11 i valori corrispondenti). Le attese sono invece negative per le altre dimensioni d’impresa. Malgrado questa evidente prudenza, le imprese manifatturiere proseguono il loro rafforzamento in termini di investimenti e di risorse umane. L’indagine di Unioncamere mostra, infatti, che il 43% delle imprese manifatturiere conta di effettuare investimenti innovativi nel corso dell’anno. Di queste, il 44% prevede che gli investimenti siano superiori rispetto allo scorso anno, il 33% che siano uguali, il 23% che siano minori. A puntare di più sull’innovazione sono le imprese settentrionali (investiranno il 46% delle aziende del Nord-est del Nord-ovest), mentre inferiore appare la quota di imprese del Centro (36%) e del Sud (33%) disposte ad investire. Anche se prevale l’attenzione all’innovazione di processo rispetto a quella di prodotto, l’orientamento delle imprese va tuttavia verso l’introduzione di macchinari innovativi piuttosto che il solo ampliamento della capacità produttiva attuale, a conferma ulteriore dell’incertezza con la quale ancora si guarda all’evoluzione di mercato. Buone notizie anche per quanto riguarda l’andamento dell’occupazione: per l’anno 2005 il 18,8% delle imprese manifatturiere prevede di incrementare l’occupazione nella propria azienda, il 73% prevede di mantenere immutato l’organico, mentre l’8,2% prevede contrazioni occupazionali. Nei settori del tessile-abbigliamento-calzature, però, le imprese con previsioni negative (15%) superano quelle che prevedono espansione occupazionale (12%). Guardando a quanto avvenuto nel 2004 si può affermare che si tratta di previsioni ampiamente attendibili: infatti dall’ultima rilevazione del Centro studi Unioncamere è emerso che il 93,5% delle imprese ha rispettato o addirittura incrementato le previsioni di assunzione formulate all’inizio del 2004, mentre il 6,7% ha dovuto ridimensionarle.
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