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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Febbraio 2004
 
   
  Web alimentazione e benessere  
  "LA DISTRIBUZIONE SPECIALIZZATA HORECA: LINEE DI EVOLUZIONE E CRESCITA DELLA COMPETITIVITÀ" DALLE SORPRENDENTI VENDITE DEL 2003 ALL'ANALISI DI IN UN MERCATO IN CONTINUA EVOLUZIONE E SEMPRE PIÙ COMPETITIVO  
   
  Grande interesse per il dibattito organizzato da Italgrob, l'associazione Italiana dei Grossisti di Bevande, tenutosi il 1 febbraio scorso nell'ambito di Pianteta Birra - il più grande polo espositivo europeo della ristorazione fuori casa, a Rimini Fiera – cui hanno perso parte i manager di alcune tra le più importanti industrie leader del settore. L’appuntamento con Italgrob infatti, è diventato in questi anni un occasione irrinunciabile per l’ingrosso beverage italiano, momento privilegiato per discutere insieme sulle nuove tendenze e sul futuro del settore. Il convegno di quest’anno è iniziato in un clima di generale soddisfazione per i risultati ottenuti nel 2003 che, grazie al gran caldo dell’estate, ha registrato un notevole incremento dei volumi di vendita delle bevande, e una certa preoccupazione per l’anno in corso, iniziato all’insegna di una concorrenza sempre più agguerrita. La discussione è iniziata con l’intervento di Raffaele Cioffari, amministratore delegato di Maior Consulting, che ha presentato i risultati dell’indagine “Gross Drink”, dalla quale è emerso una dato apparentemente sorprendente: un aumento nel numero dei grossisti di bevande, passati da 1.700 nel 2002 ai 1.858 del 2003. Una netta inversione di tendenza rispetto al recente passato, caratterizzato invece da un continuo calo del numero di aziende impegnate nel settore. Questo fenomeno è giustificato, secondo Cioffari, dall’ingresso nel beverage di altre tipologie di distributori non specializzati - l’ingrosso food e dolciario, i Cash & Carry e una parte degli operatori catering – attirati dalla forte espansione di hotel, ristoranti e bar, dove sembra possibile recuperare gli effetti della stasi dei consumi in atto nel canale alimentare. Come si può osservare dall’analisi comparativa preparata da Maior Consulting, l’ingrosso beverage si trova quindi ad affrontare sul campo un numero sempre maggiore di competitors con specializzazione diversa, che utilizzano strategie completamente differenti e impiegano le risorse di cui dispongono con modalità del tutto dissimili da quelle della pura commercializzazione delle bevande. E’ evidente quindi che i fattori competitivi su cui i grossisti beverage dovrebbero puntare per vincere la sfida della concorrenza sono innanzitutto la specializzazione di canale, la qualità dei servizi , sia tangibili - assortimento, stoccaggio, tempi e modalità di consegna, dilazioni di pagamento, concessione di finanziamenti, possibilità di resi, assistenza per la gestione degli impianti - che intangibili – affidabilità, disponibilità, competitività, informazione, consulenza -, l’efficienza gestionale che li contraddistingue e la professionalità degli operatori, che ha consentito loro di instaurare un rapporto consolidato con la propria clientela tramite l’offerta un valore aggiuntivo notevole. E’ stata poi la volta di Giancarlo Gramatica, Client Service Director di Iri Information Resources, che ha presentato gli straordinari dati relativi ai consumi di bevande nell’Horeca e nella grande distribuzione registrati durante la “lunga estate calda” del 2003: nel solo mese di agosto si è registrata una crescita dei volumi rispetto al 2002 superiore al 36%. Complessivamente nell’Horeca sono stati consumati circa 3.442 milioni di litri di bevande, con una crescita del 12,6% rispetto allo scorso anno, mentre i litri venduti nel circuito Iper, Supermercati e Superette sono oltre il doppio (7.712 milioni), con una crescita altrettanto significativa (+11,1%). La ricerca ha fornito anche una stima delle vendite del Cash & Carry (con la significativa esclusione di Metro): 936 milioni di litri. In questo caso tuttavia non è disponibile il dato percentuale relativo alla crescita, poiché il 2003 è stato il primo anno di rilevazione in questo canale. Per quanto concerne le tipologie di bevande maggiormente consumate, nel circuito Horeca ha trionfato l’acqua (2.046 milioni di litri, con una crescita del 13,6%), anche se gli incrementi più significativi riguardano settori più di nicchia: i numeri sono da capogiro, in particolare per le bevande a base the (+36,4%), gli integratori (+42,6%) e i ready to drink (+60,6%). Persino la birra, in apparente difficoltà nel 2002, ha registrato un ottimo risultato (+10,6%). Il peso complessivo del canale Horeca nella vendita delle bevande (con l’esclusione di vini e spumanti), risulta pari al 44,6 % del mercato anche se il Cash & Carry sembra aver acquisito un valore rilevante (12,1 %), grazie in particolare alla vendita dei liquori. Terminata l’esposizione dei dati, ha avuto inizio il dibattito vero e proprio, incentrato prevalentemente sulla valutazione dei risultati del 2003 e sul ruolo dei nuovi competitors, in particolare i Cash & Carry, rappresentati in sala da Andrea Colombo - direttore commerciale di Food Metro. Alla tavola rotonda hanno inoltre partecipato Stefano Agostini (direttore vendite di Sanpellegrino Italia), Dennis Hejna (direttore commerciale di Heineken Italia), Gilberto Nava (direttore commerciale del Gruppo Campari), Leopoldo Pasquini (imprenditore e presidente del consorzio Sangeminiano) e Franco Tucci (imprenditore e consigliere di Bse). La generale soddisfazione per gli ottimi risultati conseguiti, in particolare grazie all'eccezionalità delle temperature registrate nel corso della stagione estiva, smorzata dalla consapevolezza di una concorrenza sempre più variegata ed agguerrita, nei confronti della quale l'unica valida soluzione sembra di puntare tutte le energie sulla differenziazione per canale. Una posizione sulla quale concorda anche Angelo Cortesi, presidente di Italgrob, ma con l'avvertimento: “La differenziazione del canale deve essere reale, non basta mettere una fascetta sulla bottiglietta per renderla davvero diversa”.  
     
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