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Notiziario Marketpress di
Giovedì 26 Febbraio 2004
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CARDIOLOGIA IN ITALIA: A CHE PUNTO SIAMO? NEL 2004, "ANNO DEL CUORE", LOMBARDIA, PIEMONTE, VENETO, TOSCANA E EMILIA ROMAGNA SI CONFERMANO ALL'AVANGUARDIA NEL TRATTAMENTO DELLA MALATTIA CARDIOVASCOLARE CON GLI STENT MEDICATI
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Milano, 26 febbraio 2004 - Forse a quel milione e mezzo di italiani, a tutt'oggi stimati a rischio d'infarto o angina, può essere di conforto sapere che l'Italia si sta lentamente, ma inesorabilmente, muovendo lungo la strada dell'innovazione nel trattamento della malattia cardiovascolare. La ristenosi, l'ostacolo principale alla cura della patologia, sembra aver trovato un nemico temibile, lo stent medicato. E Lombardia, Piemonte, Toscana, Veneto ed Emilia Romagna, si confermano regioni all'avanguardia nel trattamento della patologia cardiaca. Questi e altri dati incoraggianti emergono dall'allegato al Sole 24 ore Sanità presentato ieri a Roma da iDes, nel corso di una conferenza stampa a margine del Jim, congresso internazionale di cardiologia. Specialisti, politici, economisti e cittadini si sono riuniti a Roma per presentare "Gli stent medicati: passato, presente e futuro" realizzato da iDes e distribuito in allegato al Sole 24 ore Sanità. Gli stent medicati, protesi vascolari a rilascio di farmaco, sono capaci di combattere la ristenosi, offrire una migliore qualità della vita ai pazienti e rappresentano, anche se nel lungo periodo, un risparmio per le casse del Servizio Sanitario Nazionale. Secondo i dati emersi dallo studio Taxus Iv[1] sugli stent medicati con paclitaxel, a nove mesi dall'impianto, il 96.8% dei pazienti studiati non presenta recidive, con una riduzione del rischio di ristenosi del 61%. Nei casi più seri (come nei pazienti diabetici), per ogni impianto di stent medicati il Servizio Sanitario Nazionale, evitando nuovi interventi, potrebbe risparmiare circa 400 euro. Nel caso di reintervento con by-pass il risparmio per il bilancio della sanità potrebbe essere pari a circa 4550 euro. 10 interviste, 1000 spunti di riflessione - Alla realizzazione dell'allegato hanno partecipato: Antonio Colombo della Emo Centro Cuore Columbus; Ciro Indolfi dell'Università Magna Graecia di Catanzaro; Livio Garattini del Cesav; Stefano Inglese del Tribunale per i Diritti del Malato; Angelo Ottocaro dell'Associazione Italiana Diabetici; Roberto Grilli della Agenzia Sanitaria Regionale Emilia Romagna; Gian Franco Gensini e Antonio Panti per l'Ufficio di Presidenza del Consiglio Sanitario Regionale della Regione Toscana; gli Assessori alla Sanità della Regione Veneto, Fabio Gava, della Regione Lombardia, Carlo Borsani e della Regione Piemonte, Valter Galante. Una realtà piccola ma incoraggiante - Quella scattata da iDes è l'istantanea di un'Italia impegnata a valutare la possibilità di introdurre su più ampia scala le innovazioni che la scienza pone al servizio della sanità nel trattamento della malattia cardiovascolare. Soprattutto in Lombardia...- In Lombardia, dei 37.086 interventi effettuati nel 2002, ben 4.222 hanno riguardato pazienti colpiti da infarto e trattati con stent medicati. A distanza di 12 mesi solo il 3% di questi ha avuto necessità di un nuovo intervento, a fronte del 10% dei 5.918 pazienti che nello stesso anno erano stati sottoposti ad intervento di by-pass. E la sempre maggiore convinzione dell'utilità degli stent medicati si è trasformata in una modifica al sistema tariffario, con la creazione di 3 diversi Drg per gli interventi a carico dell'apparato cardiovascolare. Come ha affermato l'Assessore Borsani nel suo contributo : "L'introduzione nella pratica clinica degli stent medicati sembra rappresentare un'assoluta novità nel panorama della cardiologia interventistica e nel campo dei device, che probabilmente porterà ad importanti modifiche delle strategie terapeutiche con ampia ricaduta in materia di economia sanitaria e miglioramento del processo di salute".Veneto - Il Veneto è la prima regione italiana ad aver lanciato uno studio sistematico per la valutazione costo/efficacia dell'adozione degli stent medicati. L'obiettivo dello studio è quello di avvalorare le dinamiche decisionali interne alla Regione ed alle Aziende ospedaliere legate all'applicazione delle nuove tecnologie in sanità. Questo per verificare se il maggior costo iniziale del presidio venga compensato dal beneficio clinico ed economico riscontrabile nei pazienti trattati. "L'innovazione tecnologica e le sue applicazioni sempre più specialistiche" ha affermato l'Assessore Gava "rappresentano prima di tutto un indubbio vantaggio per gli assistiti [...] e, dando gli effetti attesi come nel caso degli "stent", possono anche contribuire ad abbattere i costi sociali, sempre elevatissimi".Piemonte - Il Piemonte è al secondo posto dopo la Lombardia per l'utilizzo degli stent medicati, introdotti nel giugno 2002. In un anno e mezzo di attività, su cento stent impiantati circa venti sono quelli medicati. A farne uso sono soprattutto i pazienti diabetici o quelli con lesioni particolarmente lunghe con beneficio, non solo dei soggetti trattati, ma anche del bilancio della sanità. "Gli stent medicati sono sicuramente destinati a cambiare le modalità di cura di molti pazienti affetti da malattie coronariche" ha sottolineato l'Assessore Galante "in particolare per quelli diabetici, i quali potranno più agevolmente essere sottoposti ad angioplastica piuttosto che subire un intervento di rivascolarizzazione per via chirurgica. Gli stent medicati potranno, in un prossimo futuro, sostituire completamente il by pass." ...Emilia Romagna - In Emilia Romagna dal luglio 2002 è attivo il registro regionale angioplastiche coronariche Real. Nel giugno 2003 i pazienti trattati erano 5.578 di cui 769 sottoposti ad angioplastica con impianto di stent medicati. Le analisi in corso e finalizzate a stimare l'impatto degli stent medicati nella pratica clinica si concluderanno a fine 2004. "Le iniziative adottate in Emilia-romagna di fronte alla innovazione rappresentata dagli stent medicati"" ha confermato Roberto Grilli "hanno consentito di garantire a tutti i cittadini l'accesso a questa tecnologia, con l'unico ovvio vincolo della constatazione dell'effettiva necessità clinica".E Toscana - Dopo un'indagine durata quasi un anno con circa 800.000 abitanti coinvolti, la Toscana ha individuato 930 pazienti da arruolare nello studio sulle modalità di diagnosi e cura dei pazienti colpiti da infarto. I risultati più importanti della ricerca sono quelli riferiti alla sopravvivenza dei pazienti colpiti da infarto. Nei pazienti sottoposti ad angioplastica la mortalità è stata, infatti, del 6,6% contro il 15,5% dei pazienti non trattati. Nel follow-up a sei mesi la mortalità dei pazienti è stata, rispettivamente, del 10.1% e 26%
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