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Notiziario Marketpress di Giovedì 24 Febbraio 2005
 
   
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  UN PROGETTO DEL 5PQ OTTIENE RIVOLUZIONARI RISULTATI NEL TRATTAMENTO DELLA CECITÀ  
   
  Bruxelles, 24 febbraio 2005 - Un progetto finanziato dal Quinto programma quadro (5Pq) dell'Ue ha sviluppato con successo un impianto elettronico che permette ai non vedenti di recuperare una minima capacità di visus. Con un rivoluzionario esperimento, il progetto Optivip ha consentito a una non vedente di 'vedere' le immagini trasmesse al suo cervello da una microcamera installata sugli occhiali. Una protesi impiantabile, posta dietro l'occhio, ha trasmesso le immagini della camera al nervo ottico. 'Si tratta di un ottimo esempio di dove può portare la tecnologia europea', ha dichiarato Viviane Reding, commissario per la Società dell'informazione e i media, nel presentare il 21 febbraio il progetto. 'Abbiamo il vantaggio di aver sviluppato il miglior metodo possibile, e questo ci permetterà di venderlo in tutto il mondo, invece di dipendere da una tecnologia sviluppata altrove', ha aggiunto Reding. Come ha spiegato Claude Veraart, dell'Università cattolica di Lovanio, in tutto il mondo sono 15 i team che stanno cercando di sviluppare una tecnologia del genere. Due gruppi statunitensi hanno effettuato impianti comparabili all'Optivip, ma in entrambi i casi i risultati non sono stati all'altezza di quelli del gruppo europeo. Nell'ue, circa 300.000 persone soffrono di retinopatia, condizione in cui la cecità è causata dalla degenerazione delle cellule della retina, situata nella parte posteriore dell'occhio. Il deterioramento dello strato di tessuto che riveste l'occhio ed elabora le immagini conduce alla cecità parziale o totale, anche quando il nervo resta sano. Il progetto Optivip ha studiato la possibilità di compensare le retinopatie cortocircuitando le cellule della retina danneggiate e fornendo artificialmente uno stimolo diretto al nervo ottico, ha spiegato Veraart. Il team ha impiantato nel nervo un elettrodo che elabora le immagini filmate da una microcamera inserita negli occhiali del paziente. Come ha spiegato Veraart, Optivip ha portato avanti i risultati di Mivip, un precedente progetto di ricerca europeo che nel 2000 aveva impiantato per la prima volta una protesi elettronica di questo tipo. Anche se perfettamente riuscito, l'impianto Mivip era stato inserito in profondità nel cranio, obbligando il paziente a un periodo di recupero di nove giorni. Il team Optivip ha invece sviluppato una tecnica chirurgica meno invasiva, ponendo la protesi dietro l'occhio, in modo che il paziente recupera dopo due soli giorni in ospedale. 'Dopo l'intervento la paziente prima totalmente non vedente è stata in grado di percepire la luce trasmessa dalla camera, e con la pratica e l'allenamento ha imparato a interpretare i segnali e riconoscere gli oggetti. In test di laboratorio la paziente ha potuto identificare correttamente forme e oggetti nell'87% dei casi, ed è stata in grado di valutare le distanze e prendere oggetti a portata di mano. La paziente ha perfettamente tollerato l'impianto, e non si sono manifestati effetti collaterali indesiderabili', ha dichiarato il team Optivip. Secondo Veraart, sono state necessarie due settimane per addestrare a un uso efficace del dispositivo la paziente, che dovrebbe ben presto essere capace di adoperarlo a casa nella vita quotidiana. L'applicazione, che costerà probabilmente intorno ai 20.000 euro, dovrebbe essere commercializzata entro il 2008. 'Dobbiamo tener presente che per il momento stiamo parlando di un prototipo', ha detto Reding. 'Al principio il costo è elevato, ma dopo qualche tempo lo sviluppo del mercato farà scendere il prezzo'.  
     
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