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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Febbraio 2005
 
   
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  MACCHINE AGRICOLE: BILANCIO A DUE FACCE IL SETTORE CHIUDE IL 2004 CON INCREMENTI DI FATTURATO DEL 3%, E REGISTRA UNA CRESCITA SUL MERCATO INTERNO PER TUTTE LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI MACCHINE. TUTTAVIA, CROLLANO I MARGINI DI PROFITTO  
   
  Roma, 28 Febbraio 2005 - L'industria italiana della meccanizzazione agricola presenta un bilancio "a due facce". Nel corso del 2004 il settore ha segnato incrementi di produzione e un positivo andamento delle vendite sia sul mercato interno sia sui mercati esteri, ma nello stesso tempo ha visto ridursi al minimo gli utili aziendali, per la crescita vertiginosa dei costi di produzione. Il dato - illustrato da Massimo Goldoni, Presidente dell'Unione nazionale dei costruttori di macchine agricole Unacoma, nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 9 febbraio scorso a Roma - suscita preoccupazioni circa la tenuta di un settore che, con una produzione di oltre 900 mila tonnellate annue, un fatturato intorno ai 6,5 miliardi di euro, e una quota di esportazioni pari al 60% del totale prodotto, ha fino ad oggi rappresentato uno dei punti di forza del made in Italy. I positivi risultati del comparto, che ha chiuso il 2004 con una crescita globale del 3%, e che dovrebbe registrare sulla base dei dati d'immatricolazione (depurati del cospicuo numero di pratiche in giacenza relative al 2003) incrementi tanto per le trattrici (stimati intorno al 3%) quanto per le mietitrebbiatrici (circa il 10%), nonché per le motoagricole e i rimorchi, sono da attribuire alla sua competitività e capacità d'innovazione. Queste caratteristiche, tuttavia, rischiano oggi di essere compromesse. L'impennata dei prezzi delle materie prime ferrose, infatti, dovuta all'eccesso di richiesta da parte soprattutto della Cina, ha comportato incrementi medi nei costi di fornitura superiori al 40%, con punte anche maggiori per quelle tipologie di macchine nelle quali la componente ferrosa è preponderante. La drastica riduzione degli utili - ha sostenuto Goldoni - non potrà non avere riflessi anche sugli investimenti per lo sviluppo tecnologico dei prodotti, necessari a mantenere il settore competitivo su tutti i mercati. Questo in un contesto che vede l'Italia agli ultimi posti in Europa nei finanziamenti per la ricerca, con tassi inferiori all'l% sul prodotto nazionale lordo. Lo Stato non sostiene l'innovazione, né in modo indiretto, con politiche di defiscalizzazione per la ricerca privata, né in modo diretto. Dobbiamo ricordare che è dagli anni '80 - ha detto Goldoni - che non esiste più un solo progetto importante finanziato con fondi pubblici nel campo della meccanizzazione agricola. Oltre alla crescita dei costi di produzione e alla mancanza di una politica per la ricerca e l'innovazione, un problema aperto è anche quello dei tassi di rinnovo del parco macchine. L'italia presenta un numero complessivo di trattrici pari a oltre 1 milione 650 mila unità, la gran parte delle quali totalmente obsoleta, se si considera che il mercato interno non assorbe in media più di 30.000 esemplari nuovi ogni anno. Per stimolare l'innovazione, e in parte anche per sostenere il mercato, l'Unione dei costruttori chiede dunque un nuovo provvedimento rottamazione (il decreto atteso per il 2005 è stato annullato dalla finanziaria), da abbinare con l'istituzione di una revisione obbligatoria dei veicoli.  
     
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