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Notiziario Marketpress di
Lunedì 07 Marzo 2005
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IL COMUNICATTIVO RADIO 1 RAI: LOREDANA LECCISO AL “CONFESSIONALE DEL COMUNICATTIVO” PARLA DEL SUO PROSSIMO LIBRO “NON PENSO DI ECCELLERE IN NULLA” |
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Roma, 7 marzo 2005 - Venerdì 4 febbraio su Radio 1 Rai Loredana Lecciso è stata l’ospite del “Confessionale del Comunicattivo”, laboratorio dei linguaggi della comunicazione ideato e condotto da Igor Righetti. Ecco un estratto dell’intervista realizzata da Igor Righetti. Com’è nato il fenomeno mediatico Lecciso? Questo dovresti chiederlo ai tuoi colleghi giornalisti. Ti hanno creata loro? Non mi hanno creata loro, il fenomeno sì. È solo mediatico e per fortuna. Facciamo tutti parte di una sana normalità, quello che è stato definito fenomeno era una voglia in quel momento di esprimere quel termine. Forse era posteggiato da qualche parte e qualcuno avrà avuto voglia di rispolverarlo. Io non lo trovo adeguato a quanto è accaduto però va bene. Hai rifiutato di posare per un calendario, perché? Perché penso che ogni nostra azione sia dettata da uno stato d’animo e che ogni nostra decisione venga presa in un determinato momento psicologico. Evidentemente quando me l’hanno proposto non mi sentivo psicologicamente pronta, ma non ho nulla contro i calendari e non sarò certo quella contraria a questo tipo di… come vogliamo chiamarli? Lavori? Servizi fotografici? Quale apprezzamento gradisci maggiormente? Come tutti quando mi viene fatto un complimento per l’intuito. Per l’intuito? Per l’intuito, per l’intelligenza, per l’aspetto intellettivo. E per l’aspetto fisico? Sull’immagine me ne frega relativamente. Ci sono dei giorni in cui mi vedo bella e altri in cui vedo assolutamente brutta. E quando mi vedo bella neanche me lo dicono gli altri e non mi importa. Sono talmente convinta che non ho necessità che mi si faccia un complimento. Quando sto giù di umore me ne possono arrivare anche mille, ma ciò non toglie che io mi veda… posso dire una parolaccia? Dipende da quale parolaccia… Un cesso. Ah va bene. Un cesso ancora, ancora. Si sente molto di peggio ormai. Cesso è da educanda. E allora censuriamo dalle tv e dalle radio queste parolacce… oltre alle Lecciso. Che cos’è che non sei ancora riuscita a fare? Tante cose. Per esempio a me piace molto scrivere e non ho mai pubblicato nulla. Mi auguro di farlo a breve. Stai preparando un libro? Sì, sto scrivendo qualcosa. Lo comprerai? Certo… Poi ti avviserò. Comprane molte copie così mi incrementi le vendite. Per te conta di più l’apparire o l’essere? Dipende anche lì. Secondo me cadiamo tutti nella trappola dell’apparire. Anche perché l’attuale società ci dà proprio questo ritratto… È una cosa in cui incappiamo spesso e di cui tutti vogliamo liberarci perché è ovvio che alla fine è la sostanza quella che conta. Però si diventa schiavi di un meccanismo e penso che oggi come oggi sia più difficile evitarlo. In una società di cinquanta, cento anni fa era molto più facile vivere più di contenuti e di sostanza. Si fatica un po’ nella nostra realtà, però io inseguo il non apparire. Anche se a volte sono schiava dell’apparire. Io penso che sia più nei momenti in cui si è più giù di morale, allora si ha bisogno di apparire. Ma non tanto per gli altri, per se stessi alla fine. Per colmare quelle lacune che in quel momento si attraversano. Almeno a me accade questo. Per che cosa ritieni di dover essere stimata? Mah, per nessun merito in particolare. Non penso di eccellere in nulla. Per la mia normalità. Penso di avere le qualità e i difetti a un livello standard, medio. Però, se sei riuscita a farti notare, qualche caratteristica in più degli altri devi averla... Probabilmente mi sarò esposta più degli altri. Forse un tantino. Appena, appena… Appena, appena. Poi sono molto discreta come persona. Riservata… Via con questa società dell’apparire… Basta… Occhio che non è quello il vero apparire, assolutamente. E qual è? Quello a volte è un ruolo in cui poi la gente tende a incasellarti, proprio perché viviamo nella società dell’apparire. A volte ti appartiene a volte no. Poi tu devi accettarlo, perché quando sei in gioco devi giocare a attenerti a delle regole che quel gioco comporta e prevede. Certo, la gente recepisce quel personaggio e poi, magari, tu sei tutt’altro… Il giudice migliore alla fine è sempre il tempo. Quante meteore che ci sono in giro… Quante meteore. Eh sì. Al di là della televisione quali sono i tuoi hobby? A me piace tantissimo scrivere. Scrivi anche poesie? Poesie no. Non sei una romanticona? Da ragazzina sì, ero più romantica, idealizzavo tutto quello che sarebbe stato il mio futuro. Poi quando cresci smetti di sognare. Vivi di più e sogni di meno. Sono anche più realistica in quello che scrivo e in quello che faccio. Poi i piccoli momenti di romanticismo sfiorano tutti e, quindi, anche me. Ogni tanto ci vogliono… Sì e poi non arrivano a comando. Comunque, a proposito del tuo “quante meteore”, era riferito a me? No, ho detto “quante meteore ci sono in giro”… Tu mi vedi un po’ meteora? No, perché? Ancora sei molto presente a livello mediatico. La meteora è colui o colei che poi sparisce… L’importante è rimanere presenti con se stessi. Finire a livello mediatico ma rimanere presenti e coerenti con se stessi penso sia il più grande successo in assoluto nella vita. Mi augurerei di scomparire a livello mediatico anche domani se mi dessero la garanzia di rimanere presente e coerente con me stessa il resto della vita. Qual è stata la tua più grande delusione? Ho avuto tante delusioni, tantissime. Ognuna è rapportata a un periodo, a una situazione, a una persona. Ne ho ricevute tante però, devo dire, allo stesso modo le dimentico. Ho la fortuna di rimuovere quanto di negativo mi accade e, invece, cerco di mantenere le cose positive. Ho una memoria labile per le cose negative. Speriamo che così rimanga. Tendo a dimenticare e questo mi aiuta molto a vivere bene Quale programma segui di più in televisione? Sembrerà strano ma non guardo molto la tv. Più d’inverno. La infesti e basta… Ti ringrazio. Ecco doveva essere un pomeriggio tranquillo, una chiacchierata tranquilla. Ti faccio una confessione anch’io. Una delle mie piante preferite è la gramigna perché è infestante. E tu mi associ alla gramigna? La gramigna è talmente infestante che nessuno riesce a estirparla. È un augurio… Mi stai augurando vita lunga? Esatto La gramigna non lascia crescere le altre piante. Io invece ho rispetto della realtà degli altri. Ma chi se ne importa. Basta con questo buonismo Loredana… Non è buonismo è realtà. Ognuno ha il proprio modo di pensare. Io non sono affatto buona però si tratta di rispetto. Sono quelle regole basilari. Quale personaggio televisivo non sopporti? Quando non sopporto qualcuno cambio canale. Abbiamo un’alternativa così vasta per fortuna. Quindi passi tutto il tempo a fare zapping? Guardo poco la tv. Di che cosa proprio non puoi fare a meno? Dei miei figli. Pensavo della trousse… Diciamo dei miei figli prima, poi se c’è la trousse è meglio. Altrimenti se manca soffrirò in silenzio. L’ordine di giornalisti ti ha radiato dall’albo dei pubblicisti perché non hai pagato l’iscrizione degli anni 2003 e 2004. Non ti interessa più fare la giornalista? Tu anziché startene lì potevi partecipare a una colletta. Lanciare l’idea. Adesso io non sarei radiata dall’Ordine. Per duecento euro… Radiata dall’Ordine per duecento euro. Però fa notizia. Tutti i Comunicattivi che vogliono contribuire alla colletta per il pagamento degli anni 2003 e 2004 per Loredana Lecciso possono chiamare il nostro numero verde 800 555 701. Io in cambio prometto di non apparire più in video. Ma così altro che duecento euro. Ci sommergono di milioni! Loredana che ci facciamo con tutti questi soldi? Altro che Bonolis. Come ti definiresti: showgirl, presentatrice, attrice, giornalista o miracolata? Miracolata no. Se dovessi essere miracolata il miracolo me lo conserverei per qualcosa di più forte di cui oggi grazie a Dio non ho bisogno. Lo chiederei soltanto per qualcosa di grave, magari per un problema di salute. Che piaccia o non piaccia il mio ruolo ufficiale è quello dell’inviata. Inviata? Inviata per una trasmissione televisiva che è “La vita in diretta”. Facciamo un po’ di pubblicità alla mia trasmissione già che ci siamo. E dove ti mandano? Mi mandano al diavolo dopo quest’intervista con te.
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