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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Marzo 2005
 
   
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  ECONOMIA UNICH CONTRO DDL  
   
  Pescara, 10 marzo 2005 - Il Consiglio della Facolta' di Economia dell'Universita' "G. D'annunzio" di Chieti-Pescara, preso atto della prosecuzione dell'iter parlamentare del disegno di legge delega sul riordinamento dello stato giuridico dei professori universitari (Ac 4735) nonostante i ripetuti pronunciamenti contrari di Senati Accademici, Consigli di Amministrazione e Consigli di Facolta' di varie universita' italiane, nonche' -almeno in una seconda fase- di Crui e Cun, e, ancora, di numerosi Collegi di Presidi di Facolta' e gran parte delle associazioni sindacali e di categoria della docenza e della ricerca universitarie, esprime viva preoccupazione e contrarieta' nei confronti di un testo che, ad avviso di tutti i soggetti ora ricordati, per un verso appare privo di un disegno organico di riforma, per altro verso risulta composto di parti eterogenee e non coerenti tra loro. In particolare, il Consiglio: ritiene che, dietro l'intento dichiarato di procedere ad una riforma dello stato giuridico dei professori universitari, si intenda realizzare una serie di riforme concernenti l'organizzazione e l'assetto strutturale delle universita' italiane, quali, ad esempio, il sistema di finanziamento della ricerca, le modalita' di accesso alla carriera accademica, e, soprattutto, il trattamento economico dei docenti; in questa prospettiva, il Consiglio non puo' fare a meno di criticare l'eccessiva ampiezza e l'eterogeneita' di una delega attribuita al Governo per la disciplina di materie cosi' distanti tra loro, e, in alcuni casi, coperte da riserva di legge; valuta negativamente ogni riforma dello stato giuridico dei docenti universitari caratterizzata da lunghi periodi di precariato; ritiene che l'eliminazione del ruolo dei ricercatori universitari -in luogo di una finalmente chiara definizione del loro stato giuridico- e la sua sostituzione con un ruolo di accesso alla carriera universitaria a tempo determinato, senza sostanziali garanzie e adeguata retribuzione, non rappresenti un rimedio efficace per i problemi strutturali dell'Universita' italiana, ma, semmai, possa ampliare in modo irreversibile il fenomeno della fuga di risorse umane e scientifiche che da anni affligge il nostro sistema universitario; esprime forti riserve sul ricorso generalizzato a contratti di diritto privato per la copertura degli insegnamenti con soggetti estranei alla vita e alla formazione accademica; esprime forti perplessita' sull'abolizione della distinzione tra tempo pieno e tempo definito per i docenti universitari; giudica inopportuna la previsione della copertura di posti di professore di prima fascia mediante convenzioni con imprese o fondazioni, al di fuori di regolari procedure di valutazione comparativa; ritiene inaccettabile che ai docenti universitari, unica categoria tra quelle dipendenti, venga per legge imposto un aumento del carico di lavoro, anche in relazione alle prossime modifiche degli ordinamenti dei corsi di studio, in assenza e a prescindere da qualsivoglia accordo sul necessario adeguamento retributivo e sulle modalita' di esercizio della loro peculiare funzione; ritiene che i criteri generali delle procedure concorsuali per il reclutamento e l'avanzamento dei docenti vadano stabiliti in modo chiaro, attraverso la fissazione preventiva di parametri certi e controllabili, lasciando comunque all'autonomia delle singole universita' la scelta degli idonei; ritiene necessario assicurare una procedura a livello nazionale per i giudizi di conferma in ruolo, a tutela degli individui e della qualita' del lavoro scientifico. Tenuto conto delle ultime disposizioni ministeriali sull'universita', il Consiglio ritiene inaccettabile che allo sblocco delle assunzioni nelle universita', stabilito nella ultima legge finanziaria, sia subito seguito un blocco di fatto di tutti i concorsi per il personale docente, ricercatore e tecnico-amministrativo. Tale ultima misura, unita al forte impulso impresso all'iter di approvazione del progetto di modifica dello status dei docenti, tende in effetti a riportare al centro, ossia all'amministrazione statale, scelte e soluzioni organizzative da anni affidate all'autonomia degli Atenei italiani. A questo riguardo, occorre sottolineare che l'universita' e' sede primaria della ricerca scientifica e che la funzione di docenza e' indissolubilmente unita a quella di ricerca. Data l'evidente importanza di queste funzioni per lo sviluppo del Paese e la formazione dei giovani, il Consiglio ritiene preoccupante e ingiustificato il ricorso a decreti-legge per affrontare problemi complessi e delicati come la programmazione universitaria e la modifica dello stato giuridico del personale docente. Pertanto, il Consiglio invita il Magnifico Rettore, il Senato Accademico e le altre Facolta' dell'Universita' "G. D'annunzio" di Chieti-pescara ad esprimere, a loro volta, una posizione ufficiale circa le attuali proposte legislative sull'universita', portandola a conoscenza del Ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca Scientifica.  
     
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