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Notiziario Marketpress di
Martedì 15 Marzo 2005
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UNICREDIT: UTILE A QUOTA 2.131 MILIONI (+ 8,7 % A/A) NEL QUARTO TRIMESTRE 2004 PROFITTI PER 627 MILIONI DI EURO (+65% A/A) PROPOSTO UN DIVIDENDO ORDINARIO DI 0,205 EURO (+ 20% RISPETTO AL 2003) |
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Milano, 15 marzo 2005 - Il Consiglio di Amministrazione di Unicredit ha approvato ieri il progetto di bilancio consolidato 2004 di Gruppo1. Nel 2004 il Gruppo Unicredit ha realizzato un utile netto di 2.131 milioni, che si confronta con i 1.961 milioni del 2003, pari ad una crescita dell’8,7%. Il quarto trimestre dell’anno si è chiuso con un utile in forte accelerazione (627 milioni, +65% a/a). Il Roe si è portato al 17,9%, dal 17,7% del 2003, mentre l’utile per azione si è attestato a 34 centesimi di euro, rispetto ai 31 centesimi del precedente esercizio. Il margine d’interesse si è portato a fine 2004 a un livello di 5.200 milioni, pari ad una crescita del 4,3% a/a e del 15,2% nel quarto trimestre sull’anno precedente. La dinamica positiva del margine d’interesse è stata sostenuta essenzialmente dalla crescita dei volumi intermediati, in atto dalla metà dello scorso esercizio, che ha consentito di compensare l’effetto negativo della riduzione dei tassi d’interesse sia sul differenziale tra tassi attivi e passivi, sia sul rendimento dell’investimento del patrimonio libero. I crediti verso clientela, pari a 140,4 miliardi, mostrano un incremento del 10,8% sul dicembre 2003. Tra le componenti degli impieghi si è confermata la crescita sostenuta dei mutui (+4,8% nel trimestre e +18,9% su fine 2003), positivamente influenzata dall’andamento del mercato immobiliare e dai bassi tassi d’interesse, mentre la dinamica dei crediti per contratti di locazione finanziaria è stata condizionata dall’operazione di securitisation effettuata da Locat in data 1 ottobre (2.525 milioni). La quota di mercato delle unità operanti in Italia si attesta al 10,83% in crescita di circa 10 centesimi di punto nell’esercizio. La quota negli impieghi a medio-lungo realizza un ulteriore progresso passando dal 10,80% di fine 2003 all’11,06% di fine 2004. Il complesso dei crediti dubbi netti con clientela si è attestato a 4.901 milioni registrando un incremento del 4% da inizio anno imputabile prevalentemente alle sofferenze (2.621 milioni, +10,5%), la cui crescita peraltro si accompagna ad una riduzione degli incagli (1.991 milioni, -7,7%), ed all’aumento dei crediti in corso di ristrutturazione. Il flusso netto da crediti in bonis a crediti dubbi nell’anno è stato pari a 1.925 milioni in netta flessione rispetto all’anno precedente (2.208 milioni, - 12,8%). Il rapporto tra totale crediti dubbi netti e totale dei crediti è migliorato nel corso dell’anno passando dal 3,72% di dicembre 2003 al 3,49% di dicembre 2004. Il rapporto sofferenze nette su crediti si è mantenuto costante nell’anno all’ 1,87%. Il rapporto di copertura sul totale dei crediti dubbi risulta pari al 48,2% e quello sulle sofferenze si attesta al 60,2%, entrambi in miglioramento rispetto a dicembre 2003. La raccolta diretta si attesta su un livello di 156,9 miliardi, in aumento del 7,2% nel trimestre e del 16% a/a . La raccolta indiretta si colloca a 253 miliardi, un valore in crescita del 4,7% nel trimestre e del 6,9% a/a. All’interno del comparto evolvono positivamente sia la raccolta gestita (+9,5% a/a), sia quella amministrata (+4,5% a/a). Il risultato di gestione raggiunge i 4.434 milioni e mostra una flessione del 5,8% a/a, accompagnata da un quarto trimestre in netta ripresa sull’anno precedente (+9,6%). L’evoluzione del risultato di gestione è determinata da una lieve flessione a/a del margine d’intermediazione (-0,7%) in crescita del 5,3% nel quarto trimestre sull’anno precedente, accompagnata da costi operativi in crescita del 3,5% a/a, +2,5% nel quarto trimestre sull’anno precedente. La dinamica dei ricavi e dei costi ha portato il cost/income dell’anno al 57,3%, livello che si confronta con il 55% del 2003. I proventi di intermediazione si portano a dicembre a 5.175 milioni, un livello inferiore del 5,3% rispetto all’anno precedente. Tale flessione è imputabile alla marcata contrazione dei profitti da operazioni finanziarie (-22,8% a/a), mentre la dinamica delle altre componenti sostanzialmente si compensa. La flessione dei profitti da operazioni finanziarie (993 nel 2004 contro i 1.287 del 2003) è spiegata principalmente dalla contrazione della vendita di derivati alla clientela corporate. Quest’ultima voce dei ricavi aveva mostrato una significativa accelerazione nella prima parte del 2003, derivante anche da condizioni di mercato caratterizzate da una elevata volatilità dei tassi. Le commissioni nette si collocano a 3.289 milioni, sostanzialmente in linea (-0,5%) con il livello del 2003. Un andamento sul quale ha influito significativamente la riduzione delle commissioni “up-front” (404 milioni, -37,7% a/a) in gran parte compensata dalla crescita delle altre commissioni (2.885 milioni, +8,5% a/a), legate ad una gestione del risparmio dei clienti in un’ottica di più lungo periodo. L’andamento del quarto trimestre evidenzia una ripresa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+1,4%). I costi operativi, pari a 5.941 milioni nell’esercizio, registrano un incremento sul 2003 del 3,5%, ma di solo il 2,2% a/a a cambi costanti. Le spese per il personale evidenziano nei dodici mesi un incremento sul 2003 del 3,3% a cambi storici e del 2,2% a cambi costanti, peraltro in parte imputabile alle risorse acquisite con il ramo mutui di Abbey National Bank of Italy. A parità di perimetro la variazione sarebbe infatti pari a circa il 2,75% a/a (+1,7% a cambi costanti). Le altre spese amministrative registrano un incremento sull’anno precedente del 5,5% a/a a cambi storici e del 4,3% a cambi costanti, sostenute da quelle relative agli immobili, dalle prestazioni di servizi vari resi da terzi, dalle manutenzioni e canoni per mobili, macchine e impianti, oltre che dalle spese postali e telefoniche. L’incremento di queste ultime è anche connesso, oltre che all’aumento delle tariffe postali, alle maggiori spese per la comunicazione e la trasparenza, a seguito dell’implementazione della recente nuova normativa sull’argomento. Le rettifiche di valore su avviamenti e su differenze positive di consolidamento sono pari a 276 milioni (12 milioni in più rispetto al 2003), di cui 91 milioni relativi al Gruppo Pioneer e 69 milioni a Pekao. L’aumento è sostanzialmente spiegato dalle rettifiche sulle nuove acquisizioni per complessivi 19 milioni (in particolare su Anbi, Ing e sulle nuove quote di Cassa Risparmio di Carpi e Locat). Gli accantonamenti per rischi ed oneri sono pari a 273 milioni, contro i 230 milioni del 2003. In tale importo sono compresi stanziamenti relativi a revocatorie, a cause in corso e altri rischi. Le rettifiche di valore su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni, al netto delle riprese, raggiungono 891 milioni, contro i 957 milioni del 2003. La riduzione è concentrata nella Divisione Corporate (-104 milioni) per la presenza nelle rettifiche del 2003 di quelle sui crediti di Parmalat, ed in misura minore nella New Europe (-14 milioni), mentre la Divisione Retail evidenzia un aumento di 37 milioni, anche correlato all’aumento delle partite entrate in sofferenza. L’apporto della componente straordinaria da inizio anno è stato positivo per 218 milioni, contro i 215 milioni dell’anno precedente. A tale risultato hanno contribuito, tra l’altro, utili netti da realizzi per 180 milioni (132 relativi a cessioni di immobili, 39 milioni riferiti a partecipazioni), eccedenze su accantonamenti precedentemente costituiti per 171 milioni (dei quali 67 relativi al cosiddetto “disinquinamento fiscale”, ovvero al recupero di importi in precedenza accantonati a fini fiscali e non più consentiti in base alla nuova normativa societaria), conguagli positivi netti sulla fiscalità differita di esercizi precedenti per 155 milioni e oneri per incentivi all’esodo per 246 milioni, prevalentemente connessi al Piano Industriale. Le imposte sul reddito, pari a 1.036 milioni, registrano una riduzione del 22,4% rispetto al 2003, beneficiando sia degli effetti delle nuove disposizioni tributarie, in particolare quelle relative al consolidato fiscale che dal corrente esercizio consente alle società di recuperare le imposte in caso di reddito imponibile negativo, sia di una favorevole composizione degli utili lordi. In rapporto all’utile lordo l’incidenza delle imposte scende pertanto al 31%, rispetto al 39% dell’ultimo bilancio. La consistenza del Fondo Rischi Bancari Generali, posta del patrimonio netto assimilabile alle riserve formatasi nel tempo con l’accantonamento di utili tassati a presidio dei rischi latenti nell’attività bancaria, anche in vista dell’adozione dei principi contabili internazionali che non prevedono tale riserva, viene riconferita a conto economico per riportarla nella piena disponibilità degli azionisti, determinando un apporto di 130 milioni all’utile netto. L’utile del periodo da inizio anno si porta su un livello di 2.300 milioni, con un incremento del 10,3% sull’anno precedente. La quota di terzi di tale utile, pari a 169 milioni, registra un aumento di 45 milioni (+36,3% a/a), correlato essenzialmente all’incremento dell’utile del Gruppo Pekao. L’utile netto di pertinenza del Gruppo si attesta pertanto a 2.131 milioni, in crescita dell’8,7% rispetto ai 1.961 milioni dell’esercizio precedente. Il Core Tier 1 si attesta a 7,35% da 6,97% di dicembre 2003, il Total Capital Ratio raggiunge l’11,63 % (da 11,12% nel dicembre 2003). La struttura del Gruppo2 a fine dicembre 2004 era composta da un organico di 68.571 dipendenti (‑ 677 unità rispetto a giugno 2004, -491 rispetto a dicembre 2003) e da una rete di 4.442 sportelli (-121 su fine 2003). Il Consiglio di Amministrazione ha altresì approvato il progetto di bilancio della Capogruppo che ha riportato un risultato netto di 1.750 milioni, rispetto ai 1.793 milioni dell’esercizio precedente. Grazie a tale risultato viene proposta all’Assemblea ordinaria degli azionisti la distribuzione di un dividendo unitario di euro 0,205 per le azioni ordinarie e di euro 0,220 per le risparmio, entrambi superiori rispettivamente del 20% e del 18% ai livelli dell’anno precedente. Con un rendimento complessivo (Dividend Yield3) del 5,02% (4,32% a fine 2003). Il dividendo, nell’ammontare deliberato dall’Assemblea medesima, sarà messo in pagamento il giorno 26 maggio 2005 con data stacco cedola il 23 maggio 2005. La Divisione Retail La Divisione Retail ha riportato a fine 2004 un utile netto di 546 milioni (-6,7% rispetto a dicembre 2003). Il risultato 2004 è peraltro influenzato da componenti straordinari non ripetibili quali gli accantonamenti per la costituzione di un fondo incentivazione all’esodo, in parte compensati da recuperi della fiscalità di Clarima e Unicredit Banca per la Casa, al netto dei quali l’apporto al consolidato risulterebbe in crescita. Più in dettaglio, il margine d’interesse si attesta a 2.360 milioni (+0,9% a/a). Tale andamento è influenzato negativamente dalla flessione dei tassi di mercato (Euribor medio annuo ad 1 mese: - 27 punti base) che è stato contrastato con un consistente incremento dei volumi intermediati, pari al +16,1% per gli impieghi sui dati di fine periodo. La dinamica trimestrale del margine di interesse mostra una accelerazione, l’ultimo trimestre chiude, infatti, con un aumento del 12% rispetto al 4° trimestre del 2003 (+3,5% anche rispetto al 3° trimestre del 2004). I crediti a clientela, pari a quasi 56,7 miliardi, registrano un aumento del 16% a/a, grazie ad una crescita significativa dei mutui a famiglie e piccole imprese (ca. 40,9 miliardi, +18,4% a/a rispetto a fine 2003) e delle altre forme di finanziamento alla clientela (15,8 miliardi, +10,7% a/a). Da evidenziare, in particolare, il rapido sviluppo del credito al consumo (quasi 1,3 miliardi di erogazioni di prestiti personali) e delle carte revolving (270.000), principalmente grazie all’attività di Clarima e della rete distributiva di Unicredit Banca. Per quanto riguarda la qualità dell’attivo, il totale dei crediti dubbi ammonta a 2.185 milioni (+ 9,4% a/a) con un rapporto del 3,86% sul totale degli impieghi (4,09% a dicembre 2003). Il rapporto di copertura dei crediti dubbi si attesta al 38,2%, in miglioramento rispetto a fine 2003 (37,8%). Le sofferenze sono pari a 1.105 milioni (+15,1% a/a) e si attestano all’1,95% dell’ammontare complessivo dei crediti a clientela, (1,97% a fine 2003). La massa amministrata della clientela ammonta a circa 187,4 miliardi (+5,8% a/a), al suo interno la raccolta diretta si attesta a 67,2 miliardi, (+11,6% a/a) sostenuta dalle emissioni obbligazionarie e la raccolta indiretta raggiunge i 120,3 miliardi, in crescita del 2,8% a/a, con un’evoluzione positiva sia nella componente gestita (+3,9% a/a) sia in quella amministrata (+1,9% a/a). Più in dettaglio, la consistenza del risparmio gestito (gestioni patrimoniali, fondi comuni di investimento collocati, prodotti banca-assicurazione) si attesta a 53,9 miliardi (45% del totale della raccolta indiretta). In tale ambito, si riscontra il forte impulso commerciale derivante dalla vendita di prodotti innovativi di gestione patrimoniale (Focus Invest) per una raccolta netta pari ad oltre 3 miliardi di euro (realizzati a partire da luglio, mese di lancio del nuovo prodotto), e di prodotti banca-assicurazione (polizze, prodotti a premi ricorrenti, etc.), la cui quantificazione di stock è misurabile in quasi 18,7 miliardi, rispetto ai 15,7 di fine 2003. I proventi di intermediazione e diversi sono pari a 1.963 milioni, in diminuzione del 2,3% a/a. All’interno dell’aggregato si riducono le commissioni, secondo una tendenza che si è evidenziata già dall’inizio del 2004, riconducibile ad una specifica linea strategica intrapresa dalla Divisione che privilegia, all’interno delle commissioni, la componente ricorrente a discapito di quella una-tantum di ingresso. Si registra una buona tenuta delle commissioni da risparmio gestito, nelle componenti legate alle commissioni di management e quelle derivanti dalla vendita di fondi comuni e gestioni patrimoniali. Leggermente inferiore il contributo dei prodotti di bancassicurazione rispetto al 2003 per una ricomposizione del mix di vendita. Il margine d’intermediazione nell’esercizio 2004 è pertanto pari a 4.323 milioni, in lieve diminuzione rispetto al 2003 (-0,6%) ma con passo trimestrale crescente nel 2004 (+6% 4Trim04/3trim04). I costi operativi si attestano a 2.958 milioni, in leggero aumento (+2,6%) a/a. Un confronto più omogeneo con il 2003 (incorporando il ramo Anbi acquisito) limiterebbe peraltro la crescita dei costi operativi all’1,3% a/a. I costi del personale, pari a 1.543 milioni di euro, sono aumentati del 2,8% a/a: l’incremento è sostanzialmente da ricondurre allo sviluppo delle attività di Clarima, che hanno reso necessario un potenziamento dell’organico (+44 unità a/a). Nelle altre banche della Divisione i risparmi sulla diminuzione dell’organico per efficientamenti delle strutture sono stati compensati dagli aumenti retributivi riconducibili agli accantonamenti per il futuro Ccnl, ad incrementi retributivi programmati ed adeguamenti per l’incentivazione del personale. Gli altri costi operativi, diversi dalle spese del personale, ammontano a 1.415 milioni (+2,4% a/a). Il Cost/income a fine 2004 si attesta al 68,4%. Il risultato di gestione è pari a 1.365 milioni (-6,8% a/a). Gli accantonamenti e le rettifiche su crediti totalizzano 334 milioni, in aumento del 5,4% a/a. Le cause della crescita sono ascrivibili sia all’incrementata attività creditizia (anche su attività che richiedono elevati livelli di copertura, come le carte revolving), sia all’adeguamento del livello di copertura dei crediti in bonis, oltre che, in minor misura, a perdite a carico dell’esercizio di carattere straordinario. Il costo del rischio (rettifiche nette/crediti netti) è pari allo 0,50%, stabile rispetto a fine 2003. Rilevante l’incidenza sull’utile delle componenti straordinarie, che ammontano a -129 milioni, gravate in particolare da oneri per incentivi all’esodo per circa 135 milioni, prevalentemente connessi al piano industriale 2004-2007. Nel 2004 gli sportelli della Divisione Retail ammontano a 2.742, (-156 sul 2003). Il numero dei dipendenti raggiunge 25.136 unità (- 332 rispetto al 2003). La Divisione Corporate La Divisione Corporate ha chiuso l’esercizio con un utile netto di 950 milioni. Più in dettaglio, il margine di interesse si è attestato a 1.504 milioni (+2% a/a). Le commissioni nette, insieme agli altri proventi netti, hanno raggiunto i 711 milioni, in aumento del 3,2% a/a. Sulla dinamica reddituale dei profitti da operazioni finanziarie (820 milioni, -25,7% a/a) ha influito negativamente l’andamento dell’attività di collocamento di prodotti derivati, condizionata dalle mutate condizioni di mercato. Il margine di intermediazione della Divisione si attesta così a 3.035 milioni, un valore inferiore del 7,1% rispetto a quanto registrato nel 2003. Gli impieghi a clientela della divisione (al netto dei pronti contro termine) raggiungono i 62,9 miliardi (+0,1% a/a). Considerando l’impatto delle operazioni di securitisation nel 2004 (per circa 3 miliardi), la crescita degli impieghi sale al 4,9% a/a con un contributo particolarmente dinamico del medio-lungo termine (25,6 miliardi, +9,2% a/a). Unicredit Banca d’Impresa ha migliorato lo share of wallet sulla clientela (società non finanziarie) dal 12,3% al 12,4% di fine 2004, mantenendo peraltro livelli di spread sugli impieghi in miglioramento (2,34% in media nel 2004, +8 pb a/a). I debiti verso clientela della Divisione Corporate, al netto dei pronti contro termine, sono pari a quasi 11,8 miliardi, in aumento dell’8,8% sull’anno precedente. I costi operativi (incluse altre spese e ammortamenti per 487 milioni, +2,1% a/a) ammontano a 1.013 milioni, in flessione dello 0,9% a/a, principalmente grazie all’andamento delle spese per il personale (526 milioni, -3,5% a/a). Il Cost/income si posiziona al 33,4%. Il risultato di gestione raggiunge 2.022 milioni, il 9,9% in meno rispetto al 2003. Il totale degli accantonamenti e delle rettifiche nette di valore si attesta a 562 milioni, in diminuzione rispetto ai 641 milioni di un anno prima (il calo è del 12,3%). In particolare, le rettifiche di valore su crediti e gli accantonamenti per garanzie e impegni ammontano complessivamente a 575 milioni, contro i 687 milioni di fine 2003. Nell’esercizio si sono registrate riprese di valore su crediti per 99 milioni, valore sostanzialmente in linea con quello del 2003 (107 milioni). I riflessi delle difficoltà del contesto economico sul profilo della qualità creditizia sono stati attenuati da politiche di attenta gestione della qualità del credito. I crediti dubbi della Divisione ammontano a 1.771 milioni (+11,1% sul 2003, -2,8% sul Sett04) con un’incidenza del 2,62% sul totale crediti. Il rapporto di copertura dei crediti dubbi è pari al 35,7%. Nel 2004 gli sportelli della Divisione Corporate ammontano a 243 (+29 a/a). I dipendenti sono 6.334 (+14 unità). La Divisione Private & Asset Management La Divisione Private & Asset Management chiude l’esercizio 2004 con un utile netto di 401 milioni, in forte crescita sull’anno precedente (+63,7% a/a). Il risultato di gestione si attesta a 429 milioni, in aumento del 9,2% a/a. Il margine d’intermediazione raggiunge 1.167 milioni (+6,7% a/a), principalmente grazie alla favorevole dinamica delle commissioni nette (8% a/a). Più in dettaglio, questo ultimo andamento è riconducibile ad un aumento delle masse medie in gestione di Pioneer (+11% a/a) accompagnato da un miglioramento del mix, da una più elevata produttività dei promotori finanziari (massa amministrata pro capite da 4,6 a 5,9 milioni, +28,3%) e dall’applicazione ai promotori ex-Ing del mandato standard di Xelion. I costi operativi (inclusi ammortamenti per 30 milioni) si attestano a 738 milioni, in crescita del 4,7% a/a. Tale andamento è riconducibile alle maggiori spese per il personale (331 milioni, +8,9% a/a) conseguenti al rafforzamento degli organici e all’accresciuta incidenza di spese progettuali, di pubblicità e connesse allo sviluppo del business. Il Cost/income è in miglioramento dal 64,2% di dicembre 2003 al 63,2%. L’utile netto risente in misura significativa dell’apporto delle componenti straordinarie, pari a 68 milioni, tra cui si evidenziano principalmente 41 milioni di proventi per fiscalità anticipata e 11 milioni di rimborso assicurativo a fronte di perdite contabilizzate in precedenti esercizi. La Divisione Private & Asset Management gestisce ed amministra circa 172 miliardi di attività finanziarie, avvalendosi di oltre 3.000 gestori di clientela tra dipendenti e promotori finanziari mandatari. Di rilievo sono i risultati conseguiti dalla società di asset management e asset gathering (Xelion). Pioneer Investments, infatti, ha chiuso il 2004 con vendite nette pari a 3,5 miliardi, grazie soprattutto al contributo delle componenti estere (raccolta netta Usa 767 milioni, International inclusa Italia oltre 2 miliardi, New Europe oltre 700 milioni). Il peso degli hedge funds passa dal 2,1% di dicembre 2003 al 3% di fine 2004. Il patrimonio gestito ha raggiunto i 129,8 miliardi, +9% a/a, di cui 2,9% a/a relativo alla raccolta netta, +4,2% a/a alla performance di mercato, +1,9% relativo all’acquisizione Safeco, nonostante il forte deprezzamento del dollaro. Xelion ha ripetuto il primato del 2003 nel settore per raccolta netta, con un totale di oltre 2 miliardi, che è valso una quota di mercato del 25% circa e ha rappresentato una crescita dell’8,4% rispetto al 2003 (a parità di perimetro). La Divisione Nuova Europa Nel corso del 2004 la Divisione Nuova Europa ha ulteriormente rafforzato la propria posizione di leadership in una regione di dimensioni rilevanti (oltre 174 milioni di abitanti), caratterizzata da forti prospettive di crescita e da una progressiva riduzione del costo del rischio per effetto del processo di convergenza e di entrata nell’Ue. In tale contesto, la Divisione ha raggiunto i migliori risultati dall’inizio della sua formazione, sia in termini assoluti sia in termini di contribuzione agli obiettivi di gruppo. Tale ottimo andamento si riflette su tutte le grandezze economiche e patrimoniali, che analizzeremo di seguito valorizzate a cambi costanti. L’utile netto del periodo della Divisione si è attestato a 585 milioni, di cui 398 milioni di pertinenza del Gruppo, mostrando, quest’ultimo, un aumento del 22,8% a/a grazie all’elevata performance di tutte le banche. Il margine di intermediazione è pari a 1.835 milioni, in crescita del 4,8% sull’anno precedente, grazie al positivo contributo di tutte le voci di ricavo. Più in dettaglio, il margine d’interesse cresce del 2,8% (1.154 milioni), anche grazie ai maggiori volumi, i profitti da operazioni finanziarie del 9,4% a/a (128 milioni) e le commissioni e gli altri proventi netti (553 milioni) aumentano dell’8,2%. Questo ultimo andamento è riconducibile allo sviluppo nella distribuzione di prodotti di risparmio gestito in Pekao. I crediti verso la clientela4 della divisione si attestano a 14 miliardi, in crescita del 10,6% a/a (+18,6% a/a a cambi storici). I debiti verso clientela5 raggiungono i 22,3 miliardi (+2,5% a/a, +10,8% a/a a cambi storici). La severa politica di controllo delle spese adottata dalle banche della Nuova Europa si è tradotta in un limitato aumento dei costi operativi (1.013 milioni, +3,4% a/a), a fronte di un’inflazione media ponderata dell’area di circa il 4%. Più in dettaglio, le spese per il personale, pari a 492 milioni, aumentano solo dell’1,9% a/a bilanciando l’aumento delle altre spese amministrative (382 milioni, +4,8% a/a), peraltro in linea con l’inflazione media ponderata dell’area. Le rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali e immateriali (139 milioni) crescono del 4,5% sul 2003 principalmente per alcuni investimenti legati ai sistemi informativi in Bulbank. Il Cost/income si attesta al 55,2%, in miglioramento rispetto all’anno precedente (56% a fine 2003). L’ottimo controllo del rischio di credito si traduce in una diminuzione delle rettifiche nette su crediti (125 milioni, -19,4% a/a), accompagnata da un miglioramento del coverage ratio sulle sofferenze (da 81,4% del 2003 a 84,8% del 2004) e sui crediti dubbi (da 64% a 70,8%). I crediti dubbi raggiungono 888 milioni (-21,3% a/a), le sofferenze sono pari a 373 milioni (-13,9% a/a). Il risultato di gestione si attesta a 822 milioni, in crescita del 6,6% a/a. A fine 2004 il numero totale dei dipendenti della divisione è pari a 27.568 unità6 (rispetto a 28.039 del 2003, -417 unità), gli sportelli ammontano a 1.287 (+6 rispetto al 2003). La transizione ai principi contabili internazionali Per affrontare l’introduzione dei principi contabili internazionali Ias/ifrs, il Gruppo Unicredito Italiano ha avviato un progetto dedicato allo studio degli impatti che si produrranno sulle diverse funzioni delle società del Gruppo ed all’implementazione delle relative modifiche operative e procedurali. Le attività del progetto si sono concretizzate in specifiche iniziative che, trasversalmente alle diverse funzioni del Gruppo, consentono di affrontare le diverse problematiche (di business, di gestione delle informazioni e di rendicontazione) connesse alla transizione agli Ias. Tale transizione ha comportato e sta comportando un notevole impegno per lo sviluppo di un nuovo sistema informatico, in parallelo a quello attualmente utilizzato per la predisposizione dei bilanci sulla base dei principi contabili nazionali che verrà comunque pro-tempore mantenuto. Tale sistema è in fase di completamento e di test, mentre è in corso il disegno e la predisposizione dei supporti informatici, da sviluppare anche sulla base dei nuovi schemi e tabelle di nota integrativa, necessari per l’alimentazione ed elaborazione dei dati Ias ai fini di bilancio. In base a quanto sopra, ed in particolare al fatto che talune opzioni di rilevante impatto sono state definite dalla Commissione Europea solo recentemente, in particolare con riferimento ad alcuni aspetti dello Ias 39, e che altri elementi rilevanti sono ancora in fase di definizione, il Gruppo prevede prudentemente di diffondere l’informativa quantitativa in base ai principi contabili internazionali a partire dalla relazione semestrale al 30 giugno 2005. Ulteriori dettagli sul processo di transizione ai principi contabili internazionali sono riportati nella relazione di bilancio approvata in data odierna. Progetto Di Fusione Per Incorporazione In Unicredito Italiano Di Banca Dell’umbria 1462 E Cassa Risparmio Carpi A completamento del processo che ha portato negli anni scorsi alla riarticolazione delle banche italiane del Gruppo Unicredit secondo un nuovo modello di “banche di segmento a copertura nazionale”, è stato avviato un piano di razionalizzazione delle attività di Banca dell’Umbria 1462 S.p.a. E di Cassa Risparmio Carpi S.p.a., società entrambe attualmente controllate da Unicredit Banca, banca Retail del Gruppo, detenuta interamente da Unicredit. A tal fine, il Consiglio di Amministrazione di Unicredit ha approvato il progetto di fusione per incorporazione in Unicredit medesimo delle predette banche, previa acquisizione delle stesse da Unicredit Banca, nonché l’avvio dell’iter che porterà all’immediata integrazione delle attività di queste ultime in altre società del Gruppo (retail, corporate, private ed immobiliare) in funzione dei rispettivi profili di attività ed in coerenza con il modello unitario di business del Gruppo medesimo. Nell'ambito del progetto di fusione in discorso il Consiglio di Amministrazione di Unicredit ha approvato, sulla base dei dati e delle informazioni disponibili, i seguenti rapporti di concambio: - 1,03 azioni ordinarie Unicredit per ogni azione ordinaria Banca dell’Umbria 1462 - 5,48 azioni ordinarie Unicredit per ogni azione ordinaria con privilegio di rendimento Cassa Risparmio Carpi. Sulla congruità dei predetti rapporti si esprimerà l’esperto comune nominato ai sensi dell’art. 2501 sexies del Codice Civile. Il Consiglio di Amministrazione di Unicredit ha, pertanto, deliberato di convocare l'Assemblea Straordinaria - dando mandato al Presidente di fissarne le date in concomitanza con le adunanze dell'Assemblea Ordinaria chiamata ad approvare il bilancio di esercizio 2004 - per sottoporre ai Soci il citato progetto ed, in particolare, la proposta di un aumento di capitale di massimi Euro 2.796.307, mediante emissione di massime 5.592.614 azioni ordinarie da nominali Euro 0,50 cadauna, al servizio del concambio delle azioni delle banche che verranno incorporate. E’ escluso il diritto di recesso, non rientrando l’operazione nelle previsioni dell’art. 2437 del Codice Civile. Inoltre, in considerazione del limitato numero di azioni che la Società Incorporante emetterà al servizio della fusione, non sono previste variazioni apprezzabili nelle quote di partecipazione al capitale con diritto di voto di Unicredit da parte dei suoi maggiori azionisti. Si stima di perfezionare la fusione ed il contestuale scorporo dei rami d’azienda da parte della Capogruppo a favore delle banche/società di segmento del Gruppo in data 1° luglio 2005. Non ricorrono le condizioni previste dall’art. 71 bis del Regolamento Emittenti Consob per la predisposizione del documento informativo ivi previsto. Il Consiglio di Amministrazione ha altresì deliberato un aumento di capitale di nominali euro 670.740 per l’emissione di 1.341.480 azioni ordinarie (performance share) da assegnare al Top Management del Gruppo nell’ambito del Sistema di incentivazione a medio termine varato lo scorso anno al fine di sostenere il raggiungimento dei risultati del Piano Strategico triennale.
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