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Notiziario Marketpress di
Martedì 15 Marzo 2005
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GUARDIA DI FINANZA. FUNZIONAVANO COME JUKE-BOX, MA RIPRODUCEVANO BRANI MUSICALI PROTETTI DAL “DIRITTO D’AUTORE”. SEQUESTRATI 65 APPARECCHI “A.D.D” E 835.000 BRANI IN FORMATO MP3. DENUNCIATI 5 RESPONSABILI |
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Roma, 15 marzo 2005 - Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Udine ha scoperto un innovativo quanto remunerativo sistema di frode, perpetrato grazie a speciali apparecchi che, dietro pagamento di un corrispettivo, consentivano l’ascolto di brani musicali in formato mp3, in violazione della normativa sul diritto d’autore. L’ingegnoso business era stato ideato e realizzato da alcune aziende nazionali che, dopo aver importato dalla Repubblica Slovacca le necessarie apparecchiature, molto simili a computer, avevano avviato l’illegale attività. Gli apparecchi in questione, tecnicamente denominati A.d.d. (apparecchi di diffusione on demand), erano muniti di un ampio monitor a schermo piatto e di un capiente hard disc in grado di contenere migliaia di brani musicali in formato mp3, che potevano essere ascoltati inserendo una moneta nell’apposita gettoniera. Gli apparecchi erano stati collocati all’interno di locali pubblici, situati su tutto il territorio nazionale e frequentati principalmente da giovani. Oltre ai moderni Juke Box - 65 in tutto -, le Fiamme Gialle di Udine hanno sequestrato 835.000 brani mp3 illecitamente riprodotti e diffusi in pubblico, un personal computer, 9 telefoni cellulari e denaro contante per 7.000 Euro, provento dell’attività fraudolenta. Grazie ad un hard disc portatile della capacità di 100 gigabyte -anch’esso posto sotto sequestro-, i responsabili dell’illecito riuscivano rapidamente ad aggiornare il “pacchetto” musicale in dotazione agli apparecchi A.d.d., adeguandolo alle mode ed ai gusti della clientela. 5 le persone denunciate. 3 di esse per associazione a delinquere finalizzata all’illecita duplicazione, commercializzazione e diffusione di opere protette dal diritto d’autore. I controlli fiscali, ai quali saranno sottoposte le imprese coinvolte, consentiranno di quantificare i redditi derivanti dall’illecita commercializzazione e gestione dei Juke Box di nuova concezione, ciascuno dei quali, secondo una prima stima, era in grado di rendere dai 1.000 ai 2.000 Euro al mese (1,2 milioni di euro all’anno).
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