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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 16 Marzo 2005
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IN CANADA NUOVE OPPORTUNITÀ DI BUSINESS PER LE AZIENDE ITALIANE OLIMPIADI DI VANCOUVER, TRATTATO DI LIBERO SCAMBIO NAFTA, ACCESSO AL MERCATO USA NUOVI MODELLI COMPETITIVI E NUOVE AREE DI INTERSCAMBIO CON IL CANADA |
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Milano, 16 marzo 2005 - Perde terreno il Made in Italy in Canada nel 2004. Le esportazioni verso questo Paese nel periodo gennaio-novembre 2004, infatti, segnano una pericolosa inversione di tendenza rispetto al 2003 soprattuto nei settori del tessile (-8,87%) e dell’abbigliamento, nel comparto cuoio e calzature (-10,64%), beni strumentali (-13,98%) e nel mobile arredo (-2,1%). Anche settori tipici del Made in Italy come la pasta ha registrato un calo del 12,23% nei primi 5 mesi del 2004. È lo scenario tracciato in sintesi nel summit organizzato ad Ottawa da Sistema Italia, al quale hanno partecipato l’ambasciatore Marco Colombo, i Consoli generali di Montreal, Vancouver, Edmonton e Toronto, i direttori degli uffici Ice operanti sul territorio e tutti i rappresentanti delle principali istituzioni italiane in Canada. “La competitività è determinata soprattutto dalla rapidità di risposta al mutare delle esigenze del mercato - ha evidenziato l’ambasciatore Colombo che, proprio in apertura dei lavori, ha suggerito di potenziare il gioco di squadra per risultare più efficaci nell’attività di promozione del Mercato Italia, che dovrà essere orientata all’operatività concreta e ha chiesto maggiore ‘aggressività diplomatica’, da parte di tutte le realtà consolari e degli uffici Ice”. “Il Ministero delle attività produttive ha già stabilito di attivare delle linee di finanziamento ad hoc per gli imprenditori italiani interessati a lavorare con il Canada, anche in vista delle prossime Olimpiadi di Vancouver, in programma per il 2010 afferma Marco Macorigh, presente al summit del Sistema Italia come neo presidente di Team Italia, l’associazione canadese presente capillarmente su tutto il territorio, che riunisce le aziende e i dirigenti italiani in Canada. Inoltre sono stati evidenziati dal Map alcuni settori che presentano buone possibilità di sbocco per le aziende italiane sul mercato canadese tra cui il settore petrolifero, la logistica, il turismo e la cultura. Oltre alle Olimpiadi del 2010, ci sono altre opportunità per incrementare la presenza delle aziende italiane sul mercato canadese. In questo momento il Canada sta cercando nuovi paesipartner commerciali per ridurre la dipendenza dalla polarizzazione del proprio commercio internazionale con gli Usa e grazie anche alla struttura produttiva canadese ricca di Pmi, molto simile al modello italiano e alla buona presenza di comunità di origine italiana, l’Italia ha ottime carte da giocare. Inoltre grazie al Trattato di libero scambio Nordamericano (Nafta) il Canada rappresenta per le imprese italiane una porta d’accesso privilegiata al mercato statunitense e messicano. “È necessario individuare forme innovative di approccio al mercato canadese per recuperare il terreno perduto. Impariamo dai tedeschi sostiene Macorigh che nel 2004 sono riusciti a riconquistare le loro posizioni grazie a una campagna mirata a valorizzare le caratteristiche per le quali vanno famosi, a cominciare dall’affidabilità”. “Per il settore dell’alimentare, in particolare, gli spazi ci sono e importanti, ma è necessario affrontare il mercato dopo averlo studiato attentamente. Se la pasta perde terreno, perché in questo momento anche in Canada l’opinione pubblica è molto sensibile a nuovi modelli di alimentazione, che privilegiano i cibi dietetici, è inutile puntare sul tradizionale. Orientiamo la produzione verso quel comparto, sfruttando l’ottima fama che abbiamo nel campo delle produzioni alimentari di qualità”. E ancora. “Nel settore delle tecnologie e del design, anche se può sembrare strano prosegue Macorigh - abbiamo alcuni vantaggi competitivi sul mercato canadese. Un prodotto che sul mercato italiano viene considerato di fascia media, per il Canada è di fascia alta e allora puntiamo su quello, arricchendolo però di valore aggiunto con una buona iniezione di servizi di qualità, ambito nel quale l’Italia in generale è assai carente, a differenza della Germania.”
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