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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Marzo 2005
 
   
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  SCIENZIATI SPAGNOLI E BRITANNICI INDIVIDUANO INIBITORE DEL CANCRO NEL TÈ VERDE  
   
   Bruxelles, 17 marzo 2005 - Un progetto finanziato dall'Unione europea cui partecipano scienziati spagnoli e britannici ha accertato per la prima volta il motivo per cui il consumo di tè verde può proteggere il corpo dall'insorgenza di determinate forme di cancro. Precedenti studi epidemiologici avevano già rivelato gli effetti positivi del consumo di tè verde su determinati tipi di cellule cancerogene. Ora gli scienziati dell'Università di Murcia, in Spagna, e del John Innes Centre di Norwich, nel Regno Unito, sostengono di aver isolato la sostanza responsabile, offrendo un potenziale punto di partenza per lo sviluppo di una nuova famiglia di farmaci contro il cancro. I ricercatori riferiscono che un polifenolo (Egcg) presente in natura, isolato da foglie di tè verde nel corso di esperimenti di laboratorio, inibisce la riproduzione delle cellule cancerogene, se presente nelle basse concentrazioni riscontrate nei consumatori di tè verde. Essi fanno tuttavia presente che l'enzima con cui l'Egcg si lega per inibire la crescita di cellule cancerogene è stato anche posto in relazione a malformazioni congenite quali la spina bifida. "Si tratta di una scoperta molto entusiasmante", ha affermato Roger Thorneley, responsabile del team britannico. "Per la prima volta abbiamo una chiara spiegazione scientifica del motivo per cui l'Egcg inibisce la crescita di cellule cancerogene in concentrazioni equivalenti a quelle rinvenute nel sangue di persone che bevono due o tre tazze di tè verde al giorno. Abbiamo individuato l'enzima nelle cellule tumorali che l'Egcg intercetta, e ora sappiamo in che modo agisce per impedire a tale enzima di formare nuovo Dna". José Neptuno Rodríguez-lópez, il responsabile del team spagnolo, ha aggiunto: "Abbiamo deciso di esaminare l'Egcg perché ci siamo resi conto che la sua struttura era molto simile a quella del metotrexato, un farmaco molto efficace contro il cancro. Abbiamo scoperto che l'Egcg è in grado di uccidere le cellule cancerogene proprio come il metotrexato. Tuttavia, poiché l'Egcg si lega all'enzima in maniera meno forte rispetto al metotrexato, gli effetti collaterali sulle cellule sane dovrebbero essere minori. "Ora stiamo utilizzando l'Egcg come punto di partenza per progettare e sviluppare nuovi farmaci efficaci contro il cancro, capaci di uccidere le cellule tumorali ma che provocano danni minori alle cellule sane", ha aggiunto il dottor José Neptuno Rodríguez-lòpez. Le aziende farmaceutiche sono molto interessate a mettere a punto alternative al metotrexato e ai farmaci ad esso correlati, a causa dei pesanti danni provocati da questi medicinali alle cellule sane, particolarmente quelle del fegato e del midollo spinale. I ricercatori reputano che l'Egcg rappresenti un potenziale "composto chiave" per lo sviluppo di tali alternative. Tuttavia, il team ha anche fatto presente che livelli di consumo di tè verde più alti del normale da parte di donne che desiderano una gravidanza o sono incinte può comportare un'incidenza più elevata di malformazioni congenite quali la spina bifida e altre. Tali difetti sono causati dalla carenza di acido folico che, secondo i ricercatori, è imputabile al fatto che l'Egcg provoca un calo significativo dei livelli di acido folico presenti nel corpo. La ricerca è stata condotta grazie ai finanziamenti del programma europeo Intas, un'associazione indipendente istituita dalla Comunità europea, dagli Stati membri dell'Unione europea e da nazioni che condividono gli stessi loro obiettivi, e volta a promuovere la cooperazione scientifica con i nuovi Stati indipendenti (Nsi) dell'ex Urss. Un gruppo di ricerca in Georgia stava studiando da tempo le proprietà medicali degli estratti del tè verde, e il programma Intas ha sostenuto finanziariamente i dottori Thorneley e José Neptuno Rodríguez-lòpez per un viaggio in Georgia finalizzato allo scambio di idee e informazioni. Il titolare del brevetto della scoperta, l'Università di Murcia, ha conferito i diritti di proprietà intellettuale associati alla scoperta alla società britannica Plant Bioscience.  
     
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