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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Marzo 2005
 
   
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  IL PANEL WTO RICONOSCE LA VALIDITÀ DEL SISTEMA EUROPEO DI TUTELA DELLE INDICAZIONI GEOGRAFICHE LA DECISIONE È ACCOLTA CON SODDISFAZIONE DAL CONSORZIO DEL PARMIGIANO-REGGIANO  
   
  In risposta alle accuse mosse da Stati Uniti ed Australia al Regolamento Ce 2081/92 sulle denominazioni d’origine, il panel Wto ha aperto la strada a un più ampio riconoscimento della validità del ruolo che le Indicazioni Geografiche possono rivestire per i territori d’origine a livello mondiale, coinvolgendo in particolar modo i paesi del Sud del mondo. Questa decisione è accolta con soddisfazione dal Consorzio del Parmigiano-reggiano, come dichiara il presidente Andrea Bonati, secondo il quale “si tratta di un risultato reso possibile anche grazie alla determinazione di quanti si sono adoperati per ottenere misure di tutela a livello internazionale, come avvenne per i formaggi con la Convenzione di Stresa del 1951”. “La mancanza di una protezione legale per i prodotti ad indicazione geografica – dichiara poi Bonati – ha determinato l’usurpazione della loro notorietà, traendo in inganno i consumatori sulla vera origine dei prodotti. L’esempio del Parmesan (Parmesao, Reggianito) è eloquente, ma il fenomeno interessa anche molti altri prodotti in tutti i continenti: dal riso indiano “Basmati” prodotto negli Usa al formaggio Dop spagnolo Manchego ottenuto in Argentina, fino agli stessi vini “Napa valley” ottenuti al di fuori della California”. Il panel del Wto conferma che il sistema europeo per le indicazioni geografiche deve essere aperto al riconoscimento dei prodotti dei paesi terzi, ampliando quanto già previsto dalla legislazione europea. Secondo Leo Bertozzi, direttore del Consorzio del Parmigiano-reggiano, “le Indicazioni Geografiche sono diverse dalle marche, dato che rappresentano il territorio d’origine, non possono essere cedute o delocalizzate e costituiscono uno strumento originale di accesso al mercato. A livello del Wto, la loro protezione deve essere perseguita con vigore e senza discriminazioni nel contesto del ciclo di Doha. Ciò deve portare all’estensione della protezione già accordata a vini ed alcolici dall’articolo 23 degli accordi Trips a tutte le Indicazioni Geografiche ed alla costituzione di un registro multilaterale”. “Data la loro natura pubblica – conclude Bertozzi – diventa imprescindibile assicurare ai marchi che contraddistinguono le Indicazioni Geografiche una tutela attraverso accordi a livello internazionale, per riconoscere gli sforzi dei produttori che volontariamente si sottopongono ai disciplinari produttivi e proteggere gli interessi dei consumatori sulla vera origine di tali prodotti”.  
     
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