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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Marzo 2005
 
   
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  PIETRO SCAMPINI + NDEBELE. LA FORMA INCONTRA IL COLORE DAL 4 MARZO AL 30 APRILE 2005 UN INEDITO SODALIZIO TRA ARTE ITALIANA E SUDAFRICANA  
   
  Milano, 17 marzo 2005 - Due continenti in sintonia attraverso opere a quattro, sei, otto mani realizzate da Pietro Scampini e dalle donne della tribù sudafricana degli Ndebele. Il Nord e il Sud del mondo si incontrano artisticamente a Milano, attraverso una inedita e particolare mostra di sculture policrome intitolata Pietro Scampini+ndebele. La forma incontra il colore, alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese dal 4 marzo al 30 aprile 2005. La mostra, voluta dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e dalla Presidenza del consiglio della Regione Lombardia, è composta da circa 70 opere, e costituisce uno straordinario esempio di cooperazione fra paesi diversi come l'Italia e il Sudafrica. Protagonisti sono lo scultore Pietro Scampini e cinque pittrici sudafricane dell'etnia Ndebele, che insieme danno vita ad una suggestiva e caratteristica produzione: Scampini realizza sculture in legno geometriche e squadrate, di diverse dimensioni, e le artiste le ricoprono con i colori accesi tipici della loro cultura e tradizione visiva. Il risultato è emozionante: i colori, gialli, rossi, azzurri verdi e arancioni, vengono stesi sulle sculture e accostati fra loro secondo il gusto e lo stato d'animo dell'artista, formando composizioni geometriche. Proprio i colori violenti e incisivi costituiscono l'elemento distintivo delle tribù Ndebele: nella loro terra sono abituate a dipingere i vestiti, i gioielli, e in particolare i muri delle abitazioni, il cui impatto visivo è singolare e coinvolgente a tutto tondo. Pietro Scampini è scultore da sempre attratto dall'arte tribale: nell’atelier di Castronno (Varese) si trovano i suoi lavori: maschere, totem, talismani, creati in oltre 25 anni di attività. Proprio durante un suo viaggio in Sudafrica è nata l'idea di realizzare questo sodalizio artistico. "Durante i miei numerosi viaggi- commenta Scampini - sono rimasto colpito dai colori utilizzati dalle donne delle popolazioni Ndebele per dipingere i muri delle proprie case, che si contraddistinguono per le tinte forti. Questa forma d'arte a ‘più mani’ mi è piaciuta e ho deciso di iniziare una nuova esperienza creativa. Ho dunque invitato e ospitato nel mio atelier diverse artiste, tra cui Sarah, Betty, Matria, Lety e Gwezy". Dall’incontro è nato il nucleo della mostra che verrà presentata in anteprima a Milano. Sergio De Carli, autore di un testo in catalogo, spiega come questo tipo di pittura sia importante per la cultura Ndebele "nelle popolazioni Bantu, delle quali gli Ndebele sono un’espressione, è molto diffuso il culto degli avi. Una persona esiste perché e in quanto è radicata in una storia fatta di persone che la precede e dalla quale è come spinta a continuare la vita. Gli antenati sono quindi la ‘premessa di senso’ a partire dalla quale ogni uomo e ogni donna edifica la propria esistenza come percorso nel tempo: gli antenati appaiono dunque, al tempo stesso, come le forze che tutelano la famiglia, che assicurano vita, fecondità e prosperità ai suoi membri, e come custodi delle tradizioni familiari, in quanto difensori della sua ortodossia e in quanto giudici degli atti individuali e collettivi compiuti in osservanza o in trasgressione di queste stesse leggi. Dipingere e ri-dipingere la casa – che per noi occidentali potrebbe essere interpretato come segno di inconsistenza e precarietà o, al limite, come semplice intervento di natura igienica – è per le popolazioni africane segno di vitalità radicata costantemente nel recupero della tradizione, al cui interno ogni essere vivente ritrova le categorie che danno senso al vivere. […] La pittura murale, per gli Ndebele è quasi una bandiera da sventolare nei venti della storia per riconoscersi e mantenere appunto l’unità di popolo. Uno stendardo per riconoscersi e per essere riconosciuti”. In occasione di questo evento, e per sottolineare l'importanza di una collaborazione fra culture diverse, nel novembre 2004 è giunto nel nostro Paese il vicepresidente della Repubblica Sudafricana Jacob Zuma. Lo hanno accompagnato l'ambasciatore a Roma Lenin Shope, il console sudafricano Alwyn Figgins, i rappresentanti della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e il Presidente del Consiglio della Regione Lombardia. Durante la visita alle artiste intente a lavorare nell'atelier di Scampini, Zuma ha commentato "Le sculture mi piacciono moltissimo e penso che l'arte possa essere un mezzo per avvicinare i popoli". Il progetto di gemellaggio fra Sudafrica e Italia culminerà a breve con l'iniziativa "Il Nord incontra il Sud", un incontro in Africa durante il quale la Regione Lombardia donerà al Presidente sudafricano Mbeki una scultura monumentale realizzata da Scampini e dalle donne Ndebele. La mostra è correlata da un catalogo edito da Fondazione Gruppo Credito Valtellinese con testi di Sergio De Carli e Marco Meneguzzo. Sede Galleria Gruppo Credito Valtellinese Milano, c.So Magenta 59, Orario 10.00 – 19.00 da lunedì a sabato. Chiuso domenica e festivi. Ingresso Libero  
     
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