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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Marzo 2005
 
   
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  DANIMARCA / HANS CHRISTIAN ANDERSEN E LE DUE CITTÀ DELLA SUA VITA (1): LA PICCOLA ODENSE E LA COSMOPOLITA COPENAGHEN  
   
  Odense, la città natale, e Copenaghen, la città d’adozione, hanno avuto un’importanza straordinaria per la crescita umana e professionale di Hans Christian Andersen. La prima piccola e provinciale, con la sua tradizione narrativa orale e le antiche tradizioni popolari. La seconda proiettata nella modernità con la sua cultura di libri e personaggi importanti. Lo stesso Andersen, nell’autobiografia della sua infanzia (pubblicata nel 1926), pone l’accento su quanto peso abbia avuto nella sua carriera la possibilità di venire a contatto con usi e costumi popolari, sconosciuti nella cosmopolita Copenaghen, fondamentali stimoli per lo sviluppo della sua immaginazione. Altrettanto importante è stata la presenza di un teatro a Odense (all’epoca, a parte Copenaghen, Odense era l’unica città all’epoca ad avere un teatro). Probabilmente se Hans Christian fosse nato in qualsiasi altra città di provincia non sarebbe diventato il grande autore che è stato, in quanto non avrebbe messo piede in un teatro e quindi maturato la certezza della sua vocazione artistica. La sua terra Natale gli ha ispirato personaggi quali ‘La Sirenetta’, ‘Il Brutto anatroccolo’ e altri; d’altronde la Fionia, appellata “giardino di Danimarca” per le sue bellezze naturali e i fiabeschi manieri non può che ispirare fiabe. In una tappa a Odense per respirare l’ambiente in cui passò l’infanzia lo scrittore si possono visitare le chiese di S. Hans e di S. Knud, dove Andersen ricevette rispettivamente il Battesimo e la Confermazione, la sua casa natale, divenuta nel 1905, in occasione dei cento anni dello scrittore, il Museo di Andersen, la casa della sua infanzia in Munkemøllestræde e anche la scuola dei poveri che l’artista frequentò. Andersen lasciò la sua città a 14 anni per cercar fortuna a Copenaghen, ma tornò spesso a Odense. Andersen racconta così il suo primo incontro con l’amata città: “Lunedì mattina, il 6 settembre, nel 1819, dall’alto di Frederiksberg vidi Copenaghen per la prima volta”. Non avendo i soldi per il biglietto dell’autobus era, infatti, stato fatto scendere sulle colline di Frederiskberg, prima di entrare in città. Oggi Bakkehuset, vicino alla Carlsberg Brewery, è divenuta il museo degli scrittori dell’epoca d’oro: è aperto al pubblico e si presenta con lo stesso aspetto che aveva all’epoca. C’è anche la possibilità di ammirare il palazzo di Frederiksberg, che, fin dai tempi del giovane Andersen, s’erge fra due storici parchi: Søndermarket e i giardino di Frederiksberg, sui cui canali è possibile andare in barca d’estate, serpeggiando sotto i caratteristici ponti e costeggiando i graziosi padiglioni. Seguendo i passi dello scrittore, oltrepassato l’ottagono della chiesa di Frederiksberg, si prosegue per Frederiksberg Alle giungendo alla ‘Colonna della libertà’, un obelisco alto 20 metri, eretto nel 1797 per commemorare la liberazione nel 1788 dei contadini dall’oppressione feudale. Oggi è posta di fronte alla stazione Centrale. A pochi passi si trovava Vesterport, la porta della città. All’inizio alloggiò alla locanda Gardergården al numero 18 di Vestergade, la più economica della città. Vestergade si presenta ancora oggi con le stesse fattezze con cui gli si mostrò: stretta fra antichi palazzi, serpeggia fino alla più antica piazza della città – Gammeltorv. Anche la locanda si presenta come all’ora, ma da tempo non apre più le sue porte agli avventori. Una ristretta cerchia di artisti si impegnarono ad aiutarlo e istruirlo. Fra questi c’era Weyse, il compositore che abitava in Kronprinsessegade: al numero 8 si può ancora ammirare la bella casa neoclassica, costruita dirimpetto a Kongens Have – i Giardini Reali – il più antico parco di Copenaghen, da dove è possibile ammirare il piccolo castello di Rosenborg che custodisce i gioielli reali. Non esiste più, invece, la casa in cui Hans Christian poté andare a vivere dopo aver ricevuto la rendita mensile dei sui nuovi angeli custodi. La sua prima apparizione sul palco avvenne in occasione della messa in scena dell’Armida. Il programma dell’Armida e altri ricordi dello scrittore sono in mostra al museo del teatro, che ha sede in quello che all’epoca era il Teatro di Corte (sede della scuola di ballo) posto sopra le scuderie reali nella parte antica del palazzo Christiansborg. In quegli anni abitava al 20 di Dybensgade, nella casa che ancora si trova all’angolo di Nikolajgade, poco distante dalla chiesa di Nikolaj. Volendo visitare ogni luogo in cui visse non si può mancare di passare alla a Slagelse, una cittadina nella Selandia occidentale dove si trovava la scuola in cui venne mandato a studiare. L’anno del diploma studiò con un precettore nell’amata Copenaghen. Alloggiava in una stanza in Vingårdstræde 6, in una traversa di Kongens Nytorv: la casa era conosciuta come la vigna di re Hans ed è uno dei pochi edifici medievali della città. Andersen alloggiava nella piccola stanza del sottotetto, in uno dei due piani che vennero aggiunti nell’Ottocento. Anche dopo che la sua carriera di scrittore aveva finalmente preso il via, continuò a non avere una residenza fissa: viveva a Copenaghen, ma viaggiava molto e preferiva non essere vincolato a una sede cui fare ritorno, per non spendere soldi per l’affitto durante la sua assenza. Ogni volta s’era spostato di poco, rimanendo sempre nello stesso quartiere, nelle vicinanze di Kongens Nytorv. Continuando il nostro percorso sui passi di Hans Christian Andersen si deve fare tappa all’Hotel du Nord, dove ora sorgono i Magasin du Nord, in cui lo scrittore alloggiò per un certo periodo. In più occasioni aveva poi vissuto all’Hotel d’Angleterre, occupando sempre le stesse due stanze numero 66. Ma l’albergo che più degli altri ebbe un ruolo importante nella vita di Hans Christian fu l’Hotel Royal: nella neoclassica costruzione a Ved Stranden 18 si dissolsero i sogni d’amore di Andersen, che per ben due volte era stato respinto dalle uniche donne che avrebbe mai amato. Attratto dalla vita del canale e dal movimento di barche e pescherecci, più volte scelse di abitare a Nyhavn, in tre differenti abitazioni: nel 1834 era stato nella rossa costruzione al n. 20, dove iniziò a scrivere le sue prime fiabe per l’infanzia; dal 1848 aveva preso alloggio sulla riva sud del canale, al secondo piano del n. 67, in un’alta casa, bianca e stretta, che oggi porta una targa in memoria del poeta che per 17 anni la occupò, nonostante i rumorosi vicini e la chiassosa taverna del piano inferiore; dal 1871 fino a poco prima della sua morte aveva vissuto al n. 18, dove molte personalità della Danimarca e del mondo intero avrebbero portato i propri omaggi all’anziano poeta, ormai celebre in ogni dove. Nel 1866 per la prima volta andò a vivere da solo in un suo appartamento. L’alloggio era al terzo piano della casa d’angolo fra Lille Kongensgade e Kongens Nytorv, dove ora c’è il ristorante Stephan à Porta. Andersen frequentava sempre il Cafè à Porta, che attualmente si trova vicino ai Magasin du Nord. Oggi la strada che costeggia il porto è un luogo molto popolare con caffè all’aperto, bar e ristoranti. Altri luoghi importanti per Hans Christian, uomo e artista, furono senza dubbio le abitazioni delle tre famiglie che maggiormente gli furono vicine. Al n.9 di Amaliegade abitava la famiglia di Jonas Collin, l’uomo che fece da secondo padre al giovane scrittore; a Tordenskjoldsgade 1 alloggiavano gli Henriques, in una casa che ancora si nota per le ricche decorazioni della facciata; al secondo piano della casa in Højbro Plads 21, all’angolo di Fortunstræde, abitavano, invece, i Melchior: la signora Melchior sarebbe stata una grande amica del poeta e si sarebbe presa cura di lui negli ultimi giorni di vita. Andersen morì proprio nella residenza estiva dei Melchior a Relighed nella rurale Østerbro. Seguendo i percorsi abituali di Andersen non si può non giungere al nuovo Teatro Casino in Amaliegade: era il primo teatro privato di Copenaghen e i proprietari erano più liberali dell’autocratico Teatro Reale e più disposti a lasciare spazio al lavoro del narratore danese. Era solito spendere molto tempo nella biblioteca universitaria, all’ultimo piano del Rundetårn – la torre rotonda - il notevole osservatorio astronomico del diciassettesimo secolo: alto 35 metri e con una pregevole rampa a spirale è il più antico osservatorio astronomico ancora in funzione. Il bibliotecario era concittadino di quel ragazzo, così povero da muoverlo a compassione, tanto da permettergli di portare i libri a casa. Ancora oggi la torre è aperta al pubblico e dall’alto si ha la possibilità di vedere l’intera Copenaghen e i suoi sobborghi; inoltre la sua grande rampa a spirale ospita ogni anno una corsa di monocicli. La biblioteca era nella stessa via dove anni dopo si sarebbe trovato l’editore delle opere di Andersen. La strada si chiama Købmagergade. Ma è stato Andersen in persona a suggerire i percorsi da seguire per le vie di Copenaghen: il suo primo pezzo pubblicato, Fodreise fra Holmens Canal til Østpynten af Amager i årene 1828 og 1829 (Un viaggio a piedi da Holmens Canal al punto orientale di Amager negli anni 1828 e 1829), era la descrizione di una passeggiata per le vie di Copenaghen: ancora oggi è possibile seguire l’itinerario e visitare i luoghi che ispirarono la fantasia dell’artista. I giardini di Tivoli diedero lo spunto per una delle sue più famose fiabe: ‘L’usignolo’ s’ispira a uno spettacolo cui Andersen aveva assistito proprio nel giardino oggi famoso come parco delle fiabe. Tivoli avrebbe ripagato il poeta con la costruzione del castello di Hans Christian Andersen, di un negozio che porta il nome dell’artista e di una serie di produzioni e spettacoli a lui dedicati. Hans Christian Andersen morì nel 1875, all’età di 70 anni. I suoi funerali ebbero luogo nella cattedrale di Vor Frue, a Copenaghen, e il corpo venne tumulato all’Assistens Kierkegaard, dove riposano molte celebrità danesi. Al celebre poeta Copenaghen ha dedicato una strada, H.C. Andersen Boulevard, e due statue: la prima, in Kongens Have, ritrae l’artista seduto con un mantello sulle spalle e un libro in mano; la seconda è posta dirimpetto a H.C.Andersens Boulevard e mostra la caratteristica immagine di Andersen con il cilindro. Più famosa delle statue dello scrittore è, invece, la statua della Sirenetta, realizzata nel 1913 in memoria della sfortunata protagonista dell’omonima fiaba. www.hca2005.com    
     
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