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Notiziario Marketpress di Sabato 28 Febbraio 2004
 
   
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  I TESORI DELLA CULTURA EBRAICA A BUDAPEST  
   
  A partire dal 1840, quando agli ebrei fu consentito di stabilirsi liberamente a Pest e Buda (i due centri dalla cui successiva fusione sarebbe nata l’odierna Budapest), l’importanza della comunità ebraica nella vita sociale e culturale della città conobbe una grande, costante crescita. Dediti prevalentemente al commercio e all’artigianato, gli ebrei si stabilirono nei due quartieri centrali di Terezvaros e Erzsebetvaros, l’odierno Vii distretto. Il quartiere divenne in breve tempo uno dei più importanti centri economici e culturali di tutta l’Ungheria – un pezzo d’oriente, con i suoi profumi e colori, nel cuore dell’Europa. Ben presto iniziarono i lavori di costruzione di tre importanti sinagoghe, progettate per le tre correnti-comunità dell’ebraismo. La comunità degli ebrei progressisti, la più numerosa della città, commissionò la propria sinagoga, in Via Dohany, a Ludwig Forster, professore dell’Accademia di Vienna. Inaugurato nel 1859, l’imponente edificio in stile moresco è ancora oggi la sinagoga più grande d’Europa; il rivestimento in piastrelle decorate, le vetrate artistiche e le ricche decorazioni ne fanno una delle costruzioni più interessanti della città. Oltre ai riti religiosi, la sinagoga ospita anche concerti di musica classica; tra le sue mura suonò l’organo pure il grande compositore ungherese Ferenc Liszt. Nel 1944, proprio attorno alla Sinagoga di Via Dohany, venne istituito il ghetto di Budapest e in questa ristretta area furono ammassate 70.000 persone, molte delle quali persero la vita prima ancora di essere deportate. Sepolte nel parco attiguo alla chiesa – oggi «Cimitero degli Eroi» – i loro nomi sono stati scritti sulla bella scultura di Imre Varga, raffigurante un salice piangente: ogni foglia dell’albero ospita un loro nome. Non lontano da lì si possono visitare anche i monumenti dedicati a tre personaggi che durante la seconda Guerra mondiale salvarono la vita a molti ebrei ungheresi: Raoul Wallenberg, Giorgio Perlasca e Per Anger. Nella vicina Via Rumbach Sebestyen venne costruita la sinagoga degli ebrei conservatori di Budapest, su progetto del grande Otto Wagner, architetto considerato il “padre” del Liberty viennese: questa sinagoga, fra l’altro, è l’unica opera certa di Wagner in Ungheria e, inaugurata nel 1872, costituisce un’altra importante testimonianza della cultura ebraica a Budapest. La sinagoga degli ebrei ortodossi, capolavoro dei fratelli Loffler, fu costruita nel 1913, in Via Kazinczy. Il Museo Ebraico di Budapest, fondato nel 1896, venne trasferito nel 1932 nell’edificio attiguo alla Sinagoga di Via Dohany, appositamente costruito per questo scopo. La sua collezione comprende un’ampia tipologia di oggetti religiosi ebraici (il pezzo più antico risale al Iii sec. D.c.), insieme a dipinti di artisti ebraici, alcuni dei quali contemporanei. Altre importanti testimonianze della cultura ebraica a Budapest si trovano nel cimitero di Via Kozma, il più grande cimitero ebraico dell’Ungheria, inaugurato nel 1891; particolarmente bella la camera ardente, opera di Vilmos Freund. Nel cimitero sono sepolti gli ebrei illustri di Budapest: rabbini, scienziati, artisti. Le loro tombe riccamente decorate spesso sono opere di architetti di grande fama, come ad esempio la tomba della famiglia Schmidl, eretta nel 1903 e opera di Odon Lechner, l’architetto degli edifici Liberty più belli della città, come il Museo delle Arti Applicate o l’Istituto di Geologia. Nel quartiere ebraico troviamo numerosi negozi, ristoranti, caffè e pasticcerie con piatti e prodotti tipici. Si può iniziare dal «Judaica Shop» di Via Wesselenyi, negozio di souvenir e fornitissima libreria, per poi proseguire con il panificio di Via Kazinczy e le sue specialità da forno kosher. L’unica pasticceria kosher di Budapest è la Pasticceria Frohlich, in Via Dob 22, dove si consiglia di provare il «flodni» e il «kindli». Al numero 35 della Via Dob troviamo un ottimo ristorante ebraico, l’«Hanna Etterem». Budapest si arricchirà prossimamente anche di un nuovo museo e centro di ricerche ebraico di rilievo internazionale: alla presenza del presidente dello Stato di Israele Mose Kacav, verranno inaugurati, il prossimo 15 aprile, il Museo dell’Olocausto e il Centro Documentazione. Come sede di queste due importanti istituzioni è stata scelta una vecchia sinagoga (1924) oggi non più in funzione situata in Via Pava, magnificamente ristrutturata e ampliata di una nuova ala. Nel grande stabile (oltre 3.000 mq) vi saranno una sinagoga, una sala esposizioni, una sala per la preghiera (80 posti), un centro culturale e una ricca biblioteca. Un alto muro separa questo complesso da Via Pava: su questo muro verranno scritti i nomi degli ebrei ungheresi vittime del nazismo. La prima mostra in programma al museo sarà dedicata al cosiddetto «Auschwitz album», una collezione di 235 fotografie di proprietà dell’Istituto Jad Vasem di Gerusalemme, la documentazione fotografica più significativa dell’Olocausto. Le fotografie vennero trovate da Lili Jakob, una ragazza della Karpatalja (oggi regione dell’Ucraina) deportata ad Auschwitz, che dopo la liberazione dal campo stava cercando del cibo nelle baracche delle Ss. Le fotografie furono scattate da due soldati delle Ss nell’estate del 1944. La prima mostra permanente del museo sarà inaugurata nel 2005: si tratterà di una mostra interattiva, con tecnologie modernissime, dedicata all’Olocausto degli ebrei e dei rom ungheresi.  
     
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