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Notiziario Marketpress di
Lunedì 01 Marzo 2004
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DA MERCOLEDI’ 3 MARZO AL TEATRO STREHLER, LE RANE DI ARISTOFANE CON LA REGIA DI LUCA RONCONI |
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Milano, 1 marzo 2004 - Da mercoledì 3 marzo, al Teatro Strehler (ore 20.30), Le rane di Aristofane, traduzione di Raffaele Cantarella, terzo episodio della trilogia costruita nel 2002 da Luca Ronconi per gli spazi del teatro greco di Siracusa, un viaggio nei temi e nelle forme del teatro antico che ha visto in scena due tragedie (Prometeo incatenato e Baccanti ) e che si conclude, secondo la norma, con una commedia. Diversi i fili rossi che lo percorrono: il rapporto tra umano e divino, la dialettica tra individuo e collettività, grazie all’accostamento dei tre testi – e dei tre autori Eschilo, Euripide e Aristofane – acquisiscono accresciuta forza drammatica e comunicativa. In particolare, Ronconi individua nel “processo di progressiva desacralizzazione del divino e del mondo”, nella differente focalizzazione di “possibilità, rischi e splendori del concetto di sacro” una possibile interpretazione del suo itinerario. Un percorso che, in questa stagione, per il “confronto diretto” sul palcoscenico dello Strehler tra Baccanti e Rane, isolati dal momento “apollineo” del Prometeo, rende ancora più marcato. Protagonista di entrambe le opere è infatti Dioniso (Massimo Popolizio): tuttavia, laddove nelle Baccanti Dioniso conserva una veste grandiosa (Ronconi lo fa sorgere dal fuoco in un coro di clacson), immerso nel tempo comico delle Rane ci appare come una divinità bassa, confrontata con la decadenza di una città, Atene, e della sua cultura. Ed è proprio nel tentativo di far risorgere gli autori teatrali che hanno fatto grande la scena d’Atene che Dioniso, accompagnato dal fido servo Xantia, discende agli Inferi per ritrovare Eschilo ed Euripide. Questo topos consolidato consente ad Aristofane di innescare tirate satiriche contro la corruzione dei politici coevi e la scarsa perizia dei suoi colleghi letterati, e idealmente suggella la trilogia di Ronconi. Eschilo e Euripide ricompaiono infatti in scena in veste di personaggi “in un mondo” – spiega il regista – “non più primigenio, ma urbanizzato e civilizzato”, un mondo ormai disincantato cui Margherita Palli, autrice delle scene, sottolinea con citazioni di una tecnologia urbana degradata. Gianluca Sbicca e Simone Valsecchi firmano i costumi, mentre le musiche sono a cura di Paolo Terni. In scena, accanto a Massimo Popolizio nelle vesti di un Dioniso dagli accenti vernacolari, Riccardo Bini, Michele Bottini, Domenico Bravo, Antonietta Carbonetti, Francesco Colella, Giovanni Crippa, Pasquale Di Filippo, Raffaele Esposito, Elisabetta Femiano, Stefano Moretti, Michele Nani, Franca Penone, Alvia Reale, Luciano Roman, Tea Sammarti, Simone Toni, Maria Angeles Torres, Emanuele Vezzoli e gli allievi della Scuola di Teatro del Piccolo. Lo spettacolo, una produzione Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa in collaborazione con Inda Istituto Nazionale del Dramma Antico, è in scena fino al 28 marzo. Infolink: www.Piccoloteatro.org
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