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Notiziario Marketpress di
Lunedì 01 Marzo 2004
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I DELLA ROVERE PIERO DELLA FRANCESCA, RAFFAELLO E TIZIANO 4 APRILE - 3 OTTOBRE 2004 |
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Pesaro, 1 marzo 2004 - 300 opere d’arte e capolavori provenienti dai musei di tutto il mondo illustrano per la prima volta cronologicamente i fasti della celebre dinastia che succedette dal 1508 ai Montefeltro: l’illuminata signoria dei Della Rovere, che attraversa una lunga stagione di arte e di bellezza. Si tratta di una signoria nuova e diversa rispetto alla precedente: alle soglie del Cinquecento, gli sviluppi della storia europea (comprese le conquiste di francesi e spagnoli sul suolo italiano) impongono una nuova figura di “principe” e una aggiornata versione del ruolo del “cortegiano”. E sono proprio i Della Rovere i primi duchi del Cinquecento italiano a comprendere i limiti e le prospettive di una signoria che deve rinunciare ad ambizioni di conquiste territoriali, ma assicurarsi una fama internazionale grazie allo splendore della produzione artistica e delle residenze, al generoso mecenatismo, all’esportazione o al dono diplomatico di prodotti assolutamente unici e inconfondibili. Oggi, quattro importanti centri marchigiani celebrano le figure, i fasti, gli artisti, le collezioni e gli interessi scientifici dei Della Rovere. Senigallia, Pesaro, Urbino e Urbania aprono ai visitatori i propri monumenti più importanti, alcuni dei quali altrimenti inaccessibili, invitando a un itinerario che porta dal mare ai boschi di “roveri” nella valle del Metauro, nella meraviglia di una natura intatta e sempre mutevole, capace non solo di accogliere ma anzi di ispirare e di generare grandi maestri e indimenticabili capolavori. L’esposizione è il frutto di recenti e approfonditi studi scientifici che hanno esplorato a tutto campo la cultura e il gusto di un’epoca ricostruendo filologicamente la storia e il mecenatismo dei Signori, uomini d’arme, sofisticati esteti, scaltri politici, immortalati nei ritratti di Tiziano (Francesco Maria I e la consorte Eleonora Gonzaga), del Bronzino (Guidubaldo Ii), del Barocci (Francesco Maria Ii) e di tanti altri protagonisti del tempo. Pedro Berruguete ci mostra invece le sembianze di Papa Sisto Iv come Raffaello quelle di Giulio Ii: i memorabili pontefici che diedero nobiltà alla nuova signoria sotto fronde di quercia cariche di ghiande, divenute facilmente, in virtù del nome, inequivocabile e fecondo segno di riconoscimento: non solo firma di una committenza colta e insistito simbolo di appartenenza, ma anche autonomo, raffinatissimo intreccio decorativo: come nel lussureggiante Stipo di ebano intarsiato d’avorio realizzato alla fine del Cinquecento per Francesco Maria Ii, recentissimamente acquistato dalla Galleria Nazionale delle Marche. Celebri dipinti, sculture antiche e rinascimentali, preziose oreficerie, ricchissime ceramiche, lucide armi, delicati manoscritti miniati tornano eccezionalmente a rivivere nelle antiche stanze dei grandi palazzi nelle quattro capitali ducali. I duchi favorirono infatti l’immagine del policentrismo del loro Stato, dando quasi vita ad una sorta di federalismo ante-litteram. Se Federico di Montefeltro aveva scelto Urbino e Gubbio, Guidubaldo I amò soprattutto Fossombrone, Francesco Maria I Della Rovere predilesse Pesaro, Guidubaldo Ii ancora Pesaro e poi Senigallia, e Francesco Maria Ii predilesse Casteldurante, poi ribattezzata Urbania in onore di papa Urbano Viii. I due pontefici Della Rovere, Sisto Iv (1471-1482) e Giulio Ii (1503-1515) fanno del Ducato di Urbino il centro da cui passare per ottenere i loro favori. I re d’Inghilterra, di Francia e di Spagna, gli imperatori asburgici accolgono al meglio gli ambasciatori del Ducato e conferiscono ai signori di Urbino le più alte onorificenze. Ed è proprio Giulio Ii nel 1507 a concedere al Collegio dei Dottori urbinate più ampie prerogative, dando vita, di fatto, al primo nucleo della celebre Libera Università fiore all’occhiello e fortuna moderna di Urbino. Senigallia: Le Origini Della Dinastia Le origini savonesi della dinastia roveresca sono testimoniate da un nutrito nucleo di opere, alcune delle quali, provenienti dalla città ligure che diede i natali a Sisto Iv, il papa della Sistina. Un albero genealogico della famiglia apre la mostra che si snoda nei suggestivi ambienti dagli splendidi soffitti a cassettoni dipinti da Taddeo Zuccari del Palazzo del Duca, progettato da Girolamo e Bartolomeo Genga per Guidubaldo Ii intorno alla metà del Xvi secolo, proprio sulla piazza, emblema della città, principale centro commerciale del ducato di Urbino. Vi sono esposti importanti dipinti su tavola e sculture lignee di Vincenzo Foppa; frammenti di affreschi; paramenti sacri e arredi liturgici. La mostra espone la splendida Madonna di Senigallia, eseguita da Piero della Francesca per Federico di Montefeltro (o per la figlia Giovanna che sposò l’inziatore della nuova dinastia), al centro di una convincente nuova interpretazione critica presentata nel catalogo. Seguono tre dipinti di Giovanni Santi, padre di Raffaello e una pala del Perugino, opere illustrano la cultura artistica alla corte urbinate all’atto dell’avvento della nuova signoria di Giovanni Della Rovere. Di Raffaello si può ammirare il Ritratto di papa Giulio Ii degli Uffizi. Per decodificare il particolare apporto culturale di Guidubaldo I di Montefeltro sono presenti il sottile Cristo Benedicente del Bramantino, due opere di Luca Signorelli tra cui il Battesimo da Arcevia. Urbino: I Duchi, Iconografie E Committenze Il luogo ideale nella “città ideale” concepire un’esposizione in un museo celebrato come la Galleria Nazionale delle Marche in Palazzo Ducale, dove la mostra continua nel suo Salone del Trono. Vi spiccano i ritratti ufficiali di Francesco Maria I e della consorte Eleonora Gonzaga: in essi Tiziano ha saputo mettere a nudo la vera psicologia dei personaggi ritratti. In un gioco di specchi Baldassar Castiglione, il loro cortigiano coltissimo, è raffigurato in una tavola della Galleria Nazionale di Palazzo Barberini in Roma, attribuita a Giulio Romano. Alla figura di Guidubaldo Ii è dedicata una tavola del Bronzino conservata nella Galleria Palatina di Firenze che lo ritrae potente in armatura, accanto alla consorte Giulia Varano, tizianesca. Esempi altissimi della committenza del 2° duca roveresco sono le deliziose predelle di Pellegrino Tibaldi con la Visitazione e la Decollazione, oggi divise tra Brera e Urbino, e, dalla stessa città, la bella pala di Battista Franco con Madonna con Bambino e Santi. Accanto a una tavola di Sebastiano del Piombo si può ammirare una scultura di quel grandissimo maestro urbinate della plastica che fu Federico Brandanti. La committenza di Francesco Maria Ii, sesto Duca di Urbino, si rivolge soprattutto alla grazia pittorica di Federico Barocci che trasfigura sulla tela con sfumature impalpabili persone e cose, come dimostrano l’Annunciazione vaticana, la Natività del Prado, la Deposizione senigalliese e un Ritratto di Lavinia inedito. In questa sezione grande risalto è dato alla protezione di artisti famosi da parte delle duchesse (in questo caso le consorti Lucrezia d’Este e Livia). Infatti il “mestiere” della guerra consentì un governo anche “femminile” dello Stato. Si tratta di donne che provengono dalle maggiori casate italiane Gonzaga, Varano, Farnese, Este, oltreché Sforza, le quali potenziarono l’oreficeria (fulgidi esempi ne sono le pissidi, i calici e le croci in mostra), e in genere tutte le arti “minori” come la tarsia lignea che nel ducato raggiunse livelli inarrivabili. Pesaro: Committenze Pesaresi. La Ceramica Nella città aperta ai traffici sul mare la mostra dei Della Rovere continua nella sede prestigiosa del Salone Metaurense al piano nobile del Palazzo Ducale di Piazza del Popolo. Sono esposte tele di Raffaellino del Colle, una grande tela con Siringa e Pan di Dosso Dossi dalla Galleria Borghese che insieme al disegno del Bronzino con Apollo e Marsia dal Louvre evocano atmosfere campestri. Oltre 100 sono le ceramiche di tutte le ricercate forme e preziose decorazioni, conservate nel Museo Civico della città, ma giunte anche da tutt’Italia e da vari musei stranieri che illustrano la felice stagione della produzione locale sotto i Della Rovere nei centri della valle del Metauro: a Casteldurante, a Gubbio, a Urbino, a Pesaro per oltre un secolo. Le maioliche si distinguono per l’invenzione di decorazioni caratteristiche con fiori, stemmi, festoni, “cerquate” (foglie di quercia in omaggio ai Della Rovere) o decorazioni geometriche o a spirale, sempre attenendosi alla gamma dei colori tipici (verde, giallo, arancione e blu) sapientemente accostati nel gioco delle mezze tinte e dei toni. Eccelle per raffinatezza il genere “istoriato”, influenzato dal magistero di grandi pittori urbinati. Urbania: Francesco Maria Ii A Casteldurante. La Grafica. La Scienza Nell’antica Casteldurante, famosa in tutta Europa nel Cinquecento per le sue ceramiche dai riflessi oro e rubino, l’esposizione ha sede nel Palazzo Ducale e presenta una nutrita raccolta di disegni dei maggiori artisti che lavorarono per i Della Rovere. Gran parte dei disegni furono eseguiti in preparazione della decorazione di sontuose ceramiche: quasi a mo’ di altissima didattica sono presenti alcuni piatti e albarelli in rapporto con alcuni dei disegni esposti. Tra i pittori spiccano Gherardo Cibo, Taddeo Zuccai e Federico Barocci. In questa sede è anche esplorato il rapporto dei Duchi con la Scienza, come rivelato dalla presenza di compassi, orologi solari e astrolabi decorati. Nume tutelare del nuovo metodo sperimentale è Galileo Galilei (che fu in diretto rapporto con l’ultimo Duca), che nella sua effigie più famosa, quella dipinta da Sustermans agli Uffizi, chiude la rassegna. In totale sono esposti in mostra circa 300 oggetti e opere d’arte: 50 a Senigallia, una settantina a Urbino, oltre centodieci a Pesaro, una settantina a Urbania. Scheda Tecnica Sedi Senigallia, Palazzo del Duca; Urbino, Palazzo Ducale; Pesaro, Palazzo Ducale; Urbania, Palazzo Ducale; Dal 4 aprile al 3 ottobre 2004. Informazioni e prenotazioni: Arthemisia, Pesaro Tel. +39 0721 370956 is@arthemisia.It
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