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Notiziario Marketpress di
Lunedì 01 Marzo 2004
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ITALIA FANALINO DI CODA A LIVELLO EUROPEO NELLA DONAZIONE DI SANGUE |
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Milano, 1 marzo 2004 - Avis Comunale di Milano ha presentato i dati relativi alla situazione di donazioni e di fabbisogno di sangue relativi al 2003. L’incontro, tenutosi presso la Prefettura di Milano, ha visto la partecipazione del Prefetto, Bruno Ferrante, portavoce della cultura della donazione di sangue, ma anche donatore sull’Unità Mobile Sono stati presentati oggi presso la Prefettura di Milano i risultati del report annuale di Avis Comunale di Milano sulla situazione della donazione di sangue non solo nell’ambito del capoluogo lombardo, ma fornendo anche uno spaccato del contesto globale sia a livello nazionale che a livello mondiale. In occasione dell’incontro, il Prefetto di Milano, Bruno Ferrante, portavoce delle esigenze della collettività locale, ha rivolto ai cittadini e, in particolar modo alle istituzioni e alle aziende milanesi, un invito a diventare portatori della cultura della donazione di sangue, quale atto di social responsability dovuto a tutta la comunità milanese. Sulla base dei dati raccolti nel corso di tutto il 2003, nella sezione Avis di Milano si è registrata una diminuzione di donatori pari al 10,2%. Le unità di sangue raccolte, considerato lo stesso arco temporale, sono invece aumentate del 5,7%, grazie a una maggiore puntualità donazionale e alla nuova metodica di donazione, denominata Multicomponent, che prelevando l’emocomponente specifico permette una riduzione dell’intervallo tra una donazione e la successiva. “Il dato relativo al numero di nuovi donatori nel 2003 (-10%) - ha commentato Sergio Casartelli, Presidente di Avis Comunale di Milano - è gravemente negativo perché significa che, nonostante l’elevato numero di nuovi donatori, il rapporto con quelli che hanno cessato o che nel corso dell’anno sono stati sospesi per motivi di salute, viaggi all’estero in zone tropicali o malariche, diagnostica invasiva, la moda dei tatuaggi, piercing, ecc, denuncia la perdita anche provvisoria di ben 840 donatori. Inoltre il ricambio generazionale dei donatori è lento per l’Italia e in particolare per Milano che soffre di un grosso svantaggio: ha una popolazione residente che invecchia vertiginosamente. I giovani e le giovani famiglie spesso non reggono i costi della città e si spingono verso un hinterland sempre più periferico”. La più recente metodica di raccolta di sangue di Avis Milano (Multicomponent), introdotta nel 2001, fa registrare risultati positivi anche se non esaltanti. Si è infatti passati dalle 845 procedure nel 2002, alle 972 donazioni nel 2003: un trend di crescita pari a circa il 13%. “L’utilità delle donazioni Multicomponent è legata in particolare alla necessità di recupero di piastrine che devono necessariamente essere utilizzate massimo entro 5 giorni dal prelievo”, ha aggiunto Luca Maria Munari, Direttore Sanitario dell’Ospedale di Niguarda. “L’obiettivo, comunque, è indubbiamente quello di incrementarla significativamente perché, attraverso questa nuova metodica siamo in grado di ottenere svariati emocomponenti leucodepleti importantissimi tra cui plasma, globuli rossi e soprattutto piastrine sempre più utilizzate nelle cure oncologiche, ematologiche, nei trapianti complessi e in alcuni interventi di cardiochirurgia. Questa procedura garantisce vantaggi tanto al donatore quanto al ricevente che il più delle volte riporta diagnosi complesse: quest’ultimo, infatti, riceve piastrine senza necessità di ulteriori lavorazioni per frazionamenti dalle unità di sangue e si accorciano di gran lunga i tempi di trasferimento dal donatore al ricevente a favore della qualità dell'emocomponente e dell'efficacia della cura”. Alla base delle necessità di diffusione di prelievo con tecnica Multicomponent nella sede Avis di Milano c’è la dipendenza ancora troppo elevata da parte delle strutture ospedaliere della città di reperimento di donazioni lontano dall’area cittadina, il che comporta tempistiche spesso superiori a quelle richieste per il buon utilizzo degli emocomponenti presso unità ospedaliere del calibro di Niguarda, dove praticamente si effettua un trapianto al giorno. Il capoluogo lombardo che cura malati provenienti da tutta italia, necessiterebbe di raccogliere circa 35.000/40.000 emocomponenti all’anno in più. “Con questo incontro - ha concluso Casartelli - Avis Milano chiede aiuto non solo ai cittadini, ma anche e soprattutto alle istituzioni e alle aziende milanesi, di farsi portatrici della cultura della donazione di sangue, anche con l’ausilio di donazioni su Unità Mobili, all’interno del loro mondo lavorativo, con la speranza di raggiungere in tempi sempre più brevi quei 15.000/20.000 donatori che mancano ancora in città”.
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