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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Marzo 2004
 
   
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  LA SPESA UE PER LA RICERCA AVANZA LENTAMENTE VERSO IL 2% DEL PIL  
   
  Bruxelles, 1 marzo 2004 - Nel periodo 2001/2002 la spesa dell'Unione per la ricerca e sviluppo (R&s) è aumentata solo dello 0,01 in percentuale del Pil. Lo rivelano le recenti statistiche rese note il 25 febbraio. Le 'Statistics on science and technology in Europe', pubblicate congiuntamente da Eurostat e dalla direzione generale per la Ricerca della Commissione, mostrano che il divario di spesa per la ricerca tra l'Ue e i suoi più importanti concorrenti, e dunque l'obiettivo di Barcellona, resta notevole, anche se gli investimenti per la R&s hanno comunque quasi raggiunto il traguardo previsto del 2% del Pil. La spesa complessiva dell'Ue per la R&s nel 2002 è stata stimata all'1,99% del Pil, in aumento rispetto all'1,98% del 2001. Le statistiche mostrano che nel 2000 gli Usa hanno speso per la ricerca il 2,8% del Pil e il Giappone ha fatto ancora meglio con il 2,98%. L'ue ha tempo fino al 2010 per raggiungere l'obiettivo del 3% che si è lei stessa fissato nel Consiglio di Barcellona del 2002. Per la maggior parte degli Stati membri dell'Ue i dati 2002 non sono ancora disponibili, ma è comunque possibile individuare le cause probabili dello scarso progresso dell'Ue nel suo assieme. In alcuni paesi, ad esempio in Finlandia, dove gli investimenti per la R&s sono passati dal 3,40% del Pil nel 2001 al 3,49% nel 2002, si continuano a registrare progressi, ma i paesi che contano per la maggior parte delle spese di ricerca in Europa non sono stati altrettanto bravi. Nel 2001 quasi i due terzi degli investimenti totali dell'Ue in R&s sono stati fatti da tre soli stati: Germania (52 miliardi di euro), Francia (33 miliardi di euro) e Regno Unito (30 miliardi di euro). Le cifre mostrano però che le spese francesi per la ricerca in percentuale del Pil sono scese dal 2,23% nel 2001 al 2,20% nel 2002, mentre nello stesso periodo il Regno Unito è scivolato dall'1,89% all'1,84%. A livello globale questi passi indietro, apparentemente limitati, hanno comunque più che annullato i progressi registrati nei paesi più piccoli dell'Ue, ad esempio la Finlandia. Per i nuovi Stati membri la sfida è ancora più grande, sostiene la relazione, secondo cui nel 2001 la loro percentuale globale di spesa per la R&s non è andata oltre lo 0,84%. Slovenia e Repubblica Ceca registrano il livello di spesa per la R&s più elevato (rispettivamente l'1,52% e l'1,33% del Pil), Cipro quello più basso (la spesa per la R&s annaspa allo 0,26% del reddito globale). La relazione contiene inoltre i dati sul commercio mondiale dei prodotti d'alta tecnologia nel 2001, da cui appare che l'Unione, con un fatturato complessivo d'esportazioni high tech di 196 miliardi di euro, sebbene resti parecchio dietro gli Stati Uniti (234 miliardi di euro), si colloca però prima del Giappone e dei suoi 111 miliardi di euro di esportazioni. Quando però questi dati vengono comparati con le statistiche sulle importazioni d'alta tecnologia, l'Ue mostra d'avere il maggior disavanzo netto (-23 miliardi di euro) mentre il Giappone ha la maggiore eccedenza (+39 miliardi di euro). Le altre statistiche che contiene la relazione riguardano il personale della R&s, le risorse umane in scienza e tecnologia, i brevetti ed altri indicatori significativi dei settori dell'alta tecnologia e della conoscenza.  
     
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