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Notiziario Marketpress di
Lunedì 11 Aprile 2005
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VISTI SPECIALI PER I RICERCATORI NON EUROPEI E LOTTA ALLA «FUGA DI CERVELLI» |
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Bruxelles, 11 aprile 2005 - La commissione giustizia, libertà e sicurezza, adottando la relazione di Vincent Peillon (Pse, Fr), suggerisce alla Plenaria di promuovere la creazione di visti speciali per attrarre ricercatori e scienziati non appartenenti all'Unione europea e di vincere la tendenza degli ultimi anni nota come «fuga di cervelli», ossia il trasferimento degli studiosi dell'Unione all'estero. Altri obiettivi sono quelli stabiliti dai vertici di Lisbona e Barcellona, che prevedono, tra l'altro, maggiori investimenti nel campo della ricerca (più precisamente il 3% del Pil nazionale) oltre a raccogliere 700.000 scienziati in Europa entro il 2010, per contribuire alla creazione di un'economia basata sulla conoscenza. La relazione si esprime favorevolmente sulla proposta dell'Esecutivo di istituire speciali permessi di soggiorno: qualora un ricercatore straniero venga invitato da un'organizzazione dell'Unione (sia questa un'università, un laboratorio, una fondazione o una società) a condurre ricerche per un periodo superiore ai tre mesi, dopo aver firmato un accordo d'ospitalità, riceverà in meno di 30 giorni il visto rinnovabile, senza dover far richiesta del permesso di lavoro. La commissione parlamentare chiede che vengano aggiunte delle misure per quanto concerne il ricongiungimento familiare, cosicché i coniugi o i compagni, i figli sotto i 21 anni e i genitori a carico possano raggiungere il ricercatore. Il Consiglio ritiene che tali misure debbano essere opzionali per ogni Stato membro. I deputati sottolineano che gli scienziati e le loro famiglie devono avere libero accesso ai programmi di previdenza sanitaria nazionali, e ritengono che i trasferimenti e la mobilità siano fondamentali per la conoscenza e la formazione dei ricercatori. Per tale motivo hanno adottato un emendamento che permette ai detentori del visto di portare avanti gli studi anche in altri Stati membri, ma con un nuovo permesso di soggiorno, qualora il periodo di ricerche superi i tre mesi.
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