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Notiziario Marketpress di
Martedì 18 Maggio 2004
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UNA RELAZIONE AVVERTE CHE LE AZIENDE BIOTECNOLOGICHE EUROPEE RESTANO INDIETRO RISPETTO AGLI USA |
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Bruxelles, 18 maggio 2004 - Una relazione recentemente pubblicata afferma che l'industria della biotecnologia europea si trova in una posizione vulnerabile rispetto agli Stati Uniti ed evidenzia il Regno Unito come potenziale leader del mercato. L'undicesima relazione annuale di Ernst & Young sul periodico "Refocus", rivela che nel 2003 le rendite europee totali del settore, per la prima volta, hanno registrato un calo. Il fatturato del settore è slittato del 12 per cento rispetto all'anno precedente, registrando 11,3 miliardi di Euro e distanziandosi ancora di più dall'industria trainante statunitense. La relazione evidenzia anche un calo del 17 per cento nelle spese destinate alla ricerca e sviluppo (R&s) e il 5 per cento di riduzione del personale. Bruce Gellatly, biologo collaboratore di Ernst & Young, ha spiegato che "in generale, l'industria europea non ha evidenziato la ripresa constatata negli Usa. È stata costretta a far fronte a impegnative condizioni per quanto riguarda gli investimenti e una scarsa fiducia degli investitori subendo tagli sui costi, riduzioni dei programmi e variazioni dei modelli commerciali". Questa relazione segue un recente avvertimento dell'Economist Intelligence Unit secondo il quale le maggiori economie europee continueranno a trovarsi in svantaggio rispetto agli Usa fino alla fine del decennio a causa della lentezza nell'adozione di tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Una nota positiva, invece, proviene dal Regno Unito che è stato identificato come attore protagonista nell'industria della biotecnologia europea, con un 43 per cento di capitalizzazione di mercato globale, equivalente a 9,4 miliardi di Euro, e il 37 per cento di fatturato, corrispondente a 2,9 miliardi di Euro. Inoltre, circa la metà delle società del settore biotecnologico quotate in borsa, si trovano nel Regno Unito. Il Dott. John Dodd, direttore del Sittingbourne Research Centre (Src), ha spiegato che il Regno Unito è riuscito a ottenere questa situazione grazie alle eccellenti infrastrutture, sia dei centri di ricerca che a livello universitario, promuovendo, nel contempo, l'aspetto commerciale. William Powlett-smith, presidente dell'Ernst & Young's Uk Health Sciences Group, ha posto l'accento sull'aspetto accademico congratulandosi con le università per aver fornito diversi diritti di proprietà intellettuale, insieme agli scienziati. Powlett Smith ha spiegato che il Regno Unito è stato il paese europeo all'avanguardia nel promuovere una mentalità volta alla ricerca. "Dal 1979, sono stati resi disponibili fondi su una base selettiva. L'ambiente era idoneo, abbiamo modernizzato la nostra economia prima di quanto lo abbiano fatto gli altri paesi europei, inoltre possediamo un vivace mercato del capitale di rischio e un mercato borsistico a livello mondiale". Le imprese biotecnologiche britanniche usufruiscono inoltre dei vantaggi dati dal supporto degli enti pubblici, semi-pubblici e privati. Ciò ha fatto sì che, alla fine del 2003, delle prime 10 imprese biotecnologiche europee, ben sei fossero britanniche. Powlett-smith avverte però che la concorrenza si fa agguerrita. "Il paese europeo che registra la maggior crescita nella creazione di imprese innovative è la Svizzera", ha affermato. Powlett-smith ha sottolineato l'importanza che l'Ue, nel suo insieme, adotti dei provvedimenti poiché la stessa non ha finanziato sufficientemente la ricerca a livello mondiale lasciando le aziende vulnerabili rispetto alle più forti rivali statunitensi. "Non vi è dubbio che l'Europa possa mostrare molti casi di risultati scientifici esemplificativi, come dimostrato dalla gamma dei prodotti, tuttavia il progresso scientifico non è sufficiente. Le aziende, gli investitori e i governi devono attuare dei provvedimenti che assicurino la realizzazione dei vantaggi dati dalla conoscenza e dall'impegno. Abbiamo disperatamente bisogno di una mentalità più imprenditoriale che possa supportare la scienza" ha affermato Powlett-smith. "La lezione più importante che ci dà la biotecnologia è la sua globalità" ha aggiunto. "Per avere successo, è essenziale acquisire una mentalità globale e cercare partner al di fuori della propria immediata sfera d'azione. Capire l'importanza del mercato unico è fondamentale, dal momento che, al contrario degli Usa, in Europa non ne abbiamo uno". Il Dott. Gellatly si è dichiarato d'accordo affermando: "il grande dilemma è se la biotecnologia in Europa sia abbastanza forte da essere sostenibile e quindi redditizia". Infolink: http://www.Ey.com/global/content.nsf/international/biotechnology_reports_2004
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