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Notiziario Marketpress di Martedì 01 Giugno 2004
 
   
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  INDUSTRIA, CSC: PREZZI PRODUZIONE, RIALZO TEMPORANEO NON CI SARÀ ALCUN IMPATTO SUI PREZZI AL CONSUMO  
   
  Roma, 1 giugno 2004 - "Si tratta di un rialzo temporaneo spinto dalle materie prime". E' questo il commento del Centro studi di Confindustria ai dati dei prezzi alla produzione resi noti dall'Istat. Questi aumenti, spiega però il Csc, non avranno impatto significativo sui prezzi al consumo: "I rincari dovrebbero ripercuotersi sui margini operativi dell'industria, che già ne hanno assorbito gran parte dell'urto. Ciò anche in ragione della situazione congiunturale che rende difficile, in presenza di domanda interna debole e di forte competizione, trasferirli sul consumo". "L'aumento dell'indice generale –aggiunge il Csc – riflette soprattutto il forte rialzo dei prezzi di alcune delle materie prime essenziali per l'industria, metalli e prodotti in metallo (+2,7%). Per spiegare questo rialzo, occorre ricordare che fino a marzo 2004 i prezzi in dollari di acciaio, rame, piombo, nickel e stagno, hanno tutti registrato variazioni tendenziali superiori al 50%, riflettendo un forte aumento di domanda sui mercati internazionali e alcune strozzature nell'offerta". "L'impennata rilevata dall'Istat –continua - non dovrebbe tardare ad essere riassorbita. I prezzi di queste materie prime, sono infatti risultati in decelerazione già ad aprile scorso, grazie a un recupero dell'offerta sui mercati globali e ad accordi specifici di cooperazione internazionale per alcune materie (ad es. Carbon coke) con paesi chiave, come la Cina. In prospettiva, dunque, man mano che l'offerta di prodotti metalliferi si adeguerà alla domanda, i prezzi dei beni intermedi dovrebbero flettere". "E' perciò prevedibile – prosegue - che nei prossimi tre o quattro mesi la dinamica dei prezzi alla produzione si mantenga elevata, anche a causa dell'aumento delle quotazioni petrolifere (il Brent ha toccato un picco di 38,8 dollari al barile a maggio)." Quanto ai prezzi di produzione dei beni di consumo (+1,1% tendenziale) – conclude infine il Csc - sono risultati in rallentamento di ben due decimi rispetto a marzo. Si allarga dunque ulteriormente il divario con l'inflazione al consumo (2,3% ad aprile).  
     
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