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Notiziario Marketpress di Venerdì 04 Giugno 2004
 
   
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  IMMIGRATI: BANCHE PRONTE CON SERVIZI AD HOC OBIETTIVO?TRASFERIMENTI SICURI, AFFIDABILITTÀ DELLE OPERAZIOONI, COSTI CHIARI  
   
  Roma, 4 giugno 2004 - Le banche italiane sono pronte a fornire servizi ad hoc per gli immigrati, per rendere sempre più accessibile ed efficiente l’accesso in banca anche a chi arriva in Italia da altri paesi. Con l’obiettivo di avere una destinazione sicura nel trasferimento di capitali, affidabilità e sicurezza nelle operazioni, costi chiari oltre che un impiego produttivo di denaro. E cancellando pure il rischio che importanti quantità di denaro alimentino il finanziamento al terrorismo o il mondo del riciclaggio, transitando per canali sommersi o informali. Così Giuseppe Zadra, Direttore generale dell’Abi, nel suo intervento, ieri, al convegno “Migrant banking in Italia”, organizzato dall’Associazione bancaria e dal Cespi, Centro studi di politica internazionale. «Per le banche», ha osservato Zadra, «l’apertura dei servizi bancari agli immigrati rappresenterebbe anche una risorsa e un’opportunità di sviluppo oltre che un’attività di grande valore per non meno importanti aspetti sociali. E va in questa direzione, il Servizio bancario di base, iniziativa del progetto Pattichiari». Si tratta di un prodotto disegnato per soddisfare esigenze finanziarie di base. Facilmente accessibile per semplicità e costo, è rivolto a tutti coloro che non possiedono ancora un conto corrente, dai più giovani ai pensionati. E, appunto, agli immigrati. Quali servizi gli immigrati chiedono alle banche? Uno su tutti: il cosiddetto servizio di rimessa, cioè quello che consente di trasferire denaro dall’Italia verso un altro paese. Nel 2003, secondo dati della Banca mondiale, l’ammontare delle rimesse verso i paesi in via di sviluppo ha toccato quota 90 miliardi di dollari. Dall’italia, secondo alcune stime, sarebbero “partiti” nel 2001 oltre 4 miliardi di dollari. Ma, di questi, solo 750 milioni sarebbero transitati per canali bancari. Mentre circa 2 miliardi attraverso canali sommersi o informali, cioè amici e parenti. Le banche italiane, però, non vogliono fermarsi alla cosiddetta “rimessa”, ma intendono ampliare la gamma di servizi offerti agli immigrati, offrendo loro tutti i servizi normalmente offerti agli altri clienti. Dando la possibilità non solo di trasferire “semplicemente” il denaro, ma anche di fare investimenti produttivi nei paesi di provenienza oppure di aderire a forme di risparmio assicurativo. Un fenomeno, quello dell’immigrazione, in continua crescita in Europa e nel mondo. La Banca mondiale, infatti, stima in 175 milioni i lavoratori emigrati. E secondo gli ultimi dati della Caritas, dal 1999 al 2003 sono entrati nell’Unione europea 1,4 milioni di immigrati all’anno. In Italia, che negli ultimi anni è stato il Paese europeo a più forte immigrazione, la percentuale di immigrati rispetto alla popolazione è salita al 4% (circa 2,5 milioni). Non solo: 150.00 aziende, nel nostro Paese, sono gestite da immigrati e queste hanno in media 5 dipendenti; il 4% delle ditte individuali italiane sono di immigrati.  
     
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