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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 09 Giugno 2004
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UN DIFFICILE 2003 PER L’ARREDAMENTO ITALIANO |
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Milano, 9 giugno 2004 - Sono tutti caratterizzati dal segno meno i valori percentuale che mettono a confronto l’andamento del settore arredamento nello scorso anno con quello del 2002. Un 2003 particolarmente difficile che potremo ben presto lasciarci alle spalle se saranno confermati i segnali positivi di una svolta già a partire dalla seconda metà del 2004. E’ quanto emerge dal discorso di Rosario Messina, presidente di Cosmit, sull’ analisi dei dati preconsuntivi per il 2003 e sull’indagine congiunturale per i primi mesi del 2004, entrambe elaborate dal Centro studi Cosmit/federlegno-arredo. Nel legno-arredamento che comprende sia i settori a monte (industria del legno per i mobili e l'edilizia, semilavorati e componenti dell'arredamento), sia i settori a valle dell'industria dell'arredamento (mobili per uso domestico e non, apparecchi per l'illuminazione e complementi d’ arredo) il fatturato è diminuito nel 2003 del 2,9%, raggiungendo quota 37,2 miliardi di euro, perdendo così oltre un miliardo di euro rispetto al 2002. La filiera ha sofferto la crisi internazionale, gli shock legati allo scoppio della bolla speculativa azionaria, gli eventi bellici e quelli legati al terrorismo che hanno condizionato il mercato e i consumatori. La crisi internazionale si è sentita soprattutto nelle vendite all’estero che hanno accusato il contraccolpo della stagnazione economica: le esportazioni sono state complessivamente pari a 11,8 miliardi di euro, registrando un decremento del 7% rispetto al 2002. Le stesse importazioni sono diminuite, seppure non proporzionalmente, dello 0,5%. Nonostante la difficile congiuntura, il settore nel suo complesso chiude dunque l’anno con un saldo commerciale attivo di oltre 6,5 miliardi di euro. Meno negativi i dati sul fronte interno: i consumi sono diminuiti dello 0,8%, per un totale di 30,7 miliardi di euro, a fronte di una tenuta soprattutto del settore a monte, sostenuto ancora una volta dall’edilizia strutturale e dall’architettura per interni. Se si guarda invece ai dati del solo settore arredamento, il bilancio 2003 appare più negativo. Qui, il decremento del fatturato, pari a 22,4 miliardi di euro, è superiore a quello dell’intera filiera, arrivando al 4,1%. Il dato si spiega con l’effetto combinato del rincaro dei prezzi delle materie prime con la svalutazione del dollaro, effetto che ha impedito ai produttori di ritoccare sostanzialmente i listini. Il mercato interno ha ceduto solo dell’1,3% rispetto a decrementi ben più consistenti delle vendite all’estero (-6,5%). Tuttavia mobili, apparecchi di illuminazione e complementi di arredo made in Italy continuano a essere apprezzati all’estero, le esportazioni sono infatti pari a oltre 10,5 miliardi di euro, mentre il saldo commerciale attivo ammonta a circa 9 miliardi di euro. Le aziende italiane guardano con molto interesse ai mercati esteri, basta pensare che per ogni euro prodotto in Italia, circa 47 centesimi vengono venduti oltre frontiera. I dati preconsuntivi presentano poi un andamento differenziato per i singoli comparti: più penalizzati i mobili per ufficio con un decremento del fatturato pari al 12,5%, a fronte di una diminuzione del 13% delle vendite in Italia. Si tratta peraltro di un fenomeno anche legato alla cessazione delle agevolazioni fiscali per gli investimenti previsti dalla legge Tremonti. Resta invece nella media il decremento del fatturato degli apparecchi per illuminazione, -3,4%. Positivi i comparti del bagno, supportato dal buon andamento del mercato interno che chiude con +0,7% e la cucina, +0,9%, forte dell’andamento delle esportazioni. Peraltro proprio la cucina è l’unico comparto a poter vantare nel 2003 un andamento positivo delle vendite all’estero. Tra i paesi tradizionalmente clienti dell’arredo italiano, nel 2003 sono stati soprattutto Stati Uniti, Germania e Francia a deludere maggiormente. Gli Usa, rimasti il primo paese cliente, hanno ridotto le importazioni di mobili del 16,8% in valore, la Francia del 3,4%, mentre la Germania (diventato il quarto paese cliente, con 972 milioni di euro) del 16,1%. Cali significativi delle importazioni di prodotti made in Italy negli stessi tre paesi si registrano anche nel comparto degli apparecchi per l’illuminazione: Francia -12,9%, Germania -13% e Stati Uniti -2,5%. A preoccupare i produttori sono soprattutto le tensioni valutarie che hanno portato a una rivalutazione dell’euro nei confronti del dollaro, oltre al fatto che l’ancoraggio, più o meno formale, delle monete asiatiche al dollaro sta facendo apprezzare l’euro anche rispetto a valute di mercati molto interessanti che potrebbero compensare le perdite negli Usa. “E’ bene tener presente – ha ricordato il presidente Messina - che tutti i settori del “made-in-Italy”, non soltanto l’arredamento, hanno in Asia i più aggressivi concorrenti ai quali, con un euro forte, si darebbe un ulteriore vantaggio competitivo. Sullo sfondo del quadro descritto dai dati economici del Centro studi Cosmit/federlegno-arredo si inserisce anche l’andamento del settore legno che, nel 2003, ha raggiunto 14,8 miliardi di euro di fatturato, circa lo 0,9% in meno rispetto all’anno precedente a fronte di un forte decremento dell’export. Tiene sostanzialmente il mercato italiano con -0,3%. Un cauto ottimismo si respira tra le imprese del campione di aziende sentite per elaborare l’indagine congiunturale. Per la maggior parte di esse la situazione della raccolta ordini dovrebbe migliorare già a partire dai primi mesi del 2004. Per il periodo ottobre-dicembre il macro-settore arredamento ha fatto registrare incrementi nella produzione (2,8%) e nel fatturato (2,5%), oltre a un aumento nell’occupazione e nei listini prezzi. “Pur considerando con prudenza questi risultati e valutando con attenzione la dimensione degli incrementi – ha commentato Rosario Messina - l’aspetto positivo che si può cogliere è l’inversione di segno, confermata da tutti gli indicatori”.
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