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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 09 Giugno 2004
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BRERA MAI VISTA UNA VIRTUOSA DEL BEL CANTO RITRATTA DA GIUSEPPE MOLTENI. GIUDITTA PASTA IN “NINA O SIA LA PAZZA PER AMORE” MILANO, PINACOTECA DI BRERA, DAL 26 FEBBRAIO AL 5 SETTEMBRE 2004 |
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Milano, 9 giugno 2004 - E’ dedicata al Bel Canto questa nona edizione del ciclo Brera mai vista, che presenta nella sala Xxxvii della Pinacoteca il ritratto di Giuditta Pasta nelle vesti di Nina o sia la pazza per amore, realizzato da Giuseppe Molteni nel 1829 e recentemente acquistato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e destinato alla Pinacoteca di Brera. Giuditta Pasta, celebre cantante nativa di Saronno, dopo trionfali tournée in Francia ed Inghilterra, tornò nel 1829 a Milano, dove aveva esordito giovanissima nel 1816 al Teatro Filodrammatici: un ritorno attesissimo a giudicare dagli articoli che la stampa locale dedicò all’avvenimento e al programma di recite previsto al Teatro Carcano, con cui il soprano aveva firmato un contratto. Preludio eccezionale alla stagione teatrale del Carcano fu un concerto – o accademia come erano definite allora le esibizioni di celebri interpreti – organizzato dalla Società del Giardino nel dicembre del 1828 negli sfavillanti saloni dell’ancora attuale sede di via San Paolo 10; poi, dopo una breve tournée a Vienna, dove Francesco I le conferì il titolo di Prima Virtuosa di Camera di Sua Altezza Imperiale, iniziarono le recite a Milano: cinquanta in tutto, durante le quali la cantante si esibì in ruoli da contralto, da mezzo soprano e da soprano, in ruoli maschili e femminili: Semiramide, Tancredi, Romeo, Nina, Medea, un vero e proprio tour de force, che si concluse solo in luglio con una memorabile serata terminata con battimani, fiori, sventolii di fazzoletti, e con la folla in delirio che accompagnò la cantante fino a casa e rimase applaudendo e farneticando sotto le sue finestre fino a giorno. Giuseppe Molteni, allora giovanissimo ma già famoso come ritrattista, tanto che i critici cominciavano a confrontare la sua pittura con quella di Francesco Hayez, ebbe l’onore di riceverla nel suo studio e di ritrarla nelle vesti di Nina, la protagonista di una delle più popolari opere di Giovanni Paisiello Nina o sia la pazza per amore, rappresentata nel luglio al Carcano con Giuditta Pasta, come prima donna. Il pittore, commosso per tanto onore, scrisse alla cantante una lettera di ringraziamento, accompagnata da un piccolo album di disegni, alla cui realizzazione parteciparono Vitale Sala, Franceso Hayez, Ignazio Fumagalli, Giuseppe Longhi e Giuseppe Migliara, purtroppo perduto. Il dipinto del Molteni fu presentato all’annuale esposizione dell’Accademia di Brera, insieme a quello di Stefania Favelli, di cui si sono perse le tracce. Accanto a questo dipinto, la Pinacoteca di Brera avrebbe voluto presentare un’opera di Joseph Cornell (1903-1972) Giuditta Pasta (dédicace) (Londra, Tate Gallery), curioso omaggio a questa famosa cantante degli inizi del Xix secolo, interprete preferita di Donizetti e Bellini, ricordata ancora nel 1950 dall’artista che le dedicò una scatola – come sono definite le sue opere dal vago sapore surrealista- all’interno della quale sono allineati una serie di bicchieri da rosolio sormontati da un’asse su cui sono posizionate due sfere. Purtroppo non è stato possibile portare a buon fine le trattative avviate per ottenere il prestito; l’opera è troppo fragile e troppo complesse sono risultate le procedure per un’iniziativa che, come le precedenti edizioni di Brera mai vista, vuole essere un’occasione di approfondimento su dipinti poco noti e può contare su risorse limitate. Al curioso omaggio alla celebre cantante del Xix secolo, eseguito da Cornell nel 1950 è comunque dedicata una lunga scheda del catalogo, redatta da Jennifer Mundy, curatrice della Tate Modern di Londra. All’opera di Molteni, in mostra, è stato accostato un bel dipinto di Elisabeth Vigée Lebrun che ritrae nel 1791 Giovanni Battista Paisiello, l’autore di Nina o sia la pazza per amore, seduto accanto ad un clavicembalo, su cui sono poggiati alla rinfusa degli spartiti: su di uno di essi si legge:” Rond. Di Piano/ Il mio ben quando verrà/ Musica di Giovanni Paisiello”: sono le prime note della più celebre aria dell’opera, uno dei cavalli di battaglia di Giuditta Pasta. Informazioni e prenotazioni : 02.89421146
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