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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Giugno 2004
 
   
  Web alimentazione e benessere  
  UN AFTER – DINNER DAL GUSTO MORBIDO, ROTONDO, AROMATICO, MAI FRUTTATO, NÉ SECCO O FRIZZANTE SEGNA LA VITTORIA DI ANTONINO SANTORO ALLA FINALISSIMA CAMPIONATO ITALIANO DI BARMAN  
   
  Las Vegas 2004: è il prossimo grande appuntamento per tutti gli appassionati di cocktail. Infatti è proprio lì che si disputeranno – il prossimo novembre – i Campionati del Mondo di cocktail Iba (International Bartenders Association). Anche l’Italia avrà un suo degno rappresentante, scelto tra 3 “Big” nazionali del bere miscelato: Giovanni Colella, Elisabetta Lai e Antonino Santoro saliti in pedana armati di shaker e mixing glass, e ci hanno regalato inedite creazioni in un evento unico e spettacolare. I concorrenti dovevano, da regolamento, preparare un after – dinner, drink particolarmente indicati dopo cena, dal gusto morbido, rotondo, aromatico, mai fruttato, né secco o frizzante. Quest’anno l’I.b.a. Ha abbinato all’A.i.b.e.s. L’azienda H.c. Konig Ges M.b.h. , pertanto l’unico vincolo alla selezione è stato l’utilizzo di un ingrediente base: il Black Mozart Chocolate Liqueur, “leit motiv” al cacao dei drink in concorso, prodotto dalla suddetta azienda austriaca. Giovanni Colella (Martano – Lecce) ha presentato al pubblico e alla giuria il suo “Kv2004” (3 cl. Bacardi 8, 2 cl. Black Mozart Chocolate, 1 cl. Grand Marnier, 1 cl. Galliano) ispirato, con un po’ di fantasia, a Ludwig Von Kochel, il primo che nel 1862 pubblicò il primo catalogo cronologico – tematico delle opere di Mozart; “La scelta di chiamare il mio cocktail con questa strana sigla” - dichiara il concorrente pugliese - “dove K indica l’iniziale di “Kochel” e V “Verzeich nis” catalogo in austriaco, vuole essere un omaggio a Mozart, ispirandomi al famoso liquore a lui titolato e prodotto base delle nostre ricette in gara”. Raffinato nel gusto e nella decorazione, si è classificato terzo. Elisabetta Lai, giovane sarda verace ed unica donna in gara, ha preparato con abilità e destrezza un bellissimo “Las Vegas 2004” (2 cl. Vodka mandrin absolut, 2 cl. Liquore al caffè, 2 cl. Liquore al cioccolato, 1 cl. Crema di latte on the top); anche Elisabetta si è dichiarata agguerrita e mira a portare a casa la vittoria, per raggiungere un ulteriore traguardo personale e soprattutto per veder trionfare il “gentil sesso” in una competizione internazionale così importante; purtroppo l’emozione non ha permesso ad Elisabetta di aggiudicarsi il primo posto, ma si ritiene comunque soddisfatta di essere arrivata a questo punto. Infine Antonino Santoro, terzo partecipante in gara si è aggiudicato il primo posto con “Moon Flower” (2 cl. Cognac Remy Martin, 1 cl. Black Mozart Chocolate, 1 cl. Di Saronno, 1 cl. Mandarinetto Isolabella, 2 cl. Crema di latte), un vero e proprio fiore “lunare” anche nella decorazione realizzata con mela, arancio candito, rapa, cannella e cioccolato; il concorrente siciliano ha scelto di realizzare un after dinner leggermente denso, opaco e dai profumi di panna e mandorla, cremoso e dolce, un mix di aromi particolari che ricordano quelli dell’ Irish Coffee. Momento clou dell’evento una doppia esibizione di “flair”, dove gli estrosi e acrobatici Carlo Maria Munafò e Gianmario Barlocco (vincitore Concorso regionale Lombardia categoria Flair) - novelli Tom Cruise del film “Cocktail” – hanno affascinato gli spettatori con numeri da giocoliere ed evoluzioni mozzafiato. Una serata dalle grandi emozioni non solo per le papille gustative: drink che si “bevono” con gli occhini in un florilegio di mandarini cinesi, ciliegine, foglie di menta, carote e meloni gialli per creare contrasti di sapori e colori, afrodisiache miscele di aromi, decisi o impalpabili a seconda dei gusti. “Gli Italiani – spiega Umberto Caselli, Presidente dell’A.i.b.e.s. (Associazione Italiana Barmen e Sostenitori), ma anche dell’I.b.a. (International Bartenders Association) – sono i più assidui frequentatori di bar in Europa. Un primato che si riflette anche nella preparazione e nella professionalità dei nostri barmen, tra i migliori nel panorama internazionale. E’ proprio questo lo scopo dell’A.i.b.e.s.: forgiare nuovi qualificati professionisti che diffondano nel mondo l’arte italiana del buon bere”. Il Gruppo Carlsberg Ogni giorno 15 milioni di persone in tutto il mondo bevono prodotti di Carlsberg Breweries. Carlsberg Breweries A/s è infatti presente in 140 paesi con 27.000 dipendenti, un centinaio di filiali e compagnie associate e 70 impianti produttivi situati in circa 40 nazioni. Con i suoi 56 milioni di ettolitri di birra venduti, il Gruppo Carlsberg si colloca al 5° posto nella classifica dei maggiori produttori di birra nel mondo, detenendo una posizione di spicco nel segmento delle birre premium. La marcata volontà di internazionalizzare il marchio e di rafforzare la propria posizione nella gran parte dei mercati del mondo non hanno mai fatto venir meno l’obiettivo principale dell’azienda fin dalla sua fondazione: perfezionare al massimo l’attività del gruppo senza perseguire fini di lucro immediati, per potersi sempre imporre come modello di eccellenza qualitativa nella produzione della birra, nel pieno rispetto dell’ambiente. La storia, La prima fabbrica danese di birra bavarese iniziò la propria attività il 10 novembre 1847, quando J.c. Jacobsen avviò una fabbrica di birra fuori dalle mura della città e la chiamò Carlsberg (la collina di Carl), dedicandola al figlio Carl ed al colle dove sorge lo stabilimento. J.c. Jacobsen aveva una personalità insolita: abile e previdente, faceva sempre del suo meglio per migliorare la produzione e la qualità. In questo modo la sua eccellente birra diventò una delle più richieste. Il figlio, Carl Jacobsen, studiò i metodi di produzione della birra in Danimarca e all'estero, portando avanti l'esperienza paterna nel settore. Il costante impegno di Carlsberg nella ricerca e nella qualità è testimoniato dalla scoperta del lievito per birre a bassa fermentazione Saccharomyces carlsbergensis, che viene utilizzato per la produzione della gran parte della birre lager nel mondo. La crescente necessità di assicurarsi tutti i vantaggi della produzione su grande scala, insieme all'intensificarsi della concorrenza internazionale, crearono nel tempo le premesse per la fusione, avvenuta nel 1970, tra le due più grandi fabbriche di birra danesi: la Carlsberg e la Tuborg. Grazie alla fusione, Carlsberg e Tuborg divennero così parte del gruppo De Forenede Bryggerier A/s (le Birrerie Riunite), che dal 1987 assunse il nome di Carlsberg Breweries A/s. Carlsberg Italia Carlsberg è presente in Italia dal 1975 quando Aldo Bassetti, allora proprietario della Poretti, storica azienda operante in Italia dal 1877, firma un importante accordo con la United Breweries di Copenhagen per la produzione e commercializzazione in Italia dei marchi danesi Tuborg e Carlsberg. Nel 1982 l'azienda cede alla Carlsberg il 50% delle azioni a rafforzamento di quel processo di sviluppo e di internazionalizzazione che porterà nel 1998, a seguito della cessione del 75% del capitale alla Carlsberg, alla modifica del nome dell'azienda da Industrie Poretti a Carlsberg Italia. Dal 2001 il 100% del capitale sociale di Carlsberg Italia è posseduto da Carlsberg Breweries. Carlsberg Italia ha due stabilimenti produttivi: quello storico a Induno Olona (Varese), sede anche della direzione, l'altro a Ceccano (Frosinone). Nelle due unità produttive, entrambe certificate En Iso 9002, lavorano 350 persone. Oggi Carlsberg Italia produce e commercializza 1 milione e 600 mila ettolitri di birra a marchi Carlsberg, Tuborg, Splugen, Poretti, Bock 1877, Castlemaine Xxxx, Tetley's e altri minori.  
     
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