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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Marzo 2004
 
   
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  REVISIONE DEBITO PUBBLICO: PRECISAZIONE  
   
  Roma, 3 marzo 2004 - In merito a commenti di stampa sulla riclassificazione del debito pubblico effettuata ieri dall’Italia, il Mef precisa che: la revisione è stata notificata alla Commissione europea di concerto tra Mef, Istat e Banca d’Italia dopo un lavoro comune di mesi: non vi è dunque nessuna divergenza sulle cifre; la serie del debito pubblico è stata rivista al rialzo sin dal 1999. L’aggiustamento al rialzo è pari a 1,7 punti di Pil nel 2003; senza questo aggiustamento il rapporto debito/Pil sarebbe sceso dal 106,7 del 2002 al 104,5% del 2003; dopo la revisione si passa dal 108,0 del 2002 al 106,2% del 2003; la revisione incide dunque sul livello del rapporto debito/Pil, ma solo marginalmente sul ritmo di riduzione del rapporto; la revisione è dovuta ai due fattori già specificati nel comunicato stampa del Mef di ieri, ossia: l’individuazione degli intestatari dei conti correnti postali e la conseguente riclassificazione come debito pubblico dei conti intestati al settore privato. Tale riclassificazione ha ovviamente generato la corrispondente rettifica dei livelli di fabbisogno del settore statale nel periodo considerato, già comunicata alla Commissione europea; l’individuazione e la conseguente riclassificazione di titoli pubblici in portafoglio di alcuni fondi pensione privati, finora attribuiti agli Enti pubblici di previdenza. In particolare, per quanto riguarda il primo fattore, la quantificazione è stata particolarmente difficoltosa, tanto è vero che solo il 26 febbraio Poste Spa è stata in grado di trasmettere una disaggregazione attendibile. Ma l’esistenza del problema era nota da tempo a tutte le istituzioni coinvolte nella comunicazione dei dati sul debito: la Banca d’Italia, per esempio, aveva già trasmesso nel corso del 2003 alla Bce le statistiche sulla base monetaria che transita per il canale postale (dato parzialmente sovrapponibile a quello dei c/c postali dei privati). Riguardo al secondo fattore di revisione, la Banca d’Italia ha fornito i dati dal 1999. La revisione si è resa necessaria una volta evidenziato che il sistema di rilevazione della Banca centrale nazionale sin dal 1991 non distingueva tra fondi pensione privati e pubblici, contabilizzando i titoli pubblici in portafoglio dei vari fondi come se fossero tutti di proprietà pubblica (e quindi fuori dal debito pubblico). Pertanto, questa revisione non ha alcuna relazione con l’andamento delle dismissioni immobiliari del programma Scip2, che prosegue lineare.  
     
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