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Notiziario Marketpress di
Lunedì 14 Giugno 2004
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LE NUOVE NORMATIVE SPINGONO LE AZIENDE A VERIFICARE GLI SCAMBI DI EMAIL E INSTANT MESSAGE DEI DIPENDENTI |
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Milano, 14 giugno 2004 – La ricerca Storage Index* commissionata da Hitachi Data Systems – società leader nel settore del data storage – rivela che le nuove normative, entrate recentemente in vigore, stanno spingendo le aziende ad adottare un approccio più rigido nei confronti dell'archiviazione e del monitoraggio della posta elettronica e degli instant message dei propri dipendenti . La ricerca, condotta presso aziende in Europa, Medio Oriente e Africa (Emea), ha rilevato che la maggioranza delle realtà interpellate (56%) effettua un monitoraggio costante dei messaggi di posta elettronica inviati dai dipendenti, mentre una porzione ancora maggiore (61%) li archivia centralmente. Allo stesso tempo, oltre un terzo delle aziende (36%) controlla attivamente le comunicazioni di Instant Messaging (Im), e nella grande maggioranza delle aziende (68%) il personale deve utilizzare questi mezzi di comunicazione seguendo una policy interna di linee guida di comportamento. percentuali di aziende che normalmente controllano le comunicazioni dei dipendenti | Paese | Email | Im | Austria | 50% | 40% | Belgio | 57% | 40% | Danimarca | 30% | 20% | Finlandia | 44% | 29% | Francia | 71% | 60% | Germania | 51% | 41% | Israele | 57% | 41% | Italia | 57% | 23% | Paesi Bassi | 66% | 31% | Norvegia | 50% | 32% | Polonia | 67% | 17% | Sud Africa | 50% | 40% | Spagna | 77% | 70% | Svezia | 30% | 13% | Svizzera | 50% | 47% | Regno Unito | 62% | 22% | Media Emea | 56% | 36% | e-mail e Instant Message (Im) in Italia. Il 57% delle aziende italiane intervistate ha dichiarato di monitorare costantemente la posta elettronica (a fronte di una media del 56%), mentre quelle che effettuano un controllo costante degli Instant Message sono solo il 23% (a fronte di una media generale del 36%). Per le aziende che ancora non effettuano controlli di alcun tipo, il 23% delle aziende ha in programma il monitoraggio del traffico della posta elettronica. Tra esse il 44% prevede di iniziare entro 6 mesi, il 33% entro 1 anno e l’11% entro 2 anni. Mentre il 13% delle società italiane intervistate dichiara di non essere intenzionata a effettuare controlli sugli Instant Message e solo una minima parte (il 7%) ce l’ha in programma ma senza una tempistica predefinita. Da questi dati emerge come le aziende italiane siano più sensibili nei confronti degli scambi di e-mail rispetto agli scambi di Im, questo malgrado l'utilizzo degli Im sia stato riconosciuto come il mezzo di comunicazione dalla crescita più veloce di tutti i tempi(2). Se da un lato tali misure possono apparire sgradite ai dipendenti, l'introduzione di nuove normative per la trasparenza della gestione aziendale – come la legge statunitense Sarbanes-oxley – sta spingendo le aziende a riesaminare le policy sullo scambio di documenti e messaggi elettronici. Questo accade particolarmente nei settori soggetti a complesse discipline come i servizi finanziari, dove le società rischiano forti sanzioni qualora non si adeguino agli obblighi di auditing delle comunicazioni. Hitachi Data Systems, inoltre, ha rilevato che i messaggi e-mail e i relativi allegati possono arrivare ad occupare oltre il 40% delle risorse storage di un’azienda. Per quanto riguarda l’archiviazione dei dati aziendali, sebbene le recenti normative prevedano l'archiviazione dei documenti scambiati tramite mezzi elettronici (e-mail e Im) per un limite massimo di otto anni, a livello Emea meno di un'azienda su cinque (18%) conserva attualmente i messaggi per più di tre anni. Un fatto ancor più preoccupante è che un'azienda su venti (6%) conserva il traffico Im per oltre tre anni, mentre il 75% non conserva alcun Im. L’archiviazione dei dati in Italia. Su questo aspetto l’Italia si deve ancora organizzare: il 73% delle aziende italiane, infatti, ha dichiarato di archiviare le e-mail per meno di 3 anni, a fronte di una media europea del 43%. E’ inferiore, invece, la percentuale delle società italiane che conservano le e-mail per un periodo superiore ai 3 anni: la percentuale italiana del 7% si scontra, infatti, con una media europea del 18%. Per quanto concerne le normative che regolano il monitoraggio e l’archiviazione del traffico delle comunicazioni elettroniche, l’Italia ancora non ha le idee molto chiare: la ricerca commissionata da Hitachi Data Systems ha infatti evidenziato che il 60% delle aziende italiane non ha ancora ricevuto linee guida in materia, il 13% di esserne in possesso ma di non averle comprese e solo il 27% di avere un quadro chiaro della situazione normativa. “E’ evidente come le nuove normative per la trasparenza della gestione aziendale, sommate al peso dei costi It, inizino a presentare conseguenze rilevanti sulle comunicazioni aziendali. Entro il prossimo anno, o anche prima, si prevede che la maggior parte delle aziende compia investimenti significativi a favore di sistemi per la gestione della posta elettronica e tecnologie similari", ha dichiarato Giuliano Bettineschi, country manager Hitachi Data Systems Italia.
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