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Notiziario Marketpress di
Lunedì 14 Giugno 2004
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L'EMICRANIA MESTRUALE : UNA PATOLOGIA IN PRIMA LINEA |
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Milano, 14 giugno 2004 - L'emicrania mestruale rappresenta un capitolo a sé nel "mondo" dell'emicrania che nel nostro Paese colpisce ben il 12 % della popolazione. E' possibile affermare che almeno un individuo adulto su otto soffre di emicrania e che questa condizione patologica, nel pieno dell'età fertile, è tre - quattro volte più frequente nel sesso femminile rispetto a quello maschile. Ecco perché si dice che "l'emicrania è donna". Se ne è parlato a Milano in un Incontro cui sono intervenuti il Professor Giovanni Battista Allais, Centro Cefalee della Donna - Dipartimento Discipline Ginecologiche e Ostetriche dell'Università di Torino; il Professor Gennaro Bussone, Responsabile Centro Cefalee - Istituto Neurologico Nazionale "Carlo Besta" di Milano. Nella classificazione delle cefalee in vigore fino a pochissimi mesi fa, messa a punto dalla International Headache Society nel 1988, l'emicrania mestruale non aveva una propria distinzione ed era solo citata in maniera marginale. Nell'ultima versione della classificazione delle cefalee, introdotta dalla International Headache Society nel 2004, l'emicrania mestruale viene finalmente considerata con maggiore attenzione. La maggioranza delle donne affette da cefalea riferisce di soffrire di attacchi in qualche modo correlati al ciclo mestruale, che si presentano in particolare immediatamente prima, durante e/o subito dopo i giorni del flusso mestruale. Per meglio definire questo intervallo perimestruale troppo generico, si è recentemente introdotto il concetto di una "finestra mestruale" (menstrual window) in cui debbono cadere gli attacchi per essere realmente definiti "mestruali": questo intervallo temporale va da 2 giorni prima fino a 3 giorni dopo il primo giorno di mestruazione. Genericamente, una percentuale molto variabile di donne emicraniche lamenta attacchi in qualche modo correlati alle mestruazioni. Come ricordato dal Professor Giovanni Battista Allais, negli anni passati diversi Autori, sulla base della loro esperienza clinica, hanno segnalato che gli attacchi di emicrania mestruale hanno maggiore durata, creano maggiore disabilità e presentano minore risposta ai farmaci rispetto a quelli che avvengono al di fuori del periodo mestruale. Solo ultimamente però queste affermazioni hanno trovato conferma in studi controllati: ad esempio, lo studio policentrico italiano, in fase di pubblicazione sulla rivista medica internazionale Cephalalgia, svolto su 64 donne sofferenti di emicrania correlata alle mestruazioni, in cui venivano valutate per due mesi consecutivi le caratteristiche dell'emicrania, la disabilità lavorativa e la risposta ai farmaci sintomatici, raffrontando gli attacchi perimestruali con quelli non mestruali. Lo studio ha dimostrato che i primi erano significativamente più lunghi, associati ad una disabilità lavorativa maggiore e ad una minore risposta ai farmaci dei secondi. Per quanto riguarda l'approccio terapeutico all'emicrania mestruale, essa necessita innanzitutto della corretta prescrizione di un sintomatico specifico. La preferenza iniziale deve sempre essere accordata ai triptani, per la nota capacità di controllare sia i sintomi dolorosi che quelli di accompagnamento, ed anche perchè per alcuni di essi, in particolare il sumatriptan, esistono studi specifici che dimostrano una notevole efficacia nella gestione dell'attacco di emicrania mestruale. Come ricordato dal Professor Allais, il sumatriptan, capostipite di questa classe di farmaci , ha storicamente accumulato evidenze di notevole efficacia derivanti da un maggior numero di "trials", rispetto a tutti gli altri triptani entrati successivamente in commercio; inoltre, è stato studiato specificamente nell'emicrania mestruale. E' stato proprio per questo motivo che il sumatriptan ha ora ottenuto in Italia l'autorizzazione ministeriale alla specifica indicazione della emicrania mestruale. Tutto ciò è potuto avvenire perché nei diversi studi clinici in cui veniva valutata la capacità di ottenere un sollievo dal dolore (cioè una riduzione dell'intensità del dolore da grave a lieve o da moderato ad assente) a due ore dall'assunzione del farmaco antiemicranico, sia la formulazione sottocutanea sia la formulazione orale del sumatriptan si sono dimostrate notevolmente efficaci. Il dato pubblicato alla fine del 2003 su Obstetrics and Gynecology da Nett e coll è ancora più confortante, in quanto dimostra la possibilità del sumatriptan in formulazione orale (sia 100 mg che 50 mg) di ottenere la condizione di totale benessere dal dolore a due ore dall'assunzione in una percentuale elevata di pazienti sofferenti di emicrania mestruale, quando la compressa venga assunta nella fase iniziale del dolore: di qui l'importanza per la donna e per la sua qualità di vita.
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