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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Giugno 2004
 
   
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  SEDICESIMA EDIZIONE DELL’OSSERVATORIO ASSOFIN – CRIF – PROMETEIA- CRESCE IL CREDITO AL CONSUMO IN ITALIA: + 9,6% AL 31 DICEMBRE 2003. CONTINUA ANCHE LO SVILUPPO DEL CREDITO IMMOBILIARE MA RESTA CONTENUTO IL LIVELLO DI INDEBITAMENTO DELLE FAMIGLIE ITALIANE  
   
   Milano, 17 giugno 2004 - Prosegue il trend di crescita del credito al consumo: al 31 dicembre del 2003 si registra un tasso di incremento delle consistenze del +9,6%, in leggera decelerazione rispetto al +12,5% registrato alla stessa data dell’anno precedente. In forte espansione i mutui per l’acquisto di abitazioni, passati dal 37,5% del totale crediti alle famiglie del 2001 al 47,2% del 2003. Ciononostante, le famiglie italiane ricorrono al credito ancora in misura piuttosto ridotta: infatti, rispetto agli altri principali Paesi europei il tasso di indebitamento (misurato dal rapporto tra crediti in essere e reddito disponibile lordo) - che nel 2002 era pari al 34,2% contro il 120,2% del Regno Unito, il 111,8% della Germania, l'83% della Spagna ed il 58,6% della Francia - nel 2003 si è assestato al 36,6%. Questi sono alcuni dei dati che emergono dall’Osservatorio sul Credito al Dettaglio, il rapporto Assofin - Crif - Prometeia giunto alla sedicesima edizione. Il mercato, le dimensioni e le tendenze Le consistenze totali di credito al consumo si sono attestate, a fine dicembre 2003, attorno ai 55.300 milioni di Euro; le banche generaliste rappresentano oltre 15.500 milioni di Euro (con un tasso di variazione del -1,7% a fronte del +8,8% registrato a dicembre 2002), mentre le istituzioni finanziarie e banche specializzate hanno raggiunto i 39.800 milioni di Euro (+14,7% contro il +14,3% alla stessa data del 2002). La tendenza descritta è effetto di precise scelte gestionali delle banche generaliste e dei loro gruppi di riferimento, orientati verso una più ampia distribuzione tramite le proprie reti di prodotti delle istituzioni finanziarie e banche specializzate. Le forme tecniche del credito al consumo L’evoluzione delle consistenze è stata analizzata nel Rapporto in forma distinta per i due comparti del mercato, il primo costituito dalle banche generaliste ed il secondo dalle istituzioni finanziarie e banche specializzate. Le consistenze aventi origine bancaria mostrano un’evoluzione suddivisibile in tre macrocategorie: la componente dei finanziamenti veicolati attraverso carta di credito (la cui incidenza rispetto al totale è in leggera crescita, al 5,2% rispetto al 5,0% del 2002), le cessioni del quinto (il cui peso si mantiene attorno all’8,3%, contro l'8,6% del 2002) e le altre forme tecniche, che pesano ancora per oltre l’86%. Nel campo delle istituzioni finanziarie e banche specializzate è stata effettuata una scomposizione più dettagliata: i finanziamenti finalizzati ammontano al 69,3%, in diminuzione di 4,5 punti percentuali rispetto al 2002, i finanziamenti non finalizzati sono passati al 16,1% del totale (contro il 14,3% del 2002), le carte di credito revolving rappresentano il 9,7% del totale (rispetto al 7,8% del 2002) con un tasso di crescita del +42,4% (+50,9% nel 2002), mentre i prestiti contro cessione del quinto dello stipendio, che costituiscono il 4,9% del totale delle consistenze, continuano a crescere ad un tasso superiore alla media (+36,8%; nel 2002 il dato era +22,2%). I flussi di credito finalizzato I flussi di erogato nel 2003 delle banche generaliste sono stati indirizzati principalmente alla mobilità (25,2%) e ai finanziamenti per ristrutturazioni (23,8%), restando peraltro sempre prevalente il peso dei finanziamenti a copertura di generiche esigenze personali (35,1%). La buona performance fatta registrare nel 2003 dalle istituzioni finanziarie e banche specializzate è dovuta in parte alla ripresa dei crediti concessi per acquisti nel comparto della mobilità, che fanno segnare un aumento complessivo dei volumi intermediati del +12,5%, in forte accelerazione rispetto al 2002, quando il comparto segnò un modesto +2,6%. A fine 2003 tali crediti ammontano al 65,6% del totale erogato. La crescita è stata trainata dai finanziamenti erogati a tassi promozionali per l'acquisto di auto nuove (+60,5%). Il restante 34,4% dei crediti finalizzati erogati ha riguardato l’acquisto di beni diversi dall’auto (arredo, elettronica, elettrodomestici, servizi) che coprono una quota pari al 17,7%, e i crediti erogati senza destinazione d’uso. Anche i finanziamenti finalizzati all'acquisto di elettronica ed elettrodomestici mostrano una buona ripresa (+22,2%), come quelli destinati all’acquisto di arredi (+14,9%); in crescita anche i finanziamenti finalizzati all’acquisto di motocicli (+8,2). Il ricorso al credito delle famiglie italiane Obiettivo dell’approfondimento monografico di questa edizione dell’Osservatorio è quello di fornire un’interpretazione dell’evoluzione del ricorso al credito delle famiglie italiane, qualificandone la portata e connotandola in termini socio-economici. Le principali conclusioni dello studio sono le seguenti: aumentano le famiglie che ricorrono al credito in presenza di finanziamenti non ancora completamente rimborsati; tuttavia all’aumento del numero di prestiti preesistenti e dell’ammontare degli impegni finanziari si contrappongono sia un aumento del numero di famiglie con redditi più elevati che richiedono credito, sia un sostanziale equilibrio fra ammontare degli impegni finanziari e livello di reddito corrente; sono proprio le famiglie dotate di un reddito medio-alto ad evidenziare un livello di indebitamento più elevato e caratterizzato da una crescita più sostenuta; le famiglie che possiedono un reddito da lavoro dipendente rappresentano la maggioranza di quelle che accedono al credito, ma i mutati comportamenti dell’offerta si riflettono anche in una crescente presenza di lavoratori autonomi e di altre tipologie di famiglie con redditi meno certi; la crescita dell’indebitamento delle famiglie italiane sembra più l’effetto di un mutamento delle modalità di comportamento finanziario e di gestione del budget familiare che la conseguenza di un generale impoverimento delle famiglie stesse; il relativo incremento del numero di famiglie che presentano difficoltà di rimborso del debito va letto più come una conseguenza fisiologica di una maggiore attività creditizia che come sintomo del deterioramento della capacità delle famiglie di onorare i debiti contratti. Nel corso degli ultimi anni la crescita del ricorso al credito è stata elevata, con tassi di sviluppo positivi, più o meno intensi, in relazione alla congiuntura, al livello dei tassi di interesse e all’andamento dei mercati finanziari. Il cambiamento sembra essere collegato ad un nuovo approccio delle famiglie nei confronti del finanziamento dei propri acquisti o dei propri investimenti immobiliari: l’accezione negativa associata all’indebitamento e, in particolare, all’indebitamento finalizzato all’acquisto di beni durevoli e non, sta progressivamente dissolvendosi, lasciando spazio ad una maggiore consapevolezza finanziaria delle famiglie e ad una più razionale gestione dei propri flussi di cassa. L’analisi del comportamento finanziario delle famiglie italiane non può prescindere da una valutazione comparativa rispetto a quanto registrato nei principali paesi europei. Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad una lenta ma progressiva convergenza delle scelte delle famiglie europee, sotto il profilo sia del ricorso al credito sia dell’investimento, anche se permangono forti differenze tra i vari Paesi. In particolare, la tabella qui di seguito riportata mostra la diversa importanza dell’indebitamento pro-capite delle famiglie nei paesi oggetto dell’analisi e il relativo tasso di indebitamento. In assenza di dati relativi ai flussi lordi di debito, quest’ultimo è stato calcolato come rapporto tra passività finanziarie delle famiglie e reddito disponibile lordo. Indebitamento pro-capite e tasso di indebitamento
Indebitamento pro-capite - 2002 € Tasso di indebitamento -2002 %
Francia 10 057 58.6
Germania 18 516 111.8
Spagna 9 174 83.0
Uk 23 186 120.2
Italia 5 340 34.2
Fonte: Istituti nazionali di statistica e banche centrali nazionali (Conti finanziari) Dal confronto emerge come l’indebitamento delle famiglie risulti: molto più elevato nel Regno Unito e in Germania, sia in termini di prestiti pro-capite, sia in termini di tasso di indebitamento; su livelli medi in Francia e Spagna; in quest’ultima nazione, tuttavia, il tasso di indebitamento risulta molto più elevato a causa di un minore reddito disponibile; ancora basso in Italia, con un indebitamento pro-capite pari a circa il 25% di quello registrato nel Regno Unito e poco superiore al 50% di quello francese, e un tasso di indebitamento che, nel 2002, superava di poco il 34%. Dal punto di vista della dinamica, l’Italia mostra un’evoluzione più graduale - specie rispetto a quella evidenziata in Spagna, dove le consistenze di credito pro-capite sono di fatto triplicate negli ultimi sette anni - verso un nuovo equilibrio nelle preferenze delle famiglie probabilmente più prossimo a quello medio dei paesi europei mediterranei. La rischiosità del credito al consumo In tale contesto la rischiosità del credito al consumo è rimasta sostanzialmente stabile su valori relativamente modesti, anche se va segnalato un tendenziale aumento delle insolvenze leggere. Le istituzioni finanziarie specializzate mantengono tassi di sofferenza più elevati rispetto alle banche generaliste, ma il differenziale è in progressiva contrazione. A fronte di una sostanziale stabilità degli indicatori di rischio più grave, ovvero dei tassi di sofferenza e di insolvenza grave (+0,2% nel 2003), la rischiosità complessiva del comparto del credito al consumo ha continuato a risentire della dinamica più accentuata delle insolvenze leggere (+0,4%), perdendo nel 2003 parte della significativa riduzione conseguita nell’anno precedente. La crescita delle insolvenze leggere rappresenta, quindi, la metà dell’aumento complessivo della rischiosità osservata nel 2003. Per quanto riguarda il comparto mutui, a fine 2003 il rischio complessivo risulta in aumento di un +0,3% rispetto a fine 2002 e attribuibile sostanzialmente alla dinamica delle insolvenze leggere. Prospettive future Guardando all’anno in corso e al prossimo biennio, lo scenario macroeconomico dovrebbe accentuare gli elementi positivi per l’evoluzione della domanda di credito al consumo. Per il 2004, infatti, il reddito disponibile lordo ed i consumi delle famiglie dovrebbero mantenersi su tassi di crescita rispettivamente simili e leggermente inferiori a quelli del 2003. Per il reddito disponibile delle famiglie si prevede poi una accelerazione al 2% nel biennio successivo. La ripresa di interesse per i consumi durevoli dovrebbe invece confermare, in questo comparto, la crescita dello scorso anno, per poi accelerare a circa il 3% medio annuo nel prossimo biennio; la crescita più vivace dei consumi durevoli dovrebbe verificarsi nei settori caratterizzati da una minore penetrazione del credito (elettrodomestici e arredo). I mercati finanziari dovrebbero esprimere una tendenza molto cauta al rialzo dei tassi, mantenendo relativamente modesto l’onere del debito per le famiglie. Coerentemente con il quadro di riferimento sopra delineato, il tasso di indebitamento delle famiglie italiane raggiungerà un livello prossimo al 40% nel 2006, risultando quindi ancora distante da quello sperimentato nelle principali economie europee (che va dal 60% circa della Francia al 120% del Regno Unito). In tutto il periodo di previsione la crescita del credito alle famiglie dovrebbe quindi mantenersi sostenuta e su un sentiero superiore a quello atteso per il reddito disponibile e per i consumi delle famiglie, con un ulteriore avvicinamento dei comportamenti finanziari delle famiglie italiane a quelli medi europei. Le previsioni per il mercato del credito al consumo sono di una crescita delle consistenze del +10,4% stimato per la fine dell’anno in corso (+13,6% medio annuo per il prossimo biennio), con una dinamica ancora più vivace del comparto delle istituzioni finanziarie e banche specializzate. L’ulteriore crescita del credito al consumo manterrà comunque l’Italia su livelli ancora relativamente contenuti in termini di copertura con credito dei consumi, che non dovrebbe superare il 10% nel 2006 contro valori che negli altri principali paesi europei sono già superiori al 15%. Anche nel comparto dei prestiti per l’acquisto di abitazioni sono previsti tassi di crescita positivi, che evidenziano però una significativa decelerazione rispetto alla dinamica dell’ultimo biennio: la crescita attesa per quest’anno è del 16% circa, mentre quella media per il periodo 2005-2006 è del 12%. Infine, relativamente alla rischiosità lo scenario di riferimento non sembra comportare possibili tensioni, tanto nel comparto del credito al consumo quanto in quello dei mutui.
 
     
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