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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Giugno 2004
 
   
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  A BERGAMO DAL 6 NOVEMBRE 2004 AL 6 GENNAIO 2005 LA MOSTRA ALBERTO MARTINI SURRÉALISTE  
   
  Bergamo, 18 giugno 2004 - In Palazzo della Ragione 70 opere (dipinti a olio, acquerelli, tempere, pastelli, litografie, disegni a penna di china) documentano l’arte di un protagonista del surrealismo europeo a cinquant’anni dalla morte. A cinquant’anni dalla morte, la città di Bergamo, con l’Università degli Studi quale promotore, intende ricordare la figura di Alberto Martini, uno dei protagonisti del surrealismo europeo. Dal 6 novembre 2004 al 6 gennaio 2005 si terrà in Palazzo della Ragione la mostra Alberto Martini. Surréaliste, promossa dall’Università degli Studi di Bergamo (Istituto di Storia dell’Arte) in collaborazione con il Comune di Bergamo, con il patrocinio della Provincia di Bergamo e della Regione Lombardia e con il contributo della Banca Popolare di Bergamo, del Gruppo Bonaldi e del Gruppo Bombardini. Il percorso espositivo, curato da Marco Lorandi e Orietta Pinessi, presenta 70 opere (40 dipinti a olio e 30 tra acquerelli, tempere, pastelli, litografie e disegni a penna di china) che documentano il momento surrealista di Alberto Martini (1876 – 1954) collocato particolarmente nel suo lungo soggiorno parigino degli anni 1928- 1934 quando vive e lavora nel quartiere di Montparnasse: “in un atelier ultimo stile, tanto grande ed alto che salendo una scaletta interna, mi trovavo in un piccolo appartamento che girava intorno come una loggia in teatro. Lavorai moltissimo in quella strana dimora; vi inventai la pittura a la maniera nera, la pittura con i colori del cielo” (la Maniera Chiara). A Parigi, pur nel contatto col gruppo Surrealista di André Breton che Martini conobbe direttamente, elaborò una forma di surrealismo totalmente originale, unica e solitaria e tuttavia collegata al movimento francese. Il suo surrealismo è particolare perché proviene da una lunga formazione nell’ambito del Simbolismo europeo connesso ai movimenti dello Spiritualismo e dello Spiritismo, di una poetica quindi lontana dall’automatismo psichico di Breton, ma piuttosto impregnata di una cultura teosofica ed esoterica che proviene da ascendenze romantiche. Queste ultime sono ampiamente confermate da opere sia pittoriche che di grafica quali le Illustrazioni per i racconti di Edgar Allan Poe (1905 – 1910) nonché l’Autoritratto (disegno a penna di china del 1911 di 240 x 130 cm) vera sintesi di un presurrealismo di straordinaria potenza e immaginario creativo. Martini segue un percorso coerente che sviluppa sempre di più la dimensione surreale in forte anticipo sul movimento francese come nelle tavole litografiche del ciclo de I misteri eseguiti tra il 1914 e il 1915 e pubblicati a Milano nel 1923; essi trattano il tema dell’amore, della morte e della follia della condizione umana, tematiche da Martini espresse fin dalle opere giovanili di formazione dureriana. Il periodo parigino accentua questa poetica onirica in una dimensione formale che modifica l’elemento della figurazione in una chiave metafisica. I soggetti riguardano quasi sempre aspetti interiori e spirituali che coinvolgono l’eros, il corpo femminile e maschile e anche quando compare un interno o un fondale di paesaggio, si tratta sempre di percezioni oniriche, di visionarietà che portano l’indagine dalla percezione puramente esteriore a quella, totalizzante per Martini, dell’interiorità psichica. Non è casuale che una delle tematiche più importanti della sua pittura sia quella del volto e degli occhi umani e della dinamica dello sguardo. Alberto Martini nasce a Oderzo, in provincia di Treviso nel 1876. A Monaco, nel 1898, studia i maestri tedeschi dell’incisione. Artista “isolato”, ostile all’impressionismo, Martini si ispira agli artisti tedeschi dell’incisione e del disegno ma non mancano le conoscenze del mondo inglese di Blake, Fusseli e Flaxman e quella diretta della grafica francese (Doré, Granville, Bresdin, Rops ecc). La sua formazione è eminentemente disegnativa, ma la sua pittura è altrettanto precoce con esiti alti sin dalle opere giovanili, si pensi alle opere esposte nella Sala del Sogno alla Biennale di Venezia del 1907. Tra i più grandi illustratori europei sono molto celebri le tavole per i Racconti di Poe (esposti a Londra nel 1914), le centinaia di disegni per la Divina Commedia (dal 1901 al 1944) cui vanno aggiunti quelli per la poesia simbolista francese, Mallarmé, Rimbaud, Verlaine, Baudelaire, Gerard de Nerval, ecc. Non vanno poi dimenticate le eccezionali, per qualità e dimensioni, incisioni dei cicli sul tema dell’amore e della morte quali I Misteri, Le Fantasie Bizzarre e Crudeli e I Miti. Muore a Milano nel 1954. Per informazioni: tel. 035 2052111 – 035 2052217 – email: artemod@unibg.It  
     
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