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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Giugno 2004
 
   
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  LA COMMISSIONE EUROPEA AVVIA UN RIESAME DEL SISTEMA DELLE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE IN EUROPA  
   
   Bruxelles, 18 giugno 2004 - Il 15 giugno la Commissione ha lanciato uno studio sul mercato delle pubblicazioni scientifiche in Europa per 'determinare le condizioni necessarie al funzionamento ottimale del settore'. Dopo avere individuato le condizioni che potrebbero migliorare l'accesso e la consultazione delle ricerche scientifiche pubblicate, lo studio proporrà le strade che la Commissione dovrà seguire per arrivarvi. Nel mondo esistono circa 20.000 riviste scientifiche, che pubblicano ogni anno un totale di circa 1,5 milioni di articoli. L'europa guida la classifica e produce il 41,3% del totale degli articoli scientifici - in confronto al 31,4 degli Usa -, ma resta largamente dietro i suoi principali concorrenti in quanto a citazioni, considerate un indicatore più attendibile della qualità della ricerca. Secondo il Commissario per la Ricerca Philippe Busquin, 'Il modo in cui è organizzato il mercato delle riviste scientifiche ha una sua importanza, perché le pubblicazioni non solo servono alla diffusione dei risultati delle ricerche ,ma rappresentano anche uno strumento per valutare la qualità del team ricerca'. 'Il nostro obiettivo di creare un vero Spazio europeo della ricerca e di innalzare il livello della ricerca europea implica la necessità di studiare con attenzione il sistema delle pubblicazioni scientifiche', ha aggiunto. Il Commissario ha detto che lo studio affronterà i principali temi sul tappeto nell'attuale dibattito pubblico sulla pubblicazione delle ricerche. In base al modello commerciale tradizionale dei giornali scientifici, i ricercatori non pagano niente per il peer review (esame di specialisti in forma anonima) e la pubblicazione dei risultati; i costi di pubblicazione vengono invece recuperati con l'abbonamento fatto pagare alle istituzioni e ai privati che desiderano avere accesso al materiale. Negli ultimi anni molti hanno però cominciato a dichiarare che il sistema è obsoleto, non necessario e ingiusto, ancor più quando la ricerca ha ricevuto un finanziamento pubblico; 'l'accesso aperto' ai risultati è diventato così un argomento scottante. Il dibattito è diventato ancora più urgente dopo iniziative quali la Plos (Public Library of Science), che nel 2003 ha cominciato a pubblicare online i risultati di ricerche scientifiche di alto livello, senza costi o restrizioni di accesso e uso. Uno dei cofondatori della Plos, il dr Patrick Brown della Stanford University, paragona il ruolo delle riviste scientifiche a quello di una levatrice: svolgere un ruolo fondamentale nel fare venire al mondo i risultati della ricerca: 'Proprio come la levatrice può portare alla luce, ma non accampare diritti di proprietà o di controllo sui neonati che fa venire al mondo, così gli editori possono e debbono ricevere un giusto prezzo dagli sponsorizzatori della ricerca [...] per il ruolo svolto nell'organizzare il peer review, e nella pubblicazione e diffusione dei risultati. Ma non dovrebbero possedere e controllare il bebè, il nostro bebè'. Nel caso della Plos sono gli stessi ricercatori, o più frequentemente le strutture pubbliche o private che hanno finanziato la ricerca, a coprire i costi di pubblicazione, che attualmente ammontano a 1.500 dollari (1.200 euro) per articolo. In questo modo la Plos può mettere a disposizione online tutti i risultati senza costi aggiuntivi, secondo un modello che riflette meglio, affermano, i costi della diffusione con le moderne tecnologie dell'informazione, relativamente bassi se paragonati alla distribuzione di pubblicazioni su carta. Non tutti però sono pronti ad ammettere che il modello della Plos sia quello ideale. Il professor Donald Kennedy, editore capo di Science, ritiene che il modello che a spese dell'autore sia accettabile in aree di ricerca ben sostenute (ad esempio la biologia, attualmente argomento chiave della Plos), ma presenti invece reali pericoli in campi meno popolari e sostenuti. Kennedy teme anche che, diventando sempre più diffusa, la Plos riceverà sempre più proposte di pubblicazione e metterà sotto crescente tensione il loro modello commerciale. 'E questo perché respingere responsabilmente uno scritto costa praticamente quanto accettarlo. Quanto più è elevata la percentuale di rifiuti, tanto più cresce la voce costi che bisogna pareggiare con le entrate costituite dalle spese rimborsate dagli autori'. Offrire un servizio di notizie basato sui risultati scientifici per quelli al di fuori della sotto-disciplina, come fanno molti giornali, creerà costi addizionali, aggiunge Kennedy. L'appoggio al modello di accesso aperto sembra tuttavia consolidarsi, e nell'ottobre 2003 i rappresentanti di alcuni dei più importanti istituti di ricerca europei hanno adottato la 'dichiarazione di Berlino sull'accesso aperto alla conoscenza nelle Scienze e nelle Lettere'. La Commissione ha posto domande del tipo 'quali sono i principali cambiamenti in Europa?', 'chi e che cosa sta pilotando i cambiamenti, e perché?', 'esistono resistenze al cambiamento positivo, e se si, chi lo sta bloccando?' e 'quali sono le conseguenze per l'utilizzatore?', e spera che l'indagine fornirà un contributo importante al dibattito in corso. I risultati dello studio dovrebbero essere disponibili nel 2005. Per ulteriori dettagli sulla dichiarazione di Berlino: http://www.Zim.mpg.de/openaccess-berlin/signatories.html  
     
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