Il 10 giugno 2004, la Confindustria ed altre 19 organizzazioni dei datori di lavoro hanno siglato, con Cgil, Cisl e Uil, l'accordo interconfederale per il recepimento dell'accordo-quadro europeo sul telelavoro, concluso a Bruxelles, il 16 luglio 2002, tra CES, UNICE/UEAPME e CEEP.
Dopo la Svezia, la Gran Bretagna, la Spagna e l'Olanda, l’Italia è il quinto Paese della UE ad aver dato attuazione all'accordo europeo.
L'accordo interconfederale definisce il quadro generale di riferimento della disciplina del telelavoro, lasciando ampio spazio alla contrattazione, collettiva ed individuale, nel rispetto delle condizioni minime di tutela poste.
Il telelavoro non è una nuova tipologia di rapporto di lavoro: nell'ambito del comune rapporto di lavoro subordinato, è solo una modalità di svolgimento della ordinaria prestazione lavorativa.
L'approccio al telelavoro è tutto di tipo volontario, sia da parte dell'impresa che del lavoratore. Entrambi sono liberi di accettare o respingere la richiesta di passare al telelavoro.