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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Giugno 2004
 
   
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  RADIO VERITAS: MONICELLI AL PRIMO REALITY RADIOFONICO: “LE FICTION TV? FILM FATTI MALE”. ARBORE:”LA TV GENERALISTA È TROPPO ASSOGGETTATA ALLE LEGGI DELL’AUDITEL”. DE MASI: “QUESTO ESPERIMENTO È UNA SCOSSA ELETTRICA D’INTELLIGENZA”. GIURATO: “E’ STATO IL PIÙ BEL SEQUESTRO DEL MONDO”E: ELOGIO DELLA RADIO  
   
  Roma, 28 giugno 2004 - Intense emozioni, divertimento e profonde riflessioni sono scaturite dagli interventi di In radio veritas, primo reality show radiofonico ideato e condotto da Igor Righetti in diretta sabato 26 dalle 10.30 a tarda serata sul sito di Radio 1. Quindici i vip in studio Luca Giurato: “E’ stato il più bel sequestro del mondo”. Domenico De Masi: “Una scossa elettrica d’intelligenza”. Sono due delle affermazioni che contraddistinguono il lusinghiero successo di “In radio veritas”, primo reality show radiofonico in diretta sabato 26 giugno dalle 10.30 a tarda serata sul sito Internet di Radio 1. L’evento mediatico, ideato e condotto da Igor Righetti, “Il Comunicattivo” (titolo del suo fortunato programma su Radio 1), giornalista e docente di Linguaggi della comunicazione all’Università La Sapienza. Righetti, convinto assertore della necessità di restituire alla parola il ruolo di primo piano che le spetta nella comunicazione umana, oggi bistrattata a favore delle immagini, ha pensato bene, anche come rivalsa nei confronti della decadenza del linguaggio esibita in tanti reality show televisivi, di creare un laboratorio mediatico dove ospitare in studio 15 personaggi esponenti di vari settori della cultura: accademici, giornalisti, scienziati, artisti. A questi personaggi se ne sono aggiunti altri chiamati a dare il proprio contributo propositivo che sono intervenuti al telefono. Il pubblico ha potuto seguire l’evento, realizzato negli studi radiofonici Rai di via Asiago a Roma, in diretta sul sito Internet di Radio 1 e vedere i protagonisti del reality tramite web cam. L’esperimento mediatico sarà trasmesso a luglio in più puntate nel programma “Il Comunicattivo” in onda in diretta dal lunedì al venerdì alle 15.40 sempre sulla radio ammiraglia Rai. La prima selezione dei momenti più interessanti andrà in onda mercoledì 30 giugno. Uno speciale di alcune ore del reality verrà trasmesso entro luglio su Radio 1. Il direttore di Radio 1 Bruno Socillo ha dato, come lui stesso ha detto, il calcio d’avvio al primo reality show radiofonico. Lo ha fatto con una precisa ed emozionante rievocazione dei fatti storici più significativi che hanno tracciato la strada seguita da radio e televisione, percorsa con una prevalenza nelle preferenze del pubblico dell’uno o dell’altro mezzo di comunicazione, preferenze che, comunque, sono state in gran parte determinate dagli avvenimenti internazionali la cui influenza vi è riverbata, in modo inevitabile, anche sui media italiani, alternando il prevalere delle immagini (la guerra del Golfo del 1991 si è vestita esclusivamente delle immagini del conflitto). A quello della parola (i comunicati di Al Qaeda) e altri simili che hanno introdotto nel nostro vocabolario termini finora sconosciuti agli occidentali come mujahed e jihad). E’ così partito il confronto tra gli ospiti in studio e tra loro e gli altri ospiti che via via interloquivano al telefono, ai quali, a loro volta, si aggiungevano i messaggi – sms ed e-mail - del pubblico che seguiva l’evento mediatico in diretta via Internet. Il risultato dell’esperimento mediatico è stato superiore a ogni più ottimistica previsione. Si voleva affermare l’importanza della parola sull’immagine, ne è scaturito un coacervo di emozioni, difficili da riscontrare in altre situazioni simili. Si è volati alti, sono stati raggiunti momenti di godimento intellettuale inaspettati. E’ successo, tra gli altri, quando Giorgio Albertazzi, ospite telefonico, ha recitato alcuni versi della Divina Commedia. Dallo studio gli faceva eco in sottofondo Umberto Broccoli, uno degli animatori di questo evento a cui si sono aggiunti tutti gli altri ospiti alcuni dei quali si sono dimostrati molto più gradevoli e sensibili di quanto si pensasse. E’ il caso di Patrizia De Blanck, che ha dato un timbro giocoso all’avvenimento e di Riccardo Schicchi che, immaginato più come uomo dagli interessi erotico-commerciali, si è dimostrato, invece, persona colta e sensibile, provata da dure esperienze nella sua giovinezza. “Zorro”, così Schicchi è stato soprannominato dal direttore di Eva Tremila, Silvestro Serra, uno dei giornalisti presenti in studio. Molto determinato è apparso Mario Monicelli, grande personaggio del cinema italiano. E’ stato, il suo, uno dei primi interventi in studio. Con la veemenza e la passione che gli sono tipici ha parlato di quando, da bambino, assisteva alle proiezioni di film muti, autentici esempi di arte cinematografica. “Poi – ha detto Monicelli – sono arrivati il sonoro, il colore e gli effetti speciali. Tutti strumenti che arricchiscono l’immagine. Ma che non c’entrano con il cinema che è composto da immagini in movimento”. La definizione che Monicelli ha dato sulle fiction televisive è stata lapidaria: “Film fatti male”. Vivaci dibattiti sono scaturiti anche dai numerosi interventi di Francesco Sabatini, presidente dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini che ha puntualizzato come il linguaggio delle immagini può avere tanti significati a seconda di chi le vede mentre le parole sono più difficili da interpretare essendo maggiormente codificate. Molto coinvolgente è risultato l’intervento telefonico di Renzo Arbore, restato in collegamento per oltre un’ora. E’ stato, il suo, e non poteva essere altrimenti, l’elogio della radio. “La televisione generalista – ha detto Arbore – è troppo assoggettata alle leggi dell’Auditel che segue soltanto i dati di ascolto. La qualità viene dunque assoggettata a un pubblico che è composto in prevalenza da persone di una certa età e di modesto livello culturale. La radio, invece, è più libera dagli indici di ascolto, ha un pubblico giovanile meno asservito, composto da persone che mentre la seguono sono intente in varie occupazioni. La radio inoltre è in grado di accontentare tutti:c’è quella per i giovani, quella per le famiglie, quella per gli affari”. E ha aggiunto con ironia: “Manca soltanto una radio per il jazz”. Con Arbore, bersagliato da centinaia di messaggi via e-mail e sms da parte degli ascoltatori, hanno interloquito un po’ tutti gli ospiti in studio, ma il momento emotivamente coinvolgente che ha commosso lo stesso Arbore è stato quando è intervenuto al telefono il sociologo Domenico De Masi. “Da quando mi sono collegato – ha detto De Masi – sto avendo continue scosse elettriche di intelligenza. Le nostre migliaia di anni di cultura ci portano a vivere momenti come questi dove riceviamo carezze d’idee, una dopo l’altra”. Un’altra entusiasta considerazione sull’esperienza che stava vivendo, con la sua partecipazione in studio, è stata coniata dal vulcanico Luca Giurato, animatore di tanti dibattiti (verso la fine dell’evento si è aggiunta a lui la moglie, la giornalista Daniela Vergara). Ha esclamato Giurato: “Questo è il più bel sequestro del mondo”: Applausi scroscianti dai suoi compagni in studio. Così, tra alterne emozioni “i sequestrati” in più occasioni si sono messi a cantare, accompagnati al pianoforte collocato in studio con professionisti della musica reclusi con loro o ospiti telefonici. In studio c’era Ivan Cattaneo che, oltre ad aver dato l’input a confronti su temi di grande rilevanza sociale si è esibito estendendo la sua bellissima voce nonostante il coro di accompagnamento non fosse un granché (meglio di tutti è andato il giornalista Andrea Pancani che, per la verità, è stato una rivelazione nel canto). Altri momenti musicali si sono avuti con la cantautrice Mariella Nava in diretta telefonica. Lo spettacolo è continuato con un altro artista recluso, Antonio Giuliani che ha mosso il sorriso in più occasioni. Sui meccanismi che regolano la lingua inglese è intervenuto l’ospite straniero del gruppo in studio (in Italia però da oltre 20 anni) il poliedrico autore e conduttore radiotelevisivo Clive Malcolm Griffiths. Infine, i due scienziati del gruppo, la sessuologa Elisabetta Fernandez e lo psicologo Paolo Vergnani che hanno riportato i confronti nei confini della scientificità. I voli pindarici in queste unici ore di esperimento mediatico non sono mancati così come sono stati improntanti al rispetto degli interlocutori tutti gli interventi degli interlocutori. Dice Igor Righetti: “E’ stato un esperimento che ci ha reso tutti più ricchi. Ci ha conciliato con i mezzi di comunicazione di massa abbrutiti da stupidaggini, ignoranza e volgarità. Abbiamo dimostrato con questo evento, qualora ce ne fosse stato bisogno, quanto l’uomo sappia volare alto, non come una piuma, ma come una rondine così come rilevato da Domenico De Masi nel suo intervento. Una rondine che non si fa portare dal vento ma sceglie e sa dove andare. In così tante ore non ci sono stati episodi di aggressione verbale o fisica. Quando ci sono i contenuti e si sanno usare le parole non ce n’è bisogno. L’innovazione e la creatività possono essere propulsori di format vincenti e a bassissimo costo anche nel medium radiofonico, rivitalizzando il prezioso valore della parola, sostenendo la fantasia in una società dove a dominare sono le immagini. La parola, dunque, ancora una volta ha vinto sull’immagine. L’esperimento è riuscito e per questo dobbiamo ringraziare tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito alla sua realizzazione, a partire dal direttore di Radio 1 Bruno Socillo che ci ha creduto, al caporedattore rubriche del Gr1 Claudio Mantovani e agli ospiti che hanno dato il proprio volontario ed eccelso contributo”.  
     
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