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Notiziario Marketpress di
Martedì 29 Giugno 2004
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OCSE: INCENTIVARE IL RISPARMIO PER COMBATTERE LA POVERTÀ PRESENTATO AL CNEL IL RAPPORTO SULL’ASSET BUILDING |
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Roma, 29 giugno 2004 - Combattere la povertà attraverso il risparmio, favorendo la costituzione di un patrimonio personale che permetta alle famiglie svantaggiate di poter contare su piccole riserve di ricchezza e contribuendo così al benessere dell’intera società. Questo l’obiettivo dell’asset building, uno strumento di lotta alla povertà, ma soprattutto una “grande idea” di politica sociale, sostenuta dall’Ocse, attraverso il suo programma per lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione a livello locale (Leed), ed espressa nel Rapporto “L’asset building e l’uscita dalla povertà. Un nuovo dibattito sulla politica del welfare”, presentato oggi al Cnel. L’asset building rappresenta un vero e proprio investimento sociale, che rimette in discussione la centralità delle politiche di sostegno al reddito, quali strategie tradizionali per migliorare le condizioni socio-economiche dei ceti meno abbienti, ritenute necessarie ma non sufficienti. Dunque, uno strumento non alternativo ma integrativo, che vede protagonisti le istituzioni, le Ong e i gruppi imprenditoriali che operano a livello locale. I programmi di asset building, già adottati in molti Paesi non solo dell’area Ocse, estendono forme di incentivazione al risparmio a tutti coloro che ne sono esclusi. Cercano, infatti, di stimolare le famiglie povere a risparmiare piccoli importi, da utilizzare poi non solo per far fronte a eventuali oscillazioni dei redditi di sussistenza, ma soprattutto per scopi specifici che possano aiutare a uscire dalla condizione di povertà, per esempio l’acquisto di una casa. In genere, il programma incentiva il risparmio integrandolo con un sussidio pubblico o privato. In pratica, il cliente si impegna a risparmiare regolarmente piccoli importi per un determinato periodo, ai quali il programma aggiunge un ulteriore ammontare, e alla fine potrà utilizzare il denaro risparmiato più i fondi integrati che avranno fruttato gli stessi interessi. Si crea così una piccola riserva di ricchezza, che può servire per comprare un’abitazione, per avviare un’impresa, per investire nell’istruzione. L’asset building, quindi, si basa soprattutto sulla microfinanza (si stima che oltre 7 mila istituti di microfinanza raggiungono circa 16 milioni di poveri nei Paesi in via di sviluppo). Ma cominciano a diffondersi anche i Fondi personali di apprendimento (Ila), che rappresentano strategie innovative di finanziamento per la formazione permanente, a carattere universale o mirati esclusivamente ai poveri o ai soggetti a bassa scolarizzazione. A giustificare il ricorso a politiche di asset building, l’esigenza di compensare le distorsioni dei mercati finanziari, ma soprattutto il vantaggio che il sistema comporta per la società e l’economia nel suo complesso. La costituzione di un patrimonio personale attraverso il risparmio, infatti, contribuisce all’inclusione sociale e al benessere generale, favorendo la stabilità familiare, lo sviluppo di capitale umano, la specializzazione del lavoro, l’assunzione dei rischi, l’efficienza personale, l’influenza sociale, la partecipazione politica, il benessere dei figli e, infine, creando un orientamento al futuro.
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