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Notiziario Marketpress di Martedì 31 Agosto 2004
 
   
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  TRE CASI ESEMPLIFICATIVI DELL'INNOVAZIONE REGIONALE EUROPEA METTONO IN COMUNE IL LORO SAPERE  
   
  Bruxelles, 31 agosto 2004 - Nel corso della manifestazione Esof 2004 su 'come creare regioni europee innovative orientate verso la scienza', svoltasi il 25 agosto, tre regioni europee tra quelle di maggior successo e innovative hanno indicato nei team 'creativi' tra università di alto livello, nella cultura universitaria di tipo imprenditoriale, negl'investimenti pubblici a lungo termine e nel dinamismo dei parchi scientifici i fattori fondamentali del loro successo. Le tre regioni in questione sono Øresund (Svezia meridionale e Danimarca orientale), Oxford (Regno Unito) e Helsinki. 'Non esiste un percorso lineare e semplice per passare dalla capacità di trasferimento della conoscenza o di trasferimento tecnologico ai risultati. L'innovazione è un processo caotico', ha dichiarato Fiona Reid, della Saïd Business School di Oxford, che ha però aggiunto che le università dovrebbero aprire la strada a un cambiamento di successo verso una cultura innovativa e imprenditoriale. 'Le università pilotano l'innovazione', ha detto. In tutte e tre i casi, la decisione delle università di collaborare tra di loro ha giocato un ruolo predominante nel determinare il successo delle regioni. La regione di Øresund, ad esempio, è un cluster di 14 università danesi e svedesi con una rete di 800 università di tutto il mondo. La collaborazione è nata dalla constatazione che una piccola regione come Øresund aveva più possibilità di attirare grandi progetti se tutti gli attori erano pronti a lavorare fianco a fianco. 'È stata la collaborazione, non la competizione, a permetterci di avere successo', ha spiegato Linda Nielsen, rettore dell'università di Øresund. Con 140.000 studenti, 10.000 ricercatori, 5 parchi scientifici, 5 cluster specifici (Tic, ambiente, alimentazione e biotecnologia medica) e 3 cluster in formazione (logistica, progettazione, e economia fattuale), questa 'regione' relativamente nuova si colloca al quinto posto in Europa in quanto a risultati scientifici pro capite. 'Ora che abbiamo sviluppato la regione', ha detto Nielsen, 'la prossima sfida è sviluppare strutture nazionali d'innovazione in Danimarca e in Svezia. Speriamo anche di poter sviluppare strutture transnazionali d'innovazione per un efficace trasferimento della conoscenza e tecnologico. Oggigiorno, con tanti attori che usano ciascuno strumenti diversi, è troppo difficile muoversi a proprio agio'. Nel caso di Oxford, due università (che complessivamente riuniscono 3.700 ricercatori, 5.000 dottorandi e 40 premi Nobel e danno lavoro a 5.000 persone in 44 spin-out universitarie) si sono associate per dar vita a quello che è diventato il più efficiente ufficio inglese per il trasferimento tecnologico. La trasformazione in una delle regioni europee più innovative e imprenditoriali ha preso il via negli anni 90, quando il settore dell'alta tecnologia è cresciuto nell'area del 40% all'anno. La Reid attribuisce questo successo a un cambio di cultura e di obiettivi, alla creazione di una infrastruttura adeguata e al più che decennale sostegno dell'università e del governo. 'Al nostro successo hanno contribuito la creazione di meccanismi per sostenere a tutti i livelli l'innovazione, una buona comunicazione interna e delle buone reti esterne', ha aggiunto la Reid. 'Quello di cui adesso abbiamo bisogno è esperienza gestionale e di marketing, e investimenti'. Eero Holstila, del Centro di eccellenza della regione di Helsinki, indica nel ventennale finanziamento pubblico finlandese della R&s (Ricerca e sviluppo), mantenuto anche in anni di recessione economica, il fattore fondamentale del successo della sua regione. Altri fattori quasi altrettanto importanti sono stati l'interesse presentato dalle università, un profilo dinamico nelle arti, una forte comunità industriale, una popolazione locale con un livello d'istruzione elevato. Il caso di Helsinki è leggermente differente da quello delle altre due regioni, perché si è mantenuta al culmine dal 1995 al 2001. All'epoca, ha spiegato Holstila, le Tic pilotavano l'economia. Quando la crescita del settore si è arrestata, la regione di Helsinki ha dovuto affrontare la sfida di individuare i futuri settori chiave. 'Il programma del centro di eccellenza di Helsinki ha dunque indicato sei nuove aree fondamentali che avrebbero dovuto essere finanziate dalla regione di Helsinki', ha aggiunto Holstila. Si trattava di: materiali attivi e microsistemi; media digitali, produzione di contenuti, servizi d'apprendimento; tecnologia genetica e biologia molecolare; logistica; tecnologie mediche e del benessere; software. A proposito dei parchi scientifici - una emanazione naturale delle università di successo e innovative - i tre oratori hanno convenuto che costituiscono un potente strumento di sviluppo regionale. I parchi scientifici, organizzati e gestiti da professionisti specializzati, favoriscono una cultura d'innovazione e competitività e accrescono così la ricchezza della comunità in cui si sviluppano. Il risultato viene ottenuto stimolando e gestendo il flusso di conoscenza e tecnologia tra università, organizzazioni di R&s, aziende e mercati. 'I parchi scientifici', ha spiegato Luis Sanz, dell'Iasp (International Association of Science Parks), 'si occupano di affari non di scienza'. 'Se si considera che il 90% dei dipendenti ha un titolo universitario, salta agli occhi che i parchi scientifici costituiscono un elemento fondamentale di una regione scientifica, soprattutto in una economia della conoscenza', ha aggiunto Sanz. Peter Löwe, della direzione generale Imprese, ha tuttavia avvertito che innovazione non è necessariamente sinonimo di Pil elevato. 'Se, ad esempio, paragonate il caso svedese con quello italiano vedrete che i due paesi hanno entrambi un Pil elevato, ma che in termini d'innovazione la Svezia è molto più avanti'; ed ha aggiunto: 'La scienza per la scienza, non è quello di cui l'Europa ha bisogno'. Löwe ha anche messo in guardia sul fatto che in Europa R&s pubblica e privata non sono tanto intercollegate come dovrebbero. 'La spesa pubblica per la ricerca è destinata soprattutto alle grandi città, ma non è necessariamente lì che si concentra il mondo dell'industria. Sembra dunque che la spesa pubblica compensi la mancanza di finanziamenti privati. Questa situazione deve cambiare: la spesa pubblica di R&s deve creare sinergie con gl'investimenti privati, non supplirvi'. Löwe ha segnalato all'auditorio che la Commissione europea sta studiando il modo migliore per investire nel settore scientifico, e per la sua futura politica europea dell'innovazione sta guardando alla governance dell'innovazione e ai vantaggi di un approccio settoriale.  
     
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