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Notiziario Marketpress di
Martedì 31 Agosto 2004
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PIÙ INQUINI, MENO PIOVE |
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Bologna, 31 agosto 2004 - Nubi, inquinamento atmosferico e clima. Di questo si è parlato a Bologna, dal 19 al 23 luglio, nel corso della 14^ Conferenza internazionale su nubi e precipitazioni. Ad organizzarla l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr, l’International association of meteorology and atmospheric sciences e l’International union of geodesy and geophysicis Nubi a pecorelle, acqua a catinelle. Così vuole un detto della tradizione popolare, che oggi però potrebbe essere smentito. “A causa dell’inquinamento, infatti, le caratteristiche delle nubi e la loro capacità di dare luogo a precipitazioni sono notevolmente cambiate”, spiega Sandro Fuzzi, ricercatore dell’Isac, Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna. La sempre più massiccia immissione di polveri dovute ai processi industriali, al traffico delle macchine e ad altre attività dell’uomo potrebbero così compromettere una delle principali funzioni delle nubi, quella di assicurare l’acqua. “Le nubi che si formano su aree molto inquinate, infatti, sono formate da goccioline molto più piccole rispetto a quelle presenti in aree non industrializzate. Di conseguenza”, sostiene Fuzzi, “le precipitazioni subiscono forti riduzioni”. Un fenomeno che non si verifica solo in prossimità di insediamenti industriali o in zone altamente inquinate, ma anche in Amazzonia, da sempre considerato il polmone della Terra. “A confermarlo sono recenti studi che hanno dimostrato come i fumi provocati dagli incendi appiccati nella foresta pluviale, per ottenere così terre coltivabili, hanno di fatto causato la riduzione delle precipitazioni”. E proprio delle nubi, presenti sul 60% della superficie terrestre, come fonte di acqua, risorsa primaria per la vita dell’uomo, e come uno degli elementi più importanti del sistema climatico terrestre “in quanto causano un raffreddamento del clima che si oppone al riscaldamento causato dal biossido di carbonio e dagli altri gas a effetto serra”, precisa Fuzzi. La conferenza, che ha riunito oltre 500 scienziati provenienti da 39 paesi, in occasione del suo cinquantennale approda per la prima volta in Italia. Al centro della discussione ci sono stati i più recenti studi nel campo della struttura delle nubi, dei cambiamenti climatici e dei regimi di precipitazioni. Tematiche, queste, di grande impatto sociale ed economico. Una sessione speciale è stata infine dedicata, sotto gli auspici dell’Organizzazione meteorologica mondiale, agli effetti dell’inquinamento atmosferico sulle precipitazioni.
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