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Notiziario Marketpress di
Giovedì 04 Marzo 2004
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MERCANTEINFIERA PRIMAVERA 2004 FIERE DI PARMA DA SABATO 6 A DOMENICA 14 MARZO IL TRIONFO DEL COLLEZIONISMO: DALLE MEMORABILIA SPORTIVE AI GIOIELLI E I TAPPETI D’EPOCA |
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Parma, 4 marzo 2004 - Con le sue due edizioni primavera e autunno, il Mercanteinfiera di Parma è considerato uno degli eventi più importanti del circuito delle mostre antiquarie d'Europa, un barometro sensibilissimo a tutte le oscillazioni del mercato e gode sempre di indiscusso successo del pubblico. Basti pensare che il numero degli espositori, anche nell'imminente decima edizione primaverile in programmma da sabato 6 a domenica 14 marzo, sono 1.200 e che il numero di visitatori, nelle ultime edizioni, si è mantenuto stabilmente attorno ai 60.000 paganti. Questi dati confermano il trend di continua crescita dell’interesse da parte del pubblico internazionale verso l’antiquariato, il collezionismo e il modernariato, aree che, oltre al proprio valore intrinseco, offrono valide prospettive nell’ottica di investimenti, alternativi ai mercati finanziari, alquanto deludenti ultimamente in tutto il mondo. “Un’opera d’arte o un oggetto antico non passa mai di moda, non si deprezza: anzi, acquista sempre maggior valore nel tempo”, sostengono gli esperti. Inoltre, negli ultimi anni, sono progressivamente cresciuti anche in volume e in valore assoluto gli investimenti immobiliari, considerati di gran lunga più sicuri della borsa. Si costruiscono e si acquistano più case - dai piccoli appartamenti alle grandi ville - che poi devono essere arredate. “Si può scegliere d'impostare tutto l’arredo su un solo stile oppure sulla fusion di varie epoche”, spiegano architetti e arredatori. “Ed è proprio nelle grandi rassegne come il Mercanteinfiera di Parma che si può scegliere con un solo colpo d’occhio, fra migliaia di proposte una più interessante dell’altra, da quelle più raffinate e costose a quelle di minor pregio e a prezzi più accessibili, che spaziano dal modernariato all’antichità, consentendo, quindi, un arredamento a forte impronta individuale, praticamente irripetibile”. Un vero must, secondo le ultime tendenze del settore. “Mercanteinfiera è diventato da diversi anni un evento per veri appassionati di cose belle d’altri tempi”, afferma Fabiana Fruscella, giornalista di una prestigiosa rivista del settore. “Superato il luogo comune della colorata kermesse”, sottolinea Fruscella, “la rassegna di Parma gioca, stagione dopo stagione, la carta vincente della proposta a tutti i livelli, merceologici ed economici, con un occhio di riguardo per il modernariato e l’abbigliamento vintage, ai quali sono dedicati interi padiglioni. Mercanteinfiera ha lanciato e continua a lanciare anche precisi segnali di mercato: con l’inizio del Terzo Millennio, per esempio, l’antiquariato è più “giovane” e il Novecento ha assunto nuova dignità in tutte le sue manifestazioni, diventando oggetto di un collezionismo sempre più accanito da parte di italiani e stranieri. Ma Mercanteinfiera ha anche un’altra importante qualità: funziona da catalizzatore, da calamita per timidi collezionisti e appassionati d’antiquariato. La sua veste informale, infatti, non suscita alcuna soggezione e consente di avvicinarsi senza timori a un settore collezionistico altrimenti ritenuto elitario”. Appassionati sempre più giovani Le statistiche rivelano che parallelamente all’incremento degli investimenti nelle opere d’arte, cresce anche il numero degli appassionati e che l’età media dei frequentatori più assidui delle aste del settore è scesa dai 45-55 anni di qualche anno fa, agli attuali 35-40 anni, segno che i giovani con disponibilità economiche diventano sempre più sensibili al richiamo dell’arte. “Manifestazioni come Mercanteinfiera, alla quale partecipano più di 1.200 galleristi di prestigio internazionale”, dicono molti osservatori “svolgono il loro prezioso ruolo di promozione dell’arte e di sensibilizzazione del pubblico. Queste mostre assumono anche un importante compito culturale, perché favoriscono una progressiva differenziazione degli orientamenti del mercato e la nascita e lo sviluppo di nuove forme di collezionismo”. Collezionismo e memorabilia Ed è proprio il collezionismo che “esce vincitore” da tutte le vicissitudini e incertezze della congiuntura economica internazionale. Nelle recenti aste a Londra, New York, Parigi “spopolano” memorabilia e cimeli di storia abbastanza recente, riferita al mondo dello sport e dello spettacolo. Medaglie e trofei, cappellini e distintivi, locandine e gagliardetti, palloni firmati, e poi mazze da baseball o da golf, ecc. Vanno letteralmente a ruba, spuntando prezzi da capogiro. Chissà che fra le migliaia di cimeli che saranno esposti alla prossima edizione di Mercanteinfiera Primavera, non ci siano “pezzi” paragonabili alla collezione di “ricordi del baseball “ formata negli Stati Uniti da Barry Halper, dalla quale Sotheby’s, cinque anni fa, ha totalizzato 3,7 milioni di Euro, o alla mitica maglietta n. 10 indossata nel 1970 da Pelé nella finale dei mondiali disputata dal Brasile contro l’Italia, per la quale Christie’s vanta un palmares di ben 246.484 Euro. Lo stesso vale per i dischi a 45 e 78 giri e, in generale, per tutti gli strumenti musicali degli Anni ’60 e per i modellini d’epoca dei bolidi di Formula Uno, di aerei e di navi. A Parma, un visitatore particolarmente attento potrebbe scovare un modellino paragonabile a quello della Ferrari 250Lm di Michele Conti in scala 1:10, battuto recentemente ad un’asta svizzera per 32.000 franchi o decidere di diventare collezionista di “memorabilia” curiose, come vecchi manifesti, programmi, cataloghi e biglietti d’ingresso di opere liriche, spettacoli teatrali, partite di calcio, incontri di boxe, ecc. Locandine e affiches d’autore Oggi un pubblico sempre più ampio e qualificato è attratto dall'effetto nostalgia dei cartelloni pubblicitari d'epoca: estimatori che desiderano portare a casa una testimonianza fortemente espressiva del Xx secolo e di grande contenuto estetico. Al Mercantenfiera, non c’è che l’imbarazzo della scelta, fra un “tema” o un autore. Non solo, ma anche la mostra collaterale di questa edizione ha a che fare coi manifesti: infatti, è dedicata a Bibendum, il mitico “Omino Michelin”, uno dei personaggi pubblicitari più noti al mondo. La mostra, intitolata "Nunc est Bibendum! 100 anni di affiches Michelin”, offre al pubblico l’occasione di ripercorrere attraverso l’esposizione di manifesti d’epoca e altri rari cimeli forniti da Michelin Comunicazione, l’incredibile storia del testimonial che, più di ogni altro, ha segnato un’epoca nell’evoluzione della pubblicità mondiale. Anche se da molti galleristi il mercato del “manifesto d’autore” viene ancora considerato un settore di nicchia, esso rappresenta tuttavia un investimento sicuro, proprio per le sue caratteristiche di rarità e difficoltà di reperimento, contrapposto al crescente interesse su scala internazionale, nonché all'incontestabile pregio artistico e ai costi, quasi mai proibitivi. Le quotazioni variano naturalmente oltre che per la rarità, anche per il contenuto stilistico (molto richiesti quelli Art Déco), per l'aspetto cromatico e decorativo ed anche per l'importanza della località (luoghi famosi e da sempre alla moda, catturano maggiormente l'interesse degli acquirenti). Ad esempio, il celebre manifesto per Sestriere raffigurante una bella sciatrice disegnata nel 1949 da Gino Boccasile, fino a pochi anni si poteva acquistare con 3–4 mila Euro, mentre oggi bisogna preventivarne almeno 6.000. Però si possono acquistare manifesti molto interessanti della stessa tematica degli anni '50 a partire da 500-800 Euro. Investimenti che comunque sono destinati a rivalutarsi nel tempo, tenuto conto che il mercato del manifesto, da almeno quindici anni, registra una costante crescita. Abiti Vintage Sempre intramontabile resta la moda dell’abito usato, ma selezionato, che sia riconducibile ad un periodo particolare, ad una ricerca stilistica del suo autore, all’alta sartoria o ad un marchio di rilevanza mondiale: il Vintage, lanciato per la prima volta alcvuni anni fa proprio in una edizione primaverile del Mercanteinfiera e diventato ormai un must della moda internazionale. Con il termine Vintage - parola anglosassone con cui, tradizionalmente, si indica l’annata riferita ai vini pregiati – i giornali di moda più qualificati fanno riferimento all’usato d’autore, ai vestiti d’epoca usciti da guardaroba dimenticati, che negli ultimi anni stanno vivendo un vero boom, con una crescita esponenziale dei collezionisti, pronti a tutto pur di accaparrarsi un Dior originale, una valigia Louis Vuitton scovata da chissà quale rigattiere, o un jeans d’epoca. Recentemente un abito di Yves Saint Laurent del 1959 è stato valutato, ad una vendita all’asta, ben 45.000 dollari, un prezzo che i profani potrebbero considerare eccessivo ma che non spaventa i molti fans del vintage. La moda nasce - come, del resto, quasi tutte le tendenze degli ultimi anni - negli Stati Uniti, dove tra gli appassionati dell’abito d’antan si annoverano nientemeno che la trend setter d'eccezione quale Madonna, il rockettaro Bon Jovi e Bono degli U2, per non parlare di Julia Roberts. Oggetti preziosi e orologi antichi Parlando di investimenti, non si può tralasciare il mercato degli oggetti preziosi nel senso stretto del termine, cioè, gioielli e orologi d’epoca, di altissimo valore economico. Rispetto ad altri comparti, per quanto riguarda i risultati delle vendite negli ultimi vent’anni, la situazione in questo settore è a dir poco brillante. Bastano pochi esempi delle maggiori case d’aste internazionali, Sothby’s e Phillips, per dimostrare “il buono stato di salute” del gioiello d’epoca. In una vendita recente, nel giro di 48 ore sono stati venduti pezzi per oltre 27 milioni di Euro, di cui una parte consistente è andata ai gioielli di fascia “media”, coi prezzi tra i 30 e i 70 mila Euro, mentre anche oggetti più importanti, come un anello con diamante di 8,71 carati (prezzo di vendita 255.880 Euro) e simili, non hanno avuto difficoltà a trovare acquirenti. Ciò dimostra la forte richiesta per il gioiello antico e griffato, che al Mercanteinfiera di Parma gode sempre di una attenzione particolare da parte degli espositori italiani ed esteri più qualificati. Vastissima, poi, l’offerta di orologi antichi, sia quelli da polso, da tasca o pendenti da signora, sia quelli “da arredo”, dagli orologi da carrozza alle pendole da camino o a cassa lunga. Gli appassionati dei piccoli prodigi di meccanica che si portano al polso sono i più numerosi e le richieste fanno salire, inevitabilmente, anche i prezzi. Tra le varie firme dell’alta orologeria mondiale “padroneggia” sempre Patek Philippe. Nei recenti incanti di Antiquorum (casa d’aste svizzera specializzata in orologi e gioielli) il prezzo maggiore fu raggiunto da un modello Le ore del mondo in platino, realizzato nel 1946: ben 6,6 milioni di franchi svizzeri, mentre nelle aste italiane due esemplari della stessa maison, un pezzo in oro e un cronografo in acciaio, furono aggiudicati, rispettivamente, a 83,8 e 79,3 milioni di vecchie lire. Altre “firme” tra le più richieste, sono Breguet, Rolex, Piaget, Cartier, Vacheron & Costantin, per le quali spesso non servono cifre da capogiro, ma bastano circa 2 mila Euro. Per quanto riguarda altre categorie di orologi, si possono ricordare prezzi del tutto accessibili, registrati nelle recenti aste a Londra e New York. Ad esempio, per un orologio francese a cassa lunga, alto 22 cm, in mogano, realizzato da Perigal & Duterrau nel 1810, è stata pagata la cifra di 6.350 Euro. Una sveglia da tavolo in argento dorato e smalti di Cartier (1920) ha cambiato mano per 4.650 dollari, mentre una pendola da camino francese del 1835, in ottone e legno ebanizzato, alta 51 cm, è costata solo 900 Euro. Argenti Spesso bistrattata come “sorella minore” della gioielleria, l’argenteria, tuttavia, oltre a avere una costante richiesta da parte del pubblico, anche giovane, registra puntualmente, nelle varie edizioni di Mercanteinfiera, quotazioni di tutto rispetto. Sul mercato internazionale, i prezzi vanno da qualche centinaio di euro (per piccoli pezzi singoli) a decine di migliaia (per servizi o oggetti importanti). Se si parla, poi, di pezzi unici, come una monumentale zuppiera realizzata nel Settecento da Thomas Germain, venduta da Sotheby’s di New York nel 1996 si può arrivare alla somma-record di 15,9 miliardi di vecchie lire. Particolare interesse suscitano, nella rassegna di Parma, servizi da tavola e esempi di arte sacra, come calici e acquasantiere. Tappeti e arazzi Fra le molteplici proposte che caratterizzano Mercanteinfiera di particolare interesse sono quelle nell’ambito di tappeti e arazzi. Facendo un giro tra gli stand della rassegna, un attento visitatore può trovare autentici capolavori delle arti tessili, ad esempio rari tappeti caucasici, che si distinguono per l’annodatura, oppure kilim anatolici che invece sono tessuti, o ancora i soumak a trama avvolta. Questi preziosi esempi di antiche tradizioni tribali non solo arredano la casa con tocco di colore e calore particolare, ma costituiscono anche un valido investimento. Gli esemplari di buona qualità e ben conservati attualmente possono costate circa 10 mila Euro ma è ragionevole aspettare la loro futura rivalutazione nei tempi non troppo lunghi, mentre possiamo ricordare alcuni casi di tappeti veramente eccezionali, il cui valore commerciale può arrivare a 150-200 mila Euro. Ultimamente si registra un risveglio dell’attenzione verso gli arazzi (uno originale del ‘600 fiammingo può valere svariate centinaia di migliaia di Euro). Antiquariato d’alta epoca La parte del leone, la fa, comunque, l“antiquariato tradizionale” rappresentato cioè dai mobili e dei dipinti antichi. Tra gli arredi d’alta epoca proposti da molti espositori italiani e stranieri di Mercantinfiera, quelli destinati ad avere maggiore successo, sono i mobili in stile Luigi Xvi o Luigi Xv, anche se gli esemplari più rari e in miglior stato, possono raggiungere quotazioni superiori anche ai 100-200 mila Euro. Discreto interesse riscuotono i mobili della scuola genovese: una ribalta a quadrifoglio in buono stato di conservazione può raggiungere 200–250 mila Euro. Tra i dipinti vanno per la maggiore opere degli espressionisti e degli artisti contemporanei, ma non tramontano anche i vecchi maestri. Soprattutto, grazie al successo della mostra di Parmigianino, forse la più importante mostra d’arte svoltasi a Parma negli ultimi anni, si è risvegliato l’interesse del pubblico verso i pittori appartenenti alla scuola del manierismo (di cui capostipite fu, appunto, Parmigianino). Anche i rappresentanti minori di questa corrente possono dare notevoli soddisfazioni, in quanto le loro opere possono spuntare le cifre dell’ordine di 100–150 mila Euro. Ciò non significa, però, che un attento visitatore del Mercanteinfiera non possa trovare, tra l’infinita varietà di proposte presenti, un dipinto dell’epoca manierista a prezzi decisamente più abbordabili.
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