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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 15 Settembre 2004
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SANPAOLO IMI: UTILE NETTO: 691 MILIONI DI EURO (+56,7% RISPETTO AL 2003) ROE ANNUALIZZATO: 12,6% (8,3% NEL 2003) |
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Torino, 15 settembre 2004 - Il Consiglio di Amministrazione ha approvato il 13 settembre i risultati del Gruppo Sanpaolo Imi relativi al primo semestre del 2004, che evidenzia una positiva evoluzione dei principali margini reddituali rispetto al corrispondente periodo del 2003. Nel corso dei primi sei mesi dell'anno il Gruppo ha realizzato un deciso miglioramento del margine di intermediazione (+3,8%) che si è portato a 3.799 milioni di euro, grazie soprattutto alla crescita delle commissioni nette (+14,8%) e degli utili di società valutate al patrimonio netto e dividendi su partecipazioni (+30,8%). Il risultato di gestione si è quindi attestato a 1.493 milioni di euro (+12,2%) ed ha beneficiato, oltre che della crescita dei ricavi, anche delle azioni di contenimento dei costi operativi. L'utile ordinario ha raggiunto i 1.056 milioni di euro (+12,7% rispetto al corrispondente periodo del 2003): la qualità del portafoglio crediti è rimasta elevata, nonostante le rettifiche effettuate, grazie ai criteri rigorosi utilizzati nell'erogazione del credito e alle politiche di accantonamento prudenziali estese a tutte le reti bancarie, come testimonia il totale dei crediti problematici, che diminuiscono del 5,3%. L'utile netto si è di conseguenza attestato a 691 milioni di euro rispetto ai 441 milioni del precedente esercizio (+56,7%): il Roe annualizzato ha raggiunto il 12,6% rispetto all'8,3% dei primi sei mesi del 2003. I risultati raggiunti sono pienamente in linea con il percorso di crescita tracciato in sede di budget 2004 e, anche alla luce del trend attuale, consentono di confermare gli obiettivi del Piano Triennale: Roe al 15% nel 2005 e, per quella data, un cost/income ratio pari al 55%. Il margine di intermediazione del Gruppo si è attestato a 3.799 milioni di euro, soprattutto grazie al positivo andamento dei ricavi commissionali. Il margine di interesse realizzato nei primi sei mesi del 2004 si è attestato a 1.811 milioni di euro: la diminuzione del 2,4% rispetto all'analogo periodo dell'anno scorso si è verificata sostanzialmente a causa del peggioramento dello spread complessivo, riconducibile alla flessione dei tassi di interesse (l'Euribor a tre mesi, se si raffrontano le medie, ha evidenziato una diminuzione di 46 punti base) ed alla minore redditività dello sbilancio fondi, mitigati dall'apporto generato dai volumi intermediati. Gli impieghi netti a clientela si sono attestati a fine giugno 2004 a 122,7 miliardi di euro, in flessione dell'1% su base annua, ma in leggero aumento da inizio anno (+0,2%). La variazione su base annua è sostanzialmente riconducibile al calo del 14% dei finanziamenti a breve termine. La diminuzione è stata, infatti, solo parzialmente compensata dalla dinamica positiva dei crediti a medio-lungo termine, settore in crescita su base annua del 7,3%. Nel comparto degli impieghi a medio-lungo termine è proseguito il buon andamento dei finanziamenti destinati al settore retail (2 miliardi di euro i mutui fondiari erogati dalle reti bancarie domestiche, flusso in crescita del 17,4% rispetto al primo semestre del 2003), mentre i crediti erogati al settore opere pubbliche ed infrastrutture sono rimasti sostanzialmente invariati (il totale dei mutui di Banca Opi si attesta a fine periodo a 18 miliardi di euro). La raccolta diretta si è attestata a circa 135,6 miliardi di euro in crescita del 2,4% su base annua e del 2,9% da inizio anno. A fine giugno la quota del Gruppo sul mercato domestico è pari al 10,4% per gli impieghi e al 10,2% per la raccolta diretta. Le commissioni nette del Gruppo nei primi sei mesi del 2004 si sono attestate a 1.602 milioni di euro, in crescita del 14,8% rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio. Tale dinamica è il risultato del buon andamento dei ricavi derivanti da tutti i comparti. In particolar modo la crescita è stata trainata dall'area gestione, intermediazione e consulenza (+15,8%), grazie alle performance dell'area del risparmio gestito (+19,4%). Le commissioni rivenienti dalla gestione del risparmio hanno rappresentato nel semestre oltre il 50% del totale e sono state superiori di 132 milioni rispetto all'analogo periodo del 2003. Lo sviluppo è riconducibile sia al positivo effetto performance, sia alla scelta da parte della clientela di un mix di prodotti maggiormente orientato ai fondi azionari e alle polizze vita. Si segnalano anche gli ottimi risultati ottenuti dalle aree bancarie tradizionali, come l'area finanziamenti e garanzie (+38,5%) e depositi e conti correnti (+10%). Le attività finanziarie della clientela si sono attestate a fine giugno a circa 374 miliardi di euro, in crescita del 1,6% da inizio anno e del 2,9% rispetto al corrispondente periodo del 2003. Lo stock di raccolta indiretta si è attestato a 238,4 miliardi di euro, in crescita del 3,1% rispetto a fine giugno 2003, per effetto dello sviluppo sia della componente gestita, sia di quella amministrata: entrambe hanno beneficiato dell'andamento positivo dei mercati finanziari, che si è riflesso nella rivalutazione degli stock. In particolar modo, l'evoluzione del risparmio gestito (+2,7 da fine giugno 2003) è stata determinata sia dalla raccolta netta conseguita dalle reti distributive nel ramo assicurativo, sia dalla rivalutazione degli stock degli assets in gestione, che hanno compensato i disinvestimenti dai fondi comuni. Nell'arco dei dodici mesi si è assistito ad un riposizionamento all'interno del settore dei fondi comuni di investimento a favore dei fondi azionari, con una quota che è salita dal 20,4% al 25,4%, mentre è calata l'incidenza delle altre categorie di fondi. Lo stock di risparmio gestito si è attestato a fine giugno a quasi 144 miliardi di euro. Il Gruppo Sanpaolo Imi continua ad occupare, nell'ambito della gestione dei fondi comuni di investimento, la prima posizione sul mercato domestico, con una quota di mercato del 20,7%. Le riserve tecniche vita hanno confermato la crescita già evidenziata nel corso del 2003 (+22,1% rispetto a fine giugno 2003 e +8,5% da inizio anno): i prodotti assicurativi del ramo vita hanno rappresentato una delle forme di investimento preferite dalla clientela, che ha manifestato un rinnovato interesse verso le polizze tradizionali, settore in cui l'offerta del Gruppo si è recentemente arricchita. La raccolta netta realizzata dalle reti distributive nei primi sei mesi è stata pari a 2,4 miliardi di euro e ha portato le riserve tecniche vita a 36,4 miliardi di euro. Il risparmio amministrato si è attestato a 94,6 miliardi di euro (+3,8% su base annua, +2,1% da inizio anno). Il buon andamento del comparto vita si è riflesso non solo sulle commissioni nette, ma anche negli utili delle società valutate al patrimonio netto e dei dividendi su partecipazioni (191 milioni di euro +30,8% rispetto all'analogo periodo del 2003): Sanpaolo Vita e la sua controllata Sanpaolo Life hanno infatti realizzato un utile netto di 63 milioni di euro e Fideuram Vita ha registrato un risultato netto di 41 milioni di euro. Ancora più evidente è il loro apporto in termini di crescita del valore intrinseco (embedded value) del business assicurativo, dato dalla somma del patrimonio netto rettificato a valori di mercato e del portafoglio polizze in essere: la creazione di valore intrinseco nel semestre è stata di 141 milioni di euro, portando l'embedded value a 1.268 e 1.179 milioni di euro rispettivamente per Sanpaolo Am e Banca Fideuram. I profitti da operazioni finanziarie e dividendi su azioni si sono attestati a 195 milioni di euro rispetto ai 263 del primo semestre 2003 (-25,9%): il risultato evidenzia la contrazione derivante dall'attività di intermediazione in titoli, cambi e derivati e la riduzione dei profitti della Imi Investimenti per il riallineamento a prezzi di mercato di alcune partecipazioni del portafoglio non immobilizzato. Il risultato di gestione nei primi sei mesi è stato pari a 1.493 milioni di euro, in crescita del 12,2% da fine giugno 2003, grazie anche ad un'attenta politica di contenimento dei costi. Le spese amministrative sono risultate pari a 2.258 milioni di euro, in diminuzione (-0,4%) rispetto ai primi sei mesi del 2003: in particolar modo, le spese per il personale (1.388 milioni di euro) sono diminuite dell'1,6% grazie alle azioni di ottimizzazione dell'organico derivanti dalla razionalizzazione delle strutture dei corporate center e l'integrazione delle reti distributive. La riduzione degli organici, realizzata attraverso le iniziative di incentivazione all'esodo, anche mediante il ricorso al "Fondo di Solidarietà", ha più che compensato la dinamica ordinaria delle retribuzioni, che include la stima dell'onere per il rinnovo del Ccnl. Nel primo semestre 2004 le iniziative di incentivazione all'esodo hanno determinato l'uscita dal Gruppo di 1.170 risorse, di cui 1.000 tramite il "Fondo di Solidarietà" e 170 per effetto di pensionamenti anticipati: in termini medi l'organico del Gruppo si è ridotto del 3,9% rispetto al primo semestre del 2003. Le altre spese amministrative si sono attestate a 738 milioni di euro (+1,8% rispetto al 2003): le spese informatiche, che rappresentano circa il 28% del totale, sono risultate in linea con i valori del 2003, beneficiando dei processi di integrazione informatica delle banche reti realizzati dal Gruppo. Il cost/income ratio del primo semestre del 2004 si è posizionato sul 58,9%, con una riduzione di quasi 3 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2003. Gli ammortamenti dei disavanzi di fusione e delle differenze positive di consolidamento e di patrimonio netto sono risultati pari a 72 milioni di euro (-10% rispetto a giugno 2003). Gli accantonamenti e le rettifiche nette su crediti e immobilizzazioni finanziarie si sono attestati a 365 milioni di euro, a fronte dei 314 milioni dei primi sei mesi del 2003, in aumento del 16,2%. Il flusso netto comprende 78 milioni di euro per accantonamenti al fondo rischi e oneri (rispetto ai 63 milioni del 2003) e 267 milioni di euro per accantonamenti e rettifiche per rischi creditizi (rispetto ai 170 milioni del 2003, +57,1%): il dato deriva dall'adeguamento ai valori di presunto realizzo di posizioni specifiche incluse fra i crediti problematici. Il flusso netto comprende, inoltre, 20 milioni di euro di rettifiche nette di valore su immobilizzazioni finanziarie (rispetto agli 81 milioni di rettifiche relative ai primi sei mesi del 2003, -75,3%) ed include: la ripresa di valore della partecipazione in Sch (92 milioni di euro), una rettifica prudenziale relativa a Cdc Ixis (50 milioni di euro) e una rettifica di valore relativa a Hutchison-3g Italia (61 milioni di euro). Nei primi sei mesi del 2004 l'ammontare della riserva generica del Gruppo si è attestata a 1.129 milioni di euro (contro i 1.102 di dicembre 2003), pari all'0,9% del portafoglio crediti in bonis: tale livello di copertura del rischio si ritiene rappresenti un giusto equilibrio tra l'elevata qualità del portafoglio crediti e l'instabilità dello scenario economico. La riserva include la potenziale perdita attribuibile all'impegno associato al prestito convertendo in essere verso il gruppo Fiat, stimata in 136 milioni di euro. Rispetto ai primi sei mesi del 2003 le sofferenze nette sono diminuite dell'1,6% (1.202 milioni di euro rispetto ai 1.221 del corrispondente periodo 2003), mentre i crediti incagliati, ristrutturati ed in corso di ristrutturazione (1.395 milioni di euro rispetto ai 1.537 del 2003) sono diminuiti del 9,2%: le percentuali di copertura sono pari rispettivamente al 73,7% ed al 34,7%. La qualità dell'attivo, nonostante il peggioramento dello scenario di riferimento, rimane elevata e gli indici di rischiosità del credito del Gruppo si attestano, quindi, sempre su buoni livelli: il rapporto fra crediti netti in sofferenza/crediti netti verso clientela così come quello fra i crediti incagliati ed in corso di ristrutturazione/crediti netti verso clientela sono pari all'1%. L'utile ordinario si è attestato di conseguenza a 1.056 milioni di euro (+12,7%). I proventi straordinari netti si sono attestati a 72 milioni di euro, a fronte dei 173 milioni di oneri straordinari netti sostenuti nel corrispondente periodo del 2003: il flusso comprende la plusvalenza di 55 milioni di euro derivante dalla cessione del restante 30% di Finconsumo Banca a Sch, avvenuta nel mese di gennaio. L'utile lordo si è quindi attestato a 1.128 milioni di euro (+47,6%); il tax rate è risultato pari al 35,6%, inferiore a quello registrato nel primo semestre del 2003, soprattutto per effetto delle disposizioni introdotte dal nuovo regime impositivo relativo alla tassazione degli oneri e dei proventi relativi agli investimenti partecipativi in vigore dal 2004 e, inoltre, per la diminuzione di un punto percentuale dell'aliquota di imposta sui redditi delle società. A fıne giugno 2004 i coefficienti di solvibilità del Gruppo si attestano a17,7% per quanto riguarda il tier 1 ratio ed al 11,3% per quanto riguarda il total risk ratio.
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