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Notiziario Marketpress di
Giovedì 16 Settembre 2004
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L'UNIONE EUROPEA DOVREBBE CONCENTRARSI SULLA LEADERSHIP INVECE CHE SULLA COMPETITIVITÀ: È QUANTO AFFERMA UNA ESPERTA D'INNOVAZIONE AMERICANA |
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Bruxelles, 16 settembre 2004 - Oggi l'obiettivo di Lisbona dell'Ue, divenire entro il 2010 'la società basata sulla conoscenza più competitiva del mondo', è familiare un po' a tutti. I leader nazionali e i decisori politici dell'Ue sono concordi: se l'Europa vuole conservare ed estendere la sua posizione nell'economia globale, la creazione e lo sfruttamento della conoscenza sono condizioni previe vitali. Per Debra Amidon, esperta di vaglia americana nel campo dell'innovazione e portavoce politico alla conferenza Baltic Dynamics 2004 di Riga, in Lettonia, tenutasi dal 10 al 12 settembre, l'obiettivo dell'Europa di creare per il Xxi secolo un'economia basata sulla conoscenza è giusto. La Amidon è stata descritta come uno degli architetti dell'economia della conoscenza, e la sua rete di consulenza internazionale Entovation 100 si estende adesso a 90 paesi in tutto il mondo. Ma sebbene approvi la mira dell'Europa all'economia della conoscenza, la Amidon identifica allo stesso tempo certi elementi di questa strategia a suo avviso datati e controproduttivi. La teoria economica tradizionale, ha detto alla conferenza, è basata sul concetto di scarsità, data la natura finita di risorse come mano d'opera, capitale e suolo. La conoscenza invece sfida questo principio perché prolifera, e quanto più è usata tanto più si diffonde. Inoltre si crea valore reale solo quando la conoscenza fluisce dal punto in cui è creata al punto in cui si avverte di essa il massimo bisogno. Dopo avere sottolineato i principi informatori dell'economia della conoscenza, la Dott.ssa Amidon ha fatto notare che alcuni punti dell'Agenda di Lisbona sono superflui. 'Il linguaggio della concorrenza taglia fuori le persone, mentre l'Europa deve estendersi al mondo. Nell'economia globale, il successo dell'Europa dipende da quello degli Usa, dell'Asia, dell'Africa, ecc. Dopo tutto, l'Europa è costruita su una piattaforma di cooperazione che desta l'invidia del mondo', ha detto. 'È opinione comune che la maggior parte di quello di cui una società, un paese o una regione hanno bisogno per essere innovativi sta al di là dei confini, per esempio clienti o partner internazionali. Pertanto poco importa quanto si sia grandi, anche l'Europa deve fondarsi sulla collaborazione internazionale e ricavare lezioni da tutto il mondo', ha proseguito la Amidon. Invece di puntare alla concorrenza e alla competitività, ha detto la Amidon al Notiziario Cordis, l'Ue dovrebbe puntare alla leadership: 'Voler essere un leader mondiale è un'ottima cosa, la leadership non chiude la porta alla collaborazione come fa invece la competitività. Incidentalmente, anche le politiche americane sono orientate alla competitività, la nostra iniziativa nazionale per l'innovazione per esempio è coordinata da un consiglio competitività', ha aggiunto. Rispondendo alle argomentazioni della Dott.ssa Amidon, Renate Weissenhorn, capo dell'unità reti per l'innovazione della Dg Imprese della Commissione, ha sottolineato che: 'Competitività non significa tanto concorrenza quanto diventare migliori. In questo contesto, il termine non ha connotazioni negative e la strategia dell'Ue non preclude la cooperazione, anzi, si basa sulla cooperazione'. Anche se molti indicatori mostrano effettivamente che il divario si va allargando tra i risultati economici di Unione europea e Stati Uniti, per esempio in settori come la produttività e l'investimento privato nella ricerca, la Amidon ritiene che in molto altre aree 'intangibili' l'Europa ha già un ruolo di leadership. 'La collaborazione internazionale, il rispetto della diversità, la creazione di una visione condivisa e di un linguaggio comune: tutte aree di grande forza per l'Ue', ha affermato. A conclusione della conferenza Baltic Dynamics 2004, la Dott.ssa Amidon si è detta 'colpita' per non aver sentito riferimento alcuno alla società dell'informazione. 'Credo che questo dimostri come gli esperti qui riuniti abbiano ben capito la differenza tra informazione e conoscenza. La conoscenza è essenzialmente umana - una funzione per l'apprendimento, lo scambio e l'adattamento - mentre l'informazione è semplicemente una cosa'. Si è anche sentita stimolata dal fatto che il fulcro delle discussioni all'avvenimento fossero le condizioni necessarie per l'innovazione invece dei prodotti finali o delle tecnologie. Affinché il settore pubblico possa effettivamente sostenere lo sviluppo di un'economia innovativa basata sulla conoscenza, la Amidon ha ribadito: 'Non è semplicemente questione di finanziare la R&s [ricerca e sviluppo], specificare tecnologie o generare idee; si tratta di creare la cultura e le condizioni per essere innovativi, promuovendo l'assunzione responsabile dei rischi e permettendo alle persone di imparare dai loro errori'. Non vi è un modello unico per un'economia della conoscenza di successo, ritiene la Amidon, perché anche se gli scopi possono essere identici, differenti città, regioni e paesi debbono studiare approcci differenti per concatenare la cultura, l'economia e l'istruzione fino a formare la base delle loro società della conoscenza. Considerata questa premessa, uno dei compiti della sua rete Entovation è monitorare e pubblicizzare l'emergere di 100 differenti 'zone della conoscenza' in tutto il mondo. 'L'idea è renderle visibili, e far risaltare quello che funziona e quello che no. Le amministrazioni delle varie città possono scambiare note e imparare l'una dall'altra, tutto per arrivare ad un migliore uso delle loro risorse tangibili e intangibili', ha spiegato. La Amidon ha infine concluso affermando che 'le regole del gioco sono molto cambiate. Stiamo creando un nuovo ordine economico mondiale, basato sul fluire della conoscenza invece che sulla tecnologia; sull'innovazione invece che sull'informazione, sulla collaborazione invece che sulla concorrenza'. Infolink: http://www.Entovation.com
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