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Notiziario Marketpress di Venerdì 17 Settembre 2004
 
   
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  LOMBARDIA / LA TRADIZIONE DEL TERMALISMO A BORMIO. IL RINNOVATO INTERESSE PER IL WELLNESS E IL BENESSERE FISICO RIPROPONE IL MODELLO DELLA “SALUS PER ACQUAM”  
   
  Mancano circa 120 giorni al via ufficiale dell’edizione numero 29 dei Campionati del Mondo FIS di sci alpino. Un evento di grande prestigio e di portata internazionale, che ritorna a Bormio e Santa Caterina (sedi ufficiali delle gare) a vent’anni esatti dall’esperienza iridata del 1985. Un periodo di tempo nel quale la fisionomia economica e turistica della Magnifica Terra ha subito mutamenti profondi e radicali, tanto da diventare una ski-area di riferimento per tutto il territorio lombardo. La candidatura e la successiva assegnazione della manifestazione sono state la logica conseguenza di una tradizione e di una credibilità consolidata nelle numerose edizioni della Coppa del Mondo e durante la magica esperienza dello Snow Festival 2000. L’obiettivo per il 2005 è quello di presentare l’Alta Valtellina come un resort di alto profilo su uno dei massimi palcoscenici degli sport invernali, trasformando la vetrina sportiva in una grande opportunità per lo sviluppo economico dell’intera zona. Le terme sono uno dei tanti motivi di richiamo. E a Bormio il termalismo vanta una lunga tradizione. È l’estate del 1917 quando Vittorio Emanuele arriva al Grand Hotel Bagni Nuovi. Intanto sulle vette dello Stelvio si consumano gli scontri della Prima Guerra Mondiale. In quegli anni Bormio era conosciuta quasi esclusivamente come stazione turistica estiva, ma, soprattutto, come rinomato centro per le cure termali. La secolare tradizione del termalismo è passata in secondo piano solo per il progressivo affermarsi del turismo invernale. Infatti la prossimità con lo Stelvio, l’ampliamento del comprensorio e una storia sportiva ricca di successi ottenuti dai propri atleti, hanno fatto sì che dell’Alta Valtellina si parlasse soprattutto per lo sci e gli sport invernali. Ma la ricchezza di termale di Bormio è notevole: la zona dispone di ben 9 sorgenti termali calde, che sgorgano dalle pendici della Reit. Le acque, del gruppo delle solfato-alcaline-terrose-minerali-radioattive, hanno una temperatura compresa tra i 36° C ed i 43°C e le loro proprietà curative erano già note in epoca romana (ne parla Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia del I secolo d.C.), pur essendo il primo nucleo dei Bagni Vecchi di origine alto-medievale.  Anche Santa Caterina, tra il 1600 ed il 1700, riscuoteva un discreto successo per le benefiche acque minerali della sua Fonte (oggi esaurita), tanto da dare origine ad uno stabilimento termale ed alberghiero. Lo sviluppo del termalismo nel bormiese, così come quello della sua vocazione turistica e alberghiera, è legato alla realizzazione delle grandi infrastrutture da parte degli Asburgo, nel primo Ottocento. Con l’apertura della strada dello Stelvio (1825), ai Bagni Vecchi – ormai insufficienti a soddisfare le esigenze di una clientela che cresceva rapidamente – si aggiungono i Bagni Nuovi, il cui edificio in stile liberty è datato 1836. Bormio si apre al turismo come meta aristocratica di villeggiatura per le famiglie dell’Alta Borghesia europea e la sua fama arriva in Germania, in Olanda, fino agli Stati Uniti. Negli ultimi anni, grazie alla rinnovata attenzione alla cura del corpo ed alla rivalutazione del benessere fisico e del wellness, è ritornata d’attualità la cultura della “salus per acquam”, il modello romano che affida al termalismo la rigenerazione psico-fisica dell’individuo. Bormio si è fatta trovare pronta, grazie a massicci investimenti e ad un’importante opera di riammodernamento che ha portato alla ristrutturazione dei Bagni Vecchi (tra il 1999 ed il 2001), alla riapertura, dopo un lungo periodo di inattività, dei Bagni Nuovi (gennaio 2004) ed alla ristrutturazione delle Terme di Bormio, alimentate dalla sorgente Cenglaccia e riaperte al pubblico nel luglio di quest’anno. Oggi le terme sono ritornate il vanto del turismo bormiese e offrono più di cinquanta diversi servizi che vanno dal terapeutico-curativo, al wellness, alle piscine natatorie, fino ai giochi d’acqua. Un vero e proprio sistema che al recupero di strutture dal valore storico inestimabile ha affiancato una serie di servizi moderni e funzionali, restituendo all’Alta Valtellina una delle sue risorse più rilevanti ed apprezzate.  
     
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