Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Luglio 2004
 
   
  Pagina1  
  ROMANO PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NUOVE PROSPETTIVE FINANZIARIE  
   
  Bruxelles, 14 luglio 2004 “Signore e signori, La Commissione ha adottato ieri un dettagliato pacchetto di proposte che concretizza i nostri progetti per il finanziamento futuro dell'Unione europea. Si tratta di una delle ultime grandi iniziative politiche di questa Commissione prima della scadenza del mandato. Le nostre proposte sono concrete, efficaci in termini finanziari e vengono nel momento opportuno. Il pacchetto adottato oggi fa seguito al programma politico adottato il febbraio scorso e lo completa. Il Consiglio e il Parlamento europeo ora possono dare il via ai negoziati sulle future Prospettive finanziarie in vista della loro adozione prima del 2007. Sono molto soddisfatto del lavoro preparatorio di grande qualità svolto sotto la guida di Michaele Schreyer. Michaele, i suoi colleghi e i servizi della Commissione sono riusciti in un compito quasi impossibile. Nonostante il fatto che nel 2007 l'Unione avrà oltre 100 milioni di nuovi cittadini, e nonostante le nuove priorità e i nuovi compiti fissati negli anni scorsi dal Consiglio europeo, l'attuale tetto di risorse proprie resta invariato. Grazie a una severa disciplina di bilancio e a un’attenta programmazione potremo persino portare il numero di Stati membri a 27 spendendo in media solamente l'1,14% del Reddito nazionale lordo dell'Unione. C'è consenso fra gli Stati membri sulle nuove priorità per il futuro dell'Unione. I governi nazionali si trovano tutti d'accordo sulla necessità di dare impulso alla competitività, di rispondere all'allargamento favorendo la crescita nei nuovi Stati membri, di sviluppare un'area di libertà, sicurezza e giustizia e infine di rafforzare le politiche esterne. Tutti questi obiettivi si trovano ribaditi anche nella Costituzione. La realtà dei fatti è che l'Europa può veramente fare la differenza, ma se mancano le risorse finanziarie il valore aggiunto europeo resterà una promessa vuota. Abbiamo studiato le nostre proposte in modo tale che il bilancio dell'Unione Europea ottenga risultati che a livello nazionale non si potrebbero raggiungere con la stessa spesa. In breve, il nostro lavoro dimostra che un euro speso a livello europeo può dare di più di un euro speso a livello nazionale. Prima di lasciare la parola a Michaele, voglio sottolineare alcuni fatti importanti. La nostra idea di partenza è semplice: prima si devono definire le priorità politiche per il periodo successivo al 2007 e dopo si stabiliscono le risorse necessarie per le nostre azioni. Ci siamo concentrati quindi sui contenuti e sugli obiettivi, non solamente sui soldi. Comprendiamo in pieno la necessità di una severa disciplina di bilancio e la rispettiamo. Capisco perfettamente chi dice che in tempi di ristrettezze finanziarie e di tagli alle spese anche l'Unione deve fare la sua parte. Resta il fatto però che negli ultimi sette anni la spesa a livello nazionale è cresciuta ad un ritmo che è oltre il doppio di quello dell'Unione. Infatti, noi non proponiamo di alzare il tetto di risorse proprie sopra l’1,24% del reddito nazionale lordo. L'idea è semplicemente quella di utilizzare un po' più del margine disponibile sotto la stessa soglia: in media l’1,14% sull’intero periodo. Alcuni Stati membri chiedono di limitare il bilancio dell'Unione europea all’1% del reddito nazionale lordo. Questa posizione è profondamente errata. Molte decisioni politiche già prese hanno infatti implicazioni finanziarie di cui non si puo’ non tenere conto. L'allargamento comporta automaticamente la crescita dei Fondi strutturali e di coesione. Con l'allargamento, statisticamente, diminuisce la prosperità media Unione. Gli aiuti strutturali si sposteranno a est, ma né la Commissione né gli Stati membri intendono abbandonare le regioni che attualmente beneficiano dei fondi strutturali. Non è la Commissione a definire le politiche che in futuro dovranno essere finanziate sul bilancio comunitario. Il nostro compito è semplicemente quello di far corrispondere le risorse alle priorità che sono già state decise e ribadite a più riprese dai governi nazionali e dal Consiglio europeo. E noi dobbiamo prendere queste decisioni sul serio. Ripeto, le priorità sono: competitività, cittadinanza europea e il ruolo dell'Europa nel mondo. Dobbiamo garantire le risorse finanziarie per tener fede agli impegni e venire incontro alle aspettative. Se l'Unione europea non riesce a mantenere le sue promesse è destinata a perdere la fiducia della gente”.  
     
  <<BACK