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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Settembre 2004
 
   
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  INTESA ORDINE-ATENEI; GASPARRI, VALORIZZA PROFESSIONALITA' REPLICA DI FRANCO ABRUZZO: "E' UNA FARSA. IL MINISTERO (COMPETENTE) DELL'UNIVERSITÀ HA GIÀ CHIESTO SPIEGAZIONI AI RETTORI CHE DANNO SCONTI GRATUITI. LA FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA DI MILANO, INVECE, HA RESPINTO UN'EGUALE PRETESA DEI RAGIONIERI"  
   
  Milano, 23 settembre 2004. Franco Abruzzo ha dichiarato: "Alla conferenza stampa nessuno ha detto che il Ministero dell'Università ha già chiesto spiegazioni ai rettori, che hanno in mente di dare sconti incredibili (fino a 120 crediti sui 180 della laurea triennale). E' incredibile che il ministero delle Comunicazioni avalli una iniziativa non condivisa da un suo collega di Governo. I giornalisti professionisti e pubblicisti sono 70mila circa e di questi, si ritiene, almeno 40mila non abbiano conseguito una laurea. Rivolgo un appello soprattutto ai giovani, perché respingano con sdegno lo sconto di due anni di studi. Un titolo senza saperi non serve. Bisogna studiare, aggiornarsi e continuare ad aggiornarsi per stare sul mercato con possibilità di successo e di lavoro. Spero che il ministro Moratti blocchi questa sconcertante intesa. Due anni di università sono equivalenti a 120 crediti sui 180 della laurea triennale. Potrei giustificare, onorando l'esperienza, un regalo di 20/30 crediti, ma non di 120. La Facoltà di Giurisprudenza di Milano, invece, ha respinto un'eguale pretesa dei ragionieri. L'accordo tra il Consiglio nazionale dell'Ordine e le 4 Università, con la benedizione della Fnsi, è semplicemente scandaloso. Non è educativo, perché offre ai giovani scorciatoie e non indica agli stessi la dura via del sacrificio (qual è quella di saper conciliare lavoro e studi universitari). E' incredibile che l'esecutivo del Consiglio nazionale dell'Ordine abbia potuto avallare un simile pateracchio. Ed è altrettanto incredibile la benedizione della Fnsi. Mi batto da 15 anni per legare professione giornalistica e Università, cioè professione e saperi. E rimango della mia idea: i giornalisti devono studiare in Università per essere padroni degli argomenti che trattano via via e per riacquistare credibilità e autorevolezza. Oggi bisogna pensare alla formazione continua, prefigurata dal contratto, ma mai attuata. Questa trovata della laurea brevissima è semplicemente umiliante per chi esercita la professione più delicata tra le professioni intellettuali. Non abbiamo bisogno di patenti".  
     
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