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Notiziario Marketpress di Venerdì 01 Ottobre 2004
 
   
  Web moda & tendenze  
  RICERCA FRUIT OF THE LOOM : L'ITALIANO SI PREFERISCE IN SLIP E T-SHIRT (MA LA DONNA LO VORREBBE IN BOXER…)  
   
  L’italiano e l’intimo? Cambiano tempi e mode e torna in auge lo slip. Dopo un decennio di boxer il maschio italiano torna a vedersi con il tradizionale slip e la t-shirt, mentre la canottiera non è più così trendy, sia dal punto di vista degli uomini che da quello delle donne. E’ quanto emerge dalla ricerca promossa da Fruit of the Loom, la grande azienda di abbigliamento fondata nel 1851 che distribuisce i suoi prodotti in 75 paesi nei cinque continenti con il famoso marchio del cesto di frutta. La ricerca è stata condotta da Carlo Erminero & Co utilizzando un web panel composto da 1030 Italiani fra i 25 e i 50 anni interrogati sulle loro preferenze e idee in materia di intimo maschile. Queste le caratteristiche principali del nuovo ritratto “intimo” del maschio italiano. La T-shirt è ampiamente preferita alla canottiera, che è indossata a casa, di notte o per fare sport, ma “vietata“ per uomini single o per una notte con la partner. L’idea di portare una canottiera in questa occasione è poco amata: l’83% del campione maschile, per uscire con “lei”, preferisce infatti la T-shirt. Lo slip invece ha risalito la classifica: se nel recente passato abbiamo visto il boxer come una specie di simbolo della modernità, oggi la metà degli intervistati preferisce lo slip. Il 47% degli intervistati fra i 25 e i 34 anni sono convinti fautori dello slip, percentuale che sale a un sorprendente 57% fra gli appartenenti ad una condizione socio-economica medio alta. Esso è visto come particolarmente comodo per fare sport (preferito dal 59% degli uomini), ma anche per il lavoro (preferito dal 48% degli uomini), tuttavia non convince le donne: il 68% delle intervistate preferirebbe vedere il proprio “lui” in boxer. Gli slip sono un abbigliamento intimo “più adulto”, indossati dal 69% delle persone comprese in una fascia d’età fra i 45 – 50 anni; mentre i boxer sono “più giovani”, indossati dal 44% delle persone comprese in una fascia d’età fra i 25 e i 34 anni; percepito come il marchio di fabbrica degli sportivi secondo il 60% del campione. Inoltre sono considerati perfetti per le vacanze dal 41% degli uomini. Quasi la totalità degli intervistati ritiene comunque l’acquisto di biancheria intima come un fatto strettamente personale; il 63% ha cura del proprio abbigliamento intimo nella stessa misura di quanto cura quello “esterno”, e in prevalenza lo vuole in fibre naturali: un segno forte della necessità di essere belli e comodi “sotto” e “sopra” per essere ok. Sempre al 63% piace che il partner vesta un intimo sexy e, un intervistato su quattro, si dice pronto a regalare underwear ad amici e familiari. Ne risultano cinque profili di italiani: i “tardo- paninari”, i “minimalisti”, i “no-global”, gli “yuppies” e i “qualunquisti”. I “tardo-paninari”: un 21% di intervistati fanno dell’intimo un elemento della propria carta d’identità, un’espressione della propria personalità e vedono in esso una componente dell’abbigliamento che si sceglie a seconda dei momenti della giornata, e alle occasioni “speciali”. Tengono al comfort e alla praticità, ma anche alla sensualità e prediligono le fibre naturali. Più uomini che donne, attenti sì alla marca, ma anche al prezzo, amano regalare biancheria intima e non sono più giovanissimi (35-50 anni 69%). Gli “yuppies”: cluster molto vicino al primo, un consistente 27% del campione che percepisce l’abbigliamento intimo come un veicolo d’espressione della personalità, cui dedicare molte attenzioni: si prendono cura del proprio guardaroba intimo con scrupoloso interesse e tengono in buona considerazione per le loro scelte la marca. Amano i capi più eleganti e sofisticati, fanno i loro acquisti presso i canali specializzati. Prevalentemente abitanti nel sud, appartenenti ad uno status economico sociale elevato, il 71% di essi è composto da donne. I “minimalisti”: l’11% degli intervistati, presenti in modo equilibrato nei due sessi, spesso single, guardano all’intimo come una convenzione necessaria; poco “socievoli”, vivono prevalentemente al sud e in piccoli centri (46%) e sembrano propensi più ad “usare” che ad “indossare” l’intimo. L’abbigliamento intimo non ha alcun rilievo nella loro vita e potendo, lo eliminerebbero volentieri: cercano infatti di ridurlo al minimo, per sentirsi più liberi e naturali. I “no-global”: un 22% di pragmatici personaggi più attenti a comfort e vestibilità che a marca o altro. Cercano capi semplici e pratici, in fibre naturali; ignorano deliberatamente la seduzione delle trasparenze, dei tessuti preziosi, dei capi più raffinati e romantici. Insomma, nei capi intimi apprezzano la dimensione basica del servizio; rifiutano invece quella emotiva del piacere. Infine i”qualunquisti”: il 18% del campione, che “si mette quel che capita”, senza troppi criteri e senza esprimere esigenze o condizioni precise. Per il 75% uomini, più concentrati nella fascia di età fra i 25 e i 34 anni, che rappresenta il 50% di questo cluster, di basso profilo socio economico e culturale, “non si fanno troppe storie” in materia di intimo, ma indossano il primo capo che trovano sotto mano. Oggi Fruit of the Loom presenta al mercato italiano la nuova collezione underwear 2005: shorty, boxer, boxer short, sport, slip e classic, canottiere e t-shirt, realizzati per un comfort assoluto e disponibili sia in pacchi singoli sia in pacchi multipli. Fruit of the Loom è una delle più grandi aziende al mondo nel settore dell’abbigliamento: un marchio riconosciuto e apprezzato a livello globale grazie a prodotti nei quali l’eccellente lavorazione si combina con un design notevole; un simbolo che indica abbigliamento per tutti i giorni caratterizzati da un ottimo rapporto qualità prezzo.  
     
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