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Notiziario Marketpress di
Lunedì 04 Ottobre 2004
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LES ENFANTS TERRIBLES, IL LINGUAGGIO DELL’INFANZIA NELL’ARTE 1909-2004 AL MUSEO CANTONALE D'ARTE, LUGANO DAL 10 OTTOBRE |
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Lugano, 4 ottobre 2004 - La mostra Les enfants terribles. Il linguaggio dell’infanzia nell’arte 1909-2004 percorre un arco di tempo che va dalle Avanguardie del Novecento ad oggi con circa 120 opere tra disegni, dipinti, sculture, video e installazioni di 30 artisti internazionali. Il progetto si inserisce in un ciclo espositivo ideato e curato dal Museo Cantonale d’Arte, volto ad approfondire tematiche fondamentali per lo sviluppo dell’arte moderna. Esempi dei temi affrontati recentemente dal Museo sono: Da Kandinsky a Pollock. La vertigine della non-forma (2001), una mostra che ha indagato il tema del superamento del concetto tradizionale di forma nella pittura occidentale e L'immagine ritrovata (2002), esposizione nella quale è stato analizzato il tema dei rapporti fra pittura e fotografia dall'inizio degli anni Cinquanta fino alla contemporaneità. Oltre ad offrire preziose opportunità di studio, queste esposizioni promosse dal Museo Cantonale d'Arte vogliono rendere accessibili, attraverso una chiara impostazione didattica del percorso espositivo, argomenti complessi e ricchi di stimoli anche ad un pubblico non specializzato. Les enfants terribles focalizza un tema che ha profondamente interessato le Avanguardie Storiche: il disegno infantile quale manifestazione di una creatività libera da condizionamenti e sovrastrutture culturali alla quale guardare per liberarsi dalla tradizione. L'argomento, molto vasto e articolato, ha richiesto una definizione estremamente rigorosa del progetto per poter contenere entro limiti accettabili la mostra. Si è perciò deciso di concentrare l'attenzione sul confronto fra i linguaggi figurativi, cercando di porre in evidenza la presenza di forme debitrici del vocabolario infantile nell'arte moderna. Uno straordinario incipit al percorso espositivo – unico esempio ed eccezione che precede le avanguardie - è rappresentato dalla tavola Ritratto di fanciullo con disegno (1520) di Giovanni Francesco Caroto, nella quale è visibile, nel foglio sorretto appunto dal ragazzo ritratto, un disegno raffigurante una figura umana tracciata in modo del tutto simile a quello di un bambino dei nostri giorni. Tale premessa, collocata quale punto di avvio della mostra, permette di cogliere, nell'accostamento con i protagonisti del Blaue Reiter, il mutamento radicale intervenuto con la modernità nel rapporto fra arte colta e disegno infantile. I primi artisti ad interessarsi intensamente al disegno infantile sono stati Wassily Kandinsky con Gabriele Münter e il Gruppo del Cavaliere Azzurro. Essi hanno riunito una collezione di disegni di bambini, ora custoditi presso il Lenbachhaus di Monaco, pubblicati in parte nell’Almanacco del “Cavaliere Azzurro” a fianco di opere di Henri Rousseau e di Pablo Picasso. Anche Paul Klee ha raccolto numerosi disegni ascrivibili a questo tema, compresi quelli del figlio Felix. In maniera meno sistematica, ma altrettanto significativa, altri artisti hanno osservato con grande attenzione il disegno infantile. Fra essi si possono citare Pablo Picasso, Juan Miró, Jean Dubuffet, Alexej Jawlensky, Fortunato Depero, Bruno Munari. Le opere di questi artisti, in molti casi vere e proprie icone delle Avanguardie, compongono la sezione storica della mostra. Ordinata filologicamente, la sezione presenta i disegni di bambini appartenuti agli artisti (in particolare la collezione di Kandinsky e della Münter e lo straordinario gruppo di disegni raccolti da Dubuffet provenienti dal Musée de l'Art Brut di Losanna) affiancati alle opere degli artisti stessi. Grazie alla generosa disponibilità di numerosi prestatori, è stato possibile accostare capolavori e opere raramente viste in una sequenza che permette di rilevare la presenza nei loro lavori di una grande varietà di elementi caratteristici della creatività infantile. A partire da tali antefatti storici, l’esposizione esemplifica la ricerca di una condizione di meraviglia nello sguardo da parte degli artisti quale mezzo per affrancarsi dalla cultura artistica. Progressivamente, non è più il disegno infantile ad interessare gli artisti, ma è l'essenza stessa della fanciullezza, nei suoi diversi aspetti: l'innocenza presunta, la dimensione ludica liberatoria, gli aspetti inquietanti dell'identità infantile. Nell’arte degli ultimi decenni, la presenza di elementi appartenenti al mondo infantile è ormai ricorrente, la mostra propone un’ampia selezione di opere, realizzate da artisti ormai riconosciuti in ambito internazionale, dagli anni Sessanta ad oggi, volta a sottolineare la presenza dell'elemento puerile nell'arte contemporanea. In questa ultima sezione sono presenti opere di Donald Baechler, Christian Boltanski, Joseph Beuys, Gary Hill, Carsten Höller; Mike Kelley, Jeff Koons, Zoe Leonard, Urs Lüthi, Eva Marisaldi, Fausto Melotti, Annette Messager, François Morellet, Liliana Moro, Yoshitomo Nara, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Pia Stadtbäumer, Jean Tinguely, Rosemarie Trockel, Andy Warhol. La mostra è a cura di Marco Franciolli, Direttore Museo Cantonale d’Arte, Lugano e di Helmut Friedel, Direttore Städtische Galerie im Lenbachhaus, Monaco e Giovanni Iovane, Docente di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Accademia di Brera, Milano. Un catalogo a colori bilingue, italiano/inglese, edito da Silvana Editoriale (Fr. 45.-; € 30) accompagna l'esposizione con introduzione di Marco Franciolli e testi di Massimo Ammaniti, Rolando Bellini, Helmut Friedel, Giovanni Iovane, Lucienne Peiry e Barbara Wittman che approfondiscono i diversi capitoli della mostra. Una ricca selezione di citazioni delle riflessioni degli artisti sul tema scorrono parallelamente alle opere in mostra e nel catalogo, un’ulteriore voce che accompagna il visitatore.
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