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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 10 Marzo 2004
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DA ANGELI A ROBAZS |
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Pura (Svizzera, 10 marzo 2004 - Il tema centrale di questa mostra collettiva è l’uomo e la sua immagine in un percorso evolutivo che, attraverso una serie di opere di artisti contemporanei, ci conduce dall’ umanità perfetta ed incorruttibile degli angeli, all’ umanità artificiale e visionaria dei robot, per concludersi con la distruzione e destrutturazione dell’essere umano stesso. L’ esposizione prende il via con le presenze angeliche di Pablo Compagnucci, in questa occasione, rispetto al passato, sono presentate in una chiave diversa, dove è percepibile un’ elemento di contaminazione umana dell’aspetto prettamente divino; contaminazione suggerita anche dalla scelta di esporre le opere riproducendo la forma della croce che è il luogo, per antonomasia, di incontro- scontro tra il divino e l’ umano.. Il percorso evolutivo dell’uomo dal suo archetipo angelico, ci conduce verso il quotidiano in dissolvenza delle opere fotografiche di Maura Donati, dove l’individuo tende a sparire confondendosi, in maniera drammatica, con il paesaggio che lo circonda, diventandone un elemento costituente ed indistinto Il vuoto lasciato dall’essere umano viene colmato dai personaggi virtuali di Alessandro Lo Monaco, partecipi di una realtà che non si sottomette alle classificazioni di genere, in quanto rappresenta di per se stessa un nuovo genere. In un gioco di sostituzioni la bambola diventa, al tempo stesso, rappresentazione e negazione dell’essere umano, come testimoniano i Pupazzi di Riccardo Baruzzi e le sculture- installazioni di Sabine Oberer Cetto, dove Barbie, la mitica bambola americana che ha accompagnato i giochi e turbato i sonni dei bambini di tutto il mondo, assume il ruolo di icona e simbolo unico di una umanità seriale ed artificiale. La stesso spirito di artificio e sostituzione lo percepi amo nelle Dirty Babies di Davide Mancosu, perfide abitanti di un mondo che professa la più spietata religione dell’apparire, dove l’anima viene svenduta per il possesso dell’oggetto di culto del momento. Dalla bambola, quale simulacro immobile ed inanimato, al robot il passo è breve e, di qui, un nuovo passo verso la creazione del doppio artificiale. Si apre la dicotomia uomo-robot, come per Fritz Lang in Metropolis e per Kubrick in 2001: Odissea nello Spazio. I Robazs nelle fotografie di Edo Bertoglio, figli dell’ immaginario dei b-movies americani degli anni 50-60, conquistano la dimensione urbana dei tetti di New York e la declinano in una nuova realtà. La mostra si conclude con una serie di opere di Vittorio Valente, la sedia Virus, simbolo immediato del soccombere dell’individuo di fronte al proliferare dei virus, la cui immagine diventa elemento invasivo e decorativo al tempo stesso, e le sculture luminose della serie Dermascheletri, dove l’artista utilizza gli elementi costituenti del corpo umano, il derma, riprodotto con una ricerca di verosimiglianza tattile attraverso l’uso del silicone, e lo scheletro, per dare vita a nuove forme post- umane. Galleria Barbara Mahler Casa Arminio Contrada Monée Pura – Svizzera Tel +41(0)916009616 galleriabmahler@bluewin.Ch
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